Alla scoperta della prima Fattoria Terapeutica in Italia

Ha inaugurato ad aprile 2021 e si trova in Liguria. Abbiamo intervistato la Coordinatrice della Struttura Dott.ssa Marianna Dotta per farci raccontare come è nata e come funziona

In provincia di Imperia, a Diano Marino per la precisione, è nata Villa Danilo, la prima Fattoria Terapeutica in Italia. ‘Un progetto riabilitativo terapeutico – come si legge nella presentazione del sito – rivolto a pazienti minori affetti da patologia psichiatrica, all’interno del quale ai pazienti non viene chiesto di lavorare, sono gli operatori a prendersi cura degli animali e della terra, ma possono beneficiare dello stare insieme e del fare insieme in un contesto altamente terapeutico’.

Villa Danilo, che è stata aperta nell’aprile 2021, si avvale di una équipe curante composta dal Consulente Psichiatra, dal Direttore di Comunità, dal Coordinatore di Struttura, da diversi professionisti (dagli infermieri ai terapisti) e può accogliere fino a un massimo di 15 ospiti, di età compresa fra i 14 e i 18 anni.

Ne abbiamo parlato con la Coordinatrice della Struttura Dott.ssa Marianna Dotta, raggiunta telefonicamente, partendo dalle origini dell’idea della Fattoria Terapeutica fino alle finalità del percorso che possono intraprendere i giovani pazienti accolti.

Buongiorno Dott.ssa Marianna Dotta, Villa Danilo è la prima Fattoria Terapeutica in italia, un progetto riabilitativo terapeutico rivolto a pazienti minori affetti da patologia psichiatrica. Le va di raccontarci come nasce?

Il progetto della Fattoria Terapeutica nasce da un’idea del proprietario Giovanni Giusto, il direttore scientifico, il fondatore del gruppo La Redancia (l’offerta di terapia residenziale di cui fa parte Villa Danilo, ndr), ed è uno dei pionieri in Italia della psichiatria comunitaria; da anni è in prima linea con le comunità del gruppo e nel lavoro con i pazienti psichiatrici gravi nelle strutture residenziali. Questa idea nasce inoltre dalla voglia di andare oltre il concetto di comunità terapeutica, con cui lavoriamo da tanti anni, un modello dinamico che ha sempre al primo posto i bisogni dei pazienti. Una cosa che a me piace raccontare, che forse oggi risulta difficile da credere, è che questo progetto della Fattoria nasce ben prima della pandemia, ben prima del Covid.

Perché è difficile da credere?

Perché l’idea di questo progetto in cui sono centrali il ritorno alla terra, alle origini, alla cultura contadina, nasce prima di questo periodo che stiamo vivendo e in cui questi elementi sembrano fondamentali. Negli ultimi anni, comunque, è cresciuta la sensibilità rispetto al reimpossessarsi degli spazi aperti, al recupero di un rapporto con la natura e con la terra che è stato troppo trascurato. Noi vogliamo fare questo lavoro di recupero, di ritorno alle origini, in una sinergia forte con il modello della comunità terapeutica che noi come gruppo portiamo avanti.

Una caratteristica centrale di questo progetto è che ai pazienti non viene chiesto di lavorare e sono gli operatori a prendersi cura degli animali e della terra. Inoltre l’attività più importante è, per voi, la gestione della quotidianità. Qual è la giornata-tipo del paziente?

La giornata tipo è proprio il risultato delle due anime che la Fattoria Terapeutica ha l’obiettivo di unire, la comunità terapeutica e la fattoria. Al mattino, dopo colazione, i ragazzi hanno la possibilità, se lo desiderano, di accompagnare l’operatore a dare da mangiare agli animali e a prendersi cura di loro. Poi ognuno degli ospiti, a seconda del proprio progetto (nelle comunità terapeutiche ogni ospite ne ha uno uno individuale), è coinvolto nel percorso scolastico o professionale. Ovviamente in questo momento seguono la DAD ma in casi non di emergenza vanno proprio a scuola, anche in autonomia. Ci auguriamo ci possa essere al più presto un ritorno in presenza, perché con la DAD si perdono tutti quegli aspetti più socializzanti che sono comunque importanti.

Poi come prosegue?

