Quanta acqua deve bere un bambino?

La salute passa (anche) da una corretta idratazione: ecco perché è importante imparare a bere fin da piccoli. Tutto quello che genitori e bambini devono sapere sull’acqua e sul suo consumo.

“Semplice come bere un bicchier d’acqua” è un’espressione di uso comune per indicare un’azione talmente naturale da risultare quasi banale. Eppure, mantenere la corretta idratazione corporea non è così scontato. Succede spesso, infatti, che si beva solo quando si sente la sensazione di sete senza sapere che in quel momento il nostro corpo ha già raggiunto la soglia di disidratazione.

E se ricordarsi di bere a sufficienza nell’arco della giornata è difficile per gli adulti, lo è ancor di più per i bambini, poco consapevoli di quanto preziosa sia l’acqua per il nostro corpo e per la nostra salute. 

Ma qual è la quantità di acqua giornaliera che deve bere un bambino? E’ una domanda più che legittima, soprattutto nel periodo estivo in cui disidratazione e colpi di calore sono rischi da non sottovalutare.

Perché bere è importante

L’uomo può sopravvivere senza cibo per alcune settimane, ma senza acqua non più di qualche giorno. Ben il 75% del corpo umano è, infatti, composto d’acqua e idratarsi significa garantirgli sempre una certa quantità di liquido, reperibile solo dall’esterno – attraverso il bere – poiché nel corpo umano non esistono “scorte”. Molte funzioni fisiologiche dipendono proprio dall’idratazione:

  • mantenere temperatura corporea nella norma, elastiche cute e mucose, sani i tessuti liquidi (es. il sangue);
  • produrre saliva e il film lacrimale dell’occhio;
  • lubrificare articolazioni e tessuti molli.

A sua volta poi l’acqua in accesso viene eliminata attraverso l’urina, le feci e la sudorazione.

Idratazione del bambino

Per capire l’importanza che l’acqua riveste per il nostro organismo, basti pensare che con una disidratazione del solo 2% l’organismo non è più in grado di regolare la sua temperatura corporea. L’abitudine a bere il giusto quantitativo d’acqua giornaliero, quindi, va trasmessa ai bambini fin dalla prima infanzia perché proprio loro, che perdono più liquidi con la traspirazione e hanno una minor percezione della sete, si disidratano più facilmente con l’attività fisica o con le elevate temperature estive. 

Il bambino presenta un fabbisogno di liquidi pari a circa il 50% in più rispetto all’adulto; dipende dal rapporto superficie/volume del corpo, che è appunto superiore nel bambino rispetto all’adulto e si traduce in pratica in una maggiore capacità di scambio di calore con l’esterno che consente all’acqua di evaporare più facilmente. C’è da aggiungere, poi, che i più piccoli sono più attivi, il loro metabolismo è accelerato e, quindi, hanno una perdita di liquidi proporzionalmente più elevata e rapida

Una corretta idratazione aiuta anche a scuola e nello sport, previene l’obesità e contrasta l’aumento del rischio di patologie quali calcoli renali o alla colecisti.

Disidratazione bambini sintomi

E’ l’Ospedale Bambin Gesù di Roma a spiegare cos’è la disidratazione, le sue cause e, soprattutto, i rischi a cui possono andare incontro i bambini che non sono correttamente idratati. Prima di tutto, essa “è causata solitamente dall’eccessiva perdita di liquidi, a causa di vomito e  diarrea oppure, occasionalmente, dall’inadeguata assunzione di liquidi, come in caso di allattamento insufficiente”. 

Abbiamo detto che sono proprio i più piccoli i soggetti più a rischio – soprattutto nel periodo estivo – perché il loro organismo contiene più liquidi e il loro corpo è più piccolo (se negli adulti la quantità d’acqua corporea è tra il 50 e il 60%, nel lattante è il 75%, con un rischio di disidratazione tre volte maggiore). 

La disidratazione nei bambini si manifesta con uno o più dei seguenti sintomi:

  • Perdita di peso in breve tempo;
  • Scarsa reattività;
  • Pelle secca e fredda;
  • Labbra screpolate e bocca asciutta;
  • Sonnolenza o irritabilità;
  • Diminuzione del volume delle urine che assumono un colorito scuro;
  • Occhi infossati e, nel piccolo bambino, infossamento della fontanella sulla testa;
  • Pianto senza lacrime.

