Immunoterapia, la nuova frontiera nella guerra ai tumori
La nuova, efficiente arma per combattere il cancro che agisce riattivando il sistema immunitario danneggiato per renderlo di nuovo capace di attaccare le cellule malate
Sicuramente una delle più importanti svolte degli ultimi 20 anni, l’immunoterapia oggi rappresenta una vera e propria svolta nella guerra ai tumori, come ha sancito la prestigiosa rivista scientifica americana Science che nel 2013 l’ha annunciata come la più importante scoperta scientifica dell’anno.
Cos’è l’immunoterapia
Insegnare di nuovo al sistema immunitario come difendersi dall’attacco del cancro. È questa la perifrasi più rapida per riassumere 50 anni di ricerca che hanno dato il via a una nuova era della medicina moderna.
L’interesse nei confronti del potenziale dell’immunoterapia è cresciuto esponenzialmente negli ultimi decenni, rendendo sempre più chiaro il ruolo che questa terapia sarebbe andata a ricoprire nella guerra della medicina contro i tumori.
Come anticipato, l’immunoterapia agisce con l’obiettivo di rafforzare il sistema immunitario del paziente potenziandolo con anticorpi e vaccini, quasi tutti creati in in laboratorio e strutturati per reinsegnare all’organismo come aggredire le cellule malate.
Ci troviamo a vivere un grande cambiamento, proprio come accadde con i primi farmaci anti-cancro negli anni ’60 e gli esordi della chemioterapia, siamo pronti per una nuova rivoluzione, ed è l’immunoterapia.
Come funziona l’immunoterapia oncologica
Il tipo di immunoterapia che si usa per combattere i tumori è detta “di attivazione”, lo scopo in questo caso è quello di indurre o di amplificare una risposta immunitaria. Esiste anche l’immunoterapia soppressiva che invece ha il compito di inibire il sistema immunitario, usata per esempio per combattere le allergie o in altre situazioni in cui il sistema immunitario ha una risposta estrema agli agenti esterni.
L’immunoterapia oncologica mira a riattivare le difese del corpo contro le cellule tumorali che in superficie espongono gli antigeni tumorali, molecole diverse da quelle delle cellule sane. L’immunoterapia sfrutterà proprio questa differenza per combattere il tumore: “insegnerà” al sistema immunitario a riconoscere gli antigeni tumorali e attaccare le cellule malate.
Quali tumori si combattono con l’immunoterapia
I risultati che oggi possiamo associare alla cura del cancro sono davvero incoraggianti; anche e soprattutto grazie all’immunoterapia, l’Italia è al primo posto in Europa per la diminuzione di decessi causati dal cancro.
Oggi sono diversi i tumori che è possibile trattare con questo tipo di terapia, ottimi i risultati avuti nel trattamento del melanoma, nel tumore al polmone e del rene in fase avanzata e anche per i tumori del distretto testa-collo, vescica e per il tumore della cute.
Differenza tra chemioterapia e immunoterapia
Se l’immunoterapia cerca di riattivare le naturali difese del corpo bloccate dal tumore, la chemioterapia agisce invece cercando di distruggere le cellule cancerose, o comunque di danneggiarle tanto da impedirgli di riprodursi. Il problema di questa metodologia è che nel cercare di distruggere le cellule malate spesso si colpiscono anche quelle sane, provocando così effetti collaterali come nausea, perdita di capelli, stipsi e riduzione di tutte le cellule del sangue.
Il primo farmaco immunoterapico è approdato sul mercato nel 2010 da allora l’ascesa è stata inarrestabile, soprattutto grazie ai risultati ottenuti nel trattamento del melanoma e del tumore al polmone, in cui il trattamento immunoterapico combinato con la chemioterapia ha prodotto un effetto antitumorale davvero efficace, potenziando la risposta immunitaria nei confronti delle cellule tumorali.
Effetti collaterali dell’immunoterapia
Come la chemioterapia anche il trattamento immunoterapico non è esente da effetti collaterali, può infatti accadere che il sistema immunitario riattivato non distingua le cellule sane da quelle malate e che le attacchi entrambe.
Generalmente i possibili effetti collaterali si presentano nelle prime settimane di cura, ma può succedere anche che compaiano anche durante la somministrazione e dopo la fine del ciclo terapico. Anche se si verificano raramente e spesso in forme lievi, è molto importante riconoscere subito le disfunzioni del farmaco per far si che gli effetti collaterali non degenerino. Ovviamente la risposta del corpo e le eventuali conseguenze negative che possono verificarsi variano a seconda della paziente e della tipologia di medicinale somministrato. Gli effetti più comuni possono essere:
- Rash cutanei
- Prurito
- Colite e diarrea
- Polmonite
- Epatite
- Problemi al metabolismo tiroideo (ipertiroidismo e ipotiroidismo)
- Diabete
- Disfunzioni renali
La cosa importante è stare attenti alle indicazioni del corpo prima che gli effetti collaterali degenerino. Quindi fare attenzione a sintomi come la progressiva difficoltà dei movimenti, senso di soffocamento, disturbi cardiaci e dolore muscolare diffuso. In questi casi è importante comunicare subito lo stato di salute all’oncologo, sarà lui a decidere cosa fare.