Dopo il pranzo vengono svolte tutte le attività altamente specializzate a carattere terapeutico e riabilitativo come la terapia multifamiliare, la musicoterapia (qua vi spieghiamo che cos’è e perché fa bene), i gruppi di discussione, alternate ad attività più ludiche con un preciso calendario settimanale che si costruisce a seconda delle stagioni e a seconda del gruppo ospiti. Ovviamente per noi è fondamentale il gruppo “cucina” nella Fattoria Terapeutica perché permette di utilizzare e manipolare i prodotti coltivati dell’orto così come le uova delle galline. Prima di cena c’è nuovamente un momento in cui l’operatore si dedica agli animali e a bagnare l’orto e quindi lascia libero spazio agli ospiti di partecipare; la sera gli ospiti possono percorrere liberamente gli spazi comuni o quelli privati.

In quanto fattoria è centrale anche la presenza degli animali. In che modo il rapporto tra quest’ultimi e i pazienti è funzionale al percorso terapeutico?

È un rapporto direi fondamentale perché il rapporto con l’animale permette al paziente di costruire un contatto affettivo, libero da giudizi e da colpe. I nostri animali ovviamente sono stati selezionati in base alle loro caratteristiche, sono quindi molto miti, molto disponibili al contatto con l’essere umano. La capra si chiama Marina ed è una giocherellona, sempre in cerca di attenzioni, mentre le due cagnoline, Tina e Giara (due sorelle), non aspettano altro che qualcuno le vada a coccolare, le faccia giocare; poi abbiamo le due asine che si chiamano Peppa e Amedea, sono mamma e figlia, sono molto tranquille, molto docili, sempre contente di essere spazzolate o accarezzate. Infine il poter osservare l’operatore che si prende cura ogni giorno degli animali porterà lentamente il paziente, all’interno del processo di cura, a imitare e identificarsi con l’operatore stesso, con benefici nel processo di reinserimento.

La Fattoria è nata da poche settimane e quindi anche il percorso dei giovani pazienti è all’inizio. Quali sono le finalità terapeutiche? 

Abbiamo aperto a inizio aprile (2021, ndr) e la Fattoria Terapeutica si pone l’obiettivo di rispondere a una domanda di ricovero in ambito residenziale per minori affetti da gravi disturbi a livello comportamentale, in fase subacuta, che sono correllati a patologie psichiatriche dell’età evolutiva e dell’adolescenza. Nelle finalità di Villa Danilo è fondamentale il reinserimento del paziente nel contesto socio-abitativo o, nel caso questo non esista o sia altamente compromesso, la creazione di un nuovo contesto, maggiormente adatto a lui.

L’obiettivo principale è quello di aiutare il paziente a gestire le proprie angosce e costruire insieme a lui e insieme ai suoi curanti, ovviamente, un progetto terapeutico individuale, finalizzato a sviluppare le potenzialità evolutive del paziente, riducendone il disagio psichico. La struttura si prefigge poi lo scopo di valorizzare il gruppo come strumento terapeutico, di elaborazione e di integrazione, inserendo il paziente in un microcontesto sociale e dandogli gli strumenti per interpretare e fronteggiare la complessità con risposte operative, programmate e personalizzate. Lo strumento fondamentale della comunità stessa è la vita in comune, la possibilità e la necessità di condividere, per un periodo di tempo, uno spazio da abitare; un’esperienza possibile e reale in un clima familiare, all’interno del quale diventa fondamentale anche la presenza degli animali e degli spazi esterni.

In ultimo, quali sono le modalità di accesso?

La modalità di accesso, in realtà, sono uguali per tutte le comunità terapeutiche e quindi anche per la Fattoria Terapeutica. Le richieste di inserimento normalmente avvengono attraverso il Servizio sanitario nazionale, a volte arrivano dal tribunale (in caso di reati) o ancora dalle famiglie in forma privata. Il minore viene quindi presentato alla struttura con una relazione che è valutata dai responsabili e proposta poi all’equipe allargata durante la riunione settimanale.

A questo fa seguito fa un incontro conoscitivo a cui teniamo molto, perché è importante, al di là di quello che viene scritto nelle relazioni, conoscere i ragazzi di persona; adesso ovviamente lo facciamo via web, però quando possibile anche di persona. Quest’incontro avviene alla presenza degli operatori e spesso della famiglia, si valutano sia le condizioni cliniche che la motivazione, oltre al consenso a provare a intraprendere un percorso comunitario. Infine c’è la visita della struttura e, se tutto va in maniera positiva, si procede con l’inserimento.

Per maggiori informazioni questi sono i contatti della Fattoria Terapeutica Villa Danilo:

Sito Villa Danilo – Fattoria Terapeutica

Mail villadanilo@redancia.net

Tel. 0183 681910