La nuova ricetta bianca dematerializzata: cos’è e come funziona
Dal 30 Gennaio anche la ricetta bianca può avere formato digitale. Scopriamo insieme quali sono le conseguenze di questo provvedimento
Con un decreto del 30 Dicembre 2020 firmato dal Ministero dell’economia e delle finanze (Mef), entrato in vigore il 30 gennaio scorso, la ricetta bianca è diventata in formato elettronico.
Il piano di dematerializzazione, messo in atto già da diversi anni, ha subìto una forte accelerata a seguito della pandemia Covid: il provvedimento messo in atto pochi giorni fa va infatti ad affiancare la già digitalizzata ricetta rossa, reperibile da marzo scorso nel suo nuovo formato.
Vediamo insieme quali sono le principali differenze tra queste due tipologie di prescrizioni e quali sono le novità messe in atto dal decreto.
Ricetta rossa
La ricetta rossa è stata la prima delle due prescrizioni che ha ottenuto un formato digitale. Essendo una prescrizione che può essere fatta solo da medici dipendenti o convenzionati con il Sistema Sanitario Nazionale per tutti quei farmaci che possono essere rimborsati, era necessario consentirne la validità su tutto il territorio.
Nella sua versione cartacea infatti, la ricetta rossa è sì valida in tutta Italia ma, se utilizzata fuori dalla regione di residenza, il paziente non può usufruire di alcun tipo di esenzione, pur avendone diritto. Questo impasse è stato superato grazie all’introduzione della versione dematerializzata della prescrizione, che permette al paziente di usufruire dell’eventuale esenzione anche al di fuori del territorio regionale.
Come funziona la ricetta rossa dematerializzata?
Come già detto, la ricetta rossa dematerializzata può essere utilizzata su tutto il territorio nazionale e consente al paziente di usufruire sempre della sua esenzione. Si tratta di una vera e propria prescrizione in formato elettronico, che il medico compila utilizzando un programma fornito dal Servizio Sanitario della Regione: i dati e le informazioni inseriti sono gli stessi della versione cartacea della ricetta. Una volta emessa, è attraverso lo stesso sistema informatico che il farmacista può avere accesso sia alla prescrizione che ai dati del paziente, il quale dovrà comunque avere con sé un promemoria in versione cartacea da consegnare alla farmacia.
Per limitare gli spostamenti e prevenire la diffusione del Covid-19, un’ordinanza della Protezione Civile ha stabilito inoltre, che durante l’emergenza sanitaria i pazienti potranno evitare il ritiro del promemoria cartaceo presso il medico curante, che invierà loro un messaggio con il numero della ricetta dematerializzata da presentare al farmacista.
Ricetta bianca
Viene definita ricetta bianca qualunque tipo di prescrizione compilata sul ricettario personale del medico (che è appunto di colore bianco) utilizzata per tutti i medicinali che non sono rimborsabili dal SSN (medicinali di Fascia C)
Questo tipo di ricetta può essere:
- ripetibile: per tutti quei farmaci che possono essere prescritti più volte allo stesso paziente nell’arco di un determinato periodo
- non ripetibile: per tutte quelle terapie che prevedono un solo ritiro in 30 giorni, o per tutte quelle medicine che, se utilizzate in maniera prolungata, possono causare problemi di salute.
Come funziona la ricetta bianca elettronica
Grazie al decreto entrato in vigore lo scorso 30 Gennaio, analogamente a quanto successo per la ricetta rossa, anche la prescrizione bianca potrà essere emessa in formato elettronico.
Le modalità di emissione ricalcano esattamente quelle utilizzate per la prescrizione rossa, con due importanti plus:
1- il promemoria potrà essere inviato dal medico via messaggio o email anche post emergenza Covid
2- durante questo periodo, la farmacia designata, che potrà ricevere il numero della ricetta bianca elettronica (Nbre) in modalità telematica o telefonica, è invitata quando possibile a recapitare i farmaci direttamente a casa del paziente.
Quando l’erogazione delle ricette tornerà “a regime”, la procedura da parte dell’utente si svolgerà in 2 fasi:
- il paziente accederà con il suo Spid (o CNS) al SAC (Sistema di accoglienza centrale) o SAR (Sistema di accoglienza regionale)
- entrerà nell’area del Sistema Tessera Sanitaria dedicata alla consultazione e download di ricette elettroniche e promemoria, dove potrà scaricare o inviare alla farmacia designata il promemoria dematerializzato .
Se il paziente deciderà di utilizzare il promemoria dematerializzato, sarà il SAC/SAR ad inviare una notifica alla farmacia che, se in possesso del medicinale richiesto, prenderà in carico la pratica. Una volta accettata, sarà lo stesso SAC a scrivere al paziente l’avvenuta transazione, così che possa andare a ritirare i medicinali.
Senza alcun dubbio, l’introduzione della versione elettronica delle due ricette presenta molti vantaggi evidenti per i pazienti, che si manterranno anche post emergenza Covid:
- risparmio di tempo
- facilità di accesso
- controllo online delle ricette
- possibilità di utilizzo dell’esenzione su tutto il territorio nazionale (per ricetta rossa)
Ciò che si porta dietro questa novità sono però anche tanti dubbi e perplessità, provenienti dal mondo delle farmacie, soprattutto per quanto riguarda l’effettiva messa in atto di questo cambio di gestione. Inoltre, a preoccupare i farmacisti c’è anche la questione del servizio domiciliare previsto durante il periodo Covid, che, a loro parere, privilegerebbe le farmacie online rispetto a quelle fisiche.
È importante sottolineare che le ricette elettroniche, sia rossa che bianca non sostituiscono le loro versioni cartacee: sebbene la direzione sia la totale dematerializzazione, infatti, i due modelli coesisteranno per poter rendere il passaggio al digitale il più tranquillo possibile.
Questa convivenza dovrebbe agevolare il percorso messo in atto dal decreto e consentire un periodo di test sufficiente a eliminare eventuali problematiche derivate da una digitalizzazione più accelerata del previsto.