E-labelling in farmacia: vantaggi e limiti
Durante il congresso organizzato dalla FIP a Brisbane, si è fatto il punto sull’e-labelling: quali prospettive può aprire per pazienti e farmacisti?
La FIP (International Pharmaceutical Federation) ogni tre anni organizza un congresso internazionale incentrato sulle tematiche del mondo pharma. Durante l’ultima edizione, che si è tenuta a Brisbane, in Australia, il tema era il futuro della professione di farmacista. Fra le molte tematiche affrontate, quella dell’e-labelling: sono stati discussi i vantaggi e gli svantaggi di una transizione del foglietto illustrativo dei medicinali a una sua possibile versione digitale. Nonostante i molti aspetti positivi di questa digitalizzazione, resterebbe difficile garantire l’equità nell’accesso: non tutti infatti hanno strumenti tecnologici a disposizione, e non tutti sono in grado di utilizzarli.
Cos’è l’e-labelling
L’e-labelling, letteralmente etichetta digitale, nel mondo farmaceutico si riferisce alla versione digitale del foglietto illustrativo. Riporterebbe quindi le informazioni sul principio attivo, la posologia, gli effetti collaterali, grazie ad esempio a un QR code.
La trasformazione del foglietto illustrativo in un suo corrispettivo digitale non è una novità assoluta, anzi, già alcuni prodotti (farmaceutici e non) sono collegati a informazioni online. Se ne è parlato al FIP World Congress of Pharmacy and Pharmaceutical Science, organizzato a Brisbane a settembre 2023. L’e-labelling rientra infatti fra le sfide del futuro per la professione di farmacista. Molte hanno a che fare con la tecnologia e fanno già parte della realtà quotidiana di molti: farmacie online, farmacie che mettono a disposizione il click and collect o il teleconsulto.
Quali sono i punti di forza dell’e-labelling? Comporta solo cambiamenti positivi? E come può impattare sul lavoro del farmacista?
I vantaggi dell’e-labelling
L’e-labelling rientra nelle più generali proiezioni e aspettative sullo sviluppo tecnologico della professione di farmacista, ribadito anche dai 21 Development Goals fissati nel 2020 dalla FIP. In particolare, sia l’e-labelling che lo sviluppo tecnologico in senso più generale risponderebbero al decimo punto, ovvero l’equità nell’accesso ai servizi (anche sanitari) da parte dei singoli.
Da questo punto di vista, l’e-labelling permetterebbe infatti di fornire informazioni più snelle e personalizzate, adeguate a qualsiasi livello di alfabetizzazione medica. Così andrebbe a scomparire uno dei più grossi difetti dei foglietti illustrativi, di solito saturi di informazioni, non tutte rilevanti per ogni singolo paziente e non tutte immediatamente comprensibili.
L’e-labelling permetterebbe invece, attraverso informazioni specifiche per il paziente, di renderlo più autonomo nella gestione della cura. Questo avrebbe ricadute positive anche sull’aderenza terapeutica; in più, alcune piattaforme di e-labelling consentono di impostare dei reminder per l’assunzione della terapia.
Non solo: un foglietto illustrativo smaterializzato consente anche di adeguare il formato ai propri bisogni. Su un supporto digitale è possibile scegliere ad esempio la lingua o la forma (non solo scritto ma anche audio).
A Brisbane sono stati sottolineati inoltre i miglioramenti che l’e-labelling comporterebbe anche a livello di sostenibilità e costi. La produzione e la stampa dei foglietti informativi ha infatti un impatto ambientale che oggi, alla luce di strumenti digitali come l’e-labelling, appare evitabile.
Di conseguenza si abbatterebbero le spese oggi investite nella produzione dei foglietti illustrativi cartacei, ma attraverso la loro versione digitale si fornirebbe anche un servizio migliore, più personalizzato e più efficace, e si ridurrebbero così indirettamente anche i costi della spesa sanitaria.
Infine, le informazioni riportate in digitale sono costantemente aggiornate, un dettaglio da non sottovalutare in un mondo in cui la ricerca scientifica procede molto velocemente.
Gli svantaggi dell’e-labelling
Se da un lato la maggior personalizzazione dell’e-labelling lo rende uno strumento inclusivo, dall’altro lo stesso supporto – un pc, un tablet, uno smartphone – può essere causa di disparità nell’accesso al servizio.
Soprattutto le fasce della popolazione di età avanzata potrebbero non essere in grado di utilizzare in autonomia gli strumenti elettronici, mentre quelle più svantaggiate da un punto di vista socio-economico potrebbero non possederli.
Inoltre si pongono dei problemi di regolamentazione, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza e la privacy. La stessa transizione dal cartaceo al digitale dovrebbe poi essere gestita in modo da semplificare le informazioni per i pazienti, e non da complicarle ancora di più con la coesistenza di più formati.
E-labelling e farmacisti
I farmacisti sono professionisti coinvolti in prima persona nella diffusione dell’e-labelling e anche nell’educazione dei pazienti nei confronti di questo nuovo strumento.
Il loro è stato definito, nel corso del congresso della FIP, un “ruolo ponte”: fra pazienti, autorità regolatorie e aziende farmaceutiche. Sono infatti loro che vendono i prodotti, ma la loro professione va ben oltre. Possono fornire informazioni e consigli riguardanti la salute, eseguire analisi di routine e somministrare alcuni tipi di vaccini. Per questo sono i primi professionisti sanitari ai quali ci si rivolge.
Come cambierebbe il loro lavoro con l’e-labelling? Da un lato possono promuovere uno sviluppo dell’e-labelling che sia centrato sui bisogni reali delle persone, con le quali sono in contatto ogni giorno, dall’altro avrebbero il compito di insegnare loro come consultare un foglietto illustrativo smaterializzato.
L’e-labelling, come tutti i passi della transizione digitale (nel mondo sanitario e non solo), potrebbe semplificare la vita di farmacisti e pazienti, con informazioni più comprensibili e adattabili al singolo. Per essere efficace deve però essere disponibile e facilmente accessibile per tutti, una responsabilità politica e sociale più che medico-sanitaria.