Ricordiamo che il primo segno di disidratazione è proprio la sete che, soprattutto in estate, va sempre prevenuta bevendo poco ma di frequente e a piccoli sorsi. Questo perché con il caldo, i bambini possono essere esposti al cosiddetto “colpo di calore” (o ipertermia), causato da una diminuzione dell’acqua corporea pari al 10% del peso corporeo. I sintomi sono principalmente cardiovascolari, talvolta anche molto gravi.

Quantità di acqua giornaliera per fascia d’età

Qual è la quantità di liquidi di cui l’organismo ha bisogno? Essa varia in relazione all’età, alle condizioni di salute, all’attività fisica e al regime alimentare. E’ stata la Sinu (Società italiana di nutrizione umana) ad inserire per la prima volta l’acqua tra i nutrienti indicati nei “livelli di assunzione raccomandati”, e ha stilato una tabella suddivisa per sesso ed età.

Quanta acqua devono bere i bambini?

Quanta acqua deve bere un bambino di 6 mesi 900ml al giorno
Quanta acqua deve bere un bambino di 12 mesi 900ml al giorno
Quanta acqua deve bere un bambino di 2 anni 1200ml al giorno
Quanta acqua deve bere un bambino di 3 anni 1200ml al giorno
Quanta acqua deve bere un bambino di 4 anni 1400ml al giorno
Quanta acqua deve bere un bambino di 5 anni 1400ml al giorno
Quanta acqua deve bere un bambino di 6 anni 1400ml al giorno
Quanta acqua devono bere i bambini 7-10 anni 1800ml al giorno

 

Quanta acqua devono bere gli adolescenti?

Adolescenti maschi: quanta acqua bere al giorno

Da 11 a 14 anni: 2.000 ml al giorno
Da 15 a 17 anni: 2.500 ml al giorno

Adolescenti femmine: quanta acqua bere al giorno

Da 11 a 14 anni: 1.900 ml al giorno
Da 15 a 17 anni: 2.000 ml al giorno

 

Per completezza di informazione, gli adulti (maschi) dovrebbero assumere 2.500ml al giorno dai 18 anni in su, 500ml in meno se femmine. Discorso diverso per le donne in gravidanza che devono aggiungere 300ml in più al giorno e durante l’allattamento, quando di ml al giorno se ne devono aggiungere 700. 

Acqua ai neonati 

Per quanto riguarda i neonati, invece, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) “raccomanda l’allattamento al seno esclusivo per i primi 6 mesi di vita come pratica di salute pubblica per tutta la popolazione mondiale per raggiungere crescita e sviluppo ottimali e, conseguentemente, l’introduzione di alimenti diversi dal latte solo dopo i 6 mesi”. L’acqua non fa eccezione, poiché è lo stesso latte materno – facilmente digeribile – ad esserne composto per circa l’87% (oltre ad una proporzione ben bilanciata di proteine, grassi e carboidrati). Soddisfa quindi da solo tutti i fabbisogni alimentari del bambino nei primi 6 mesi di vita. 

Come scegliere l’acqua?

C’è anche un altro aspetto da valutare nell’educare il bambino ad un corretto rapporto con l’acqua: è necessario che essa abbia un gusto gradevole. 

Può sembrare strano, ma succede che i più piccoli, seppur con la sete, si rifiutino di bere proprio perché gusto e temperatura non sono, per loro, piacevoli. E siccome è l’acqua la miglior bevanda in assoluto per mantenere l’organismo idratato e in salute, va resa più “appetitosa” magari con l’aggiunta di limone o altra frutta (un richiamo alle bevande zuccherate della pubblicità, senza i danni collaterali che potrebbero causare). 

Per scegliere il tipo di acqua più adatta i genitori devono imparare a leggere le etichette. Una delle voci più importanti è il Residuo Fisso a 180C che dà una stima del contenuto di sali minerali contenuti: più questo valore è alto maggiore è la quantità di sali contenuti e minore è l’effetto diuretico; minore è la concentrazione e più l’acqua risulta leggera al palato, stimola la diuresi ed è particolarmente indicata per i neonati, per chi soffre di ipertensione ed utile per prevenire la calcolosi.