Medici, infermieri e sanitari italiani candidati al Nobel per la pace 2021

La loro ‘commovente abnegazione’ ha colpito il premio Nobel per la pace Lisa Clark e la Fondazione Gorbachev che hanno voluto avanzare la candidatura

Quando a partire dal marzo 2020 l’emergenza sanitaria legata al Covid-19 in Italia è apparsa fuori controllo, portando il Governo dell’epoca a scegliere la linea rigorosa di un lockdown nazionale, sin da subito il focus dell’attenzione dei media e, conseguentemente, delle persone si è spostato su virologi e sanitari, a cui ci siamo trovati a chiedere risposte e sostegno. Gli ultimi, in particolare, sono diventati simbolo di una “battaglia” in prima linea contro un virus sconosciuto che faceva (e ahinoi, ancora fa) esplodere le terapie intensive, portando soprattutto i più fragili alla morte.

Tutti noi abbiamo ancora negli occhi le terribili immagini di Bergamo in cui i camion dei militari portavano via decine di corpi che non ce l’avevano fatta, così come non dimenticheremo probabilmente mai le foto delle facce stravolte delle infermiere, segnate dalla stanchezza e dall’utilizzo per ore della mascherina. Una “guerra” non ancora finita ma che trova, coerentemente con la terminologia militaresca utilizzata per descrivere la situazione che stiamo vivendo, un suo apice nella candidatura ufficiale di medici, infermieri e operatori sanitari italiani al premio Nobel per la pace 2021.

Storia del Premio Nobel per la Pace

Il premio Nobel per la pace fu istituito nel 1895 da Alfred Nobel, fu assegnato per la prima volta nel 1901 e la cerimonia si svolge a Oslo, in Norvegia, in quanto all’epoca della nascita del riconoscimento quest’ultima faceva parte della Svezia, luogo di origine del premio. Altra particolarità di questo Nobel, a differenza degli altri (Letteratura, Medicina, Fisica, Chimica ed Economia), è quella che si tratta di un riconoscimento che non viene assegnato con l’obiettivo di valorizzare il lavoro di una vita intera del premiato; semplicemente si tratta di un premio destinato a chi ha compiuto anche una singola (ma rilevante) azione nella risoluzione di un conflitto internazionale o ha costruito un consenso pacifico.

Spesso soggetto a critiche e controversie (Gandhi, simbolo per eccellenza della resistenza pacifica, non l’ha mai vinto, per dire) ha visto fra i suoi ultimi vincitori il World Food Program (2020), l’ex militare e politico etiope Abiy Ahmed Alì (2019) e gli attivisti Denis Mukwege/Nadia Murad nel 2018; l’edizione 2021 ha ufficialmente 329 candidati, tra cui il movimento Black Lives Matter, il leader dell’opposizione russa Alexei Navalny e, appunto, i nostri sanitari.

Giovanni Toti: ‘Un importante riconoscimento per il loro grande impegno, la dedizione e i sacrifici’

Tra i molti candidati al premio Nobel per la pace 2021 ci sono, come detto, medici, infermieri e sanitari italiani. Una scelta che è stata salutata con gioia, in un post su Facebook datato 16 marzo, dal presidente della Regione Liguria e vicepresidente della Conferenza delle Regioni Giovanni Toti che ha voluto sottolineare come indipendentemente dall’esito della “competizione”, ‘tutta Italia non vi ringrazierà mai abbastanza ed è pronta a fare il tifo’.

Come da regolamento la candidatura è stata sottoscritta da un Nobel per la Pace, Lisa Clark, statunitense che vive nel nostro Paese (in Toscana, nello specifico), co-presidente dell’International Peace Bureau e volontaria durante l’emergenza Covid, che ha motivato così la sua scelta: ‘Ho candidato il corpo sanitario italiano al premio Nobel per la Pace poiché la sua abnegazione è stata commovente. Qualcosa di simile a un libro delle favole, da decenni non si vedeva niente del genere. Il personale sanitario non ha più pensato a se stesso ma a cosa poteva fare per gli altri con le proprie competenze’. Sottoscrizione a cui si è accompagnata anche quella della Associazione Fondazione Gorbachev, costituita nel 1998 a Piacenza, che svolge tra le sue attività principali l’organizzazione dei Summit Mondiali dei premi Nobel per la pace. Questa la spiegazione della Fondazione: ‘Hanno fatto ricorso ai possibili rimedi da medicina di guerra, combattendo in trincea per salvare vite e spesso perdendo le loro’.

Il premio Nobel per la pace sarà assegnato, a Oslo, in Norvegia,  il prossimo 8 ottobre 2021