Il mio cane può avere i brufoli?
Abbiamo notato le stesse bolle che hanno contraddistinto la nostra adolescenza, ma a cosa sono dovute?
Può capitare che, durante la dose di coccole giornaliera, ci si possa imbattere in bolle o protuberanze arrossate sulla pelle del nostro amato Fido. Starà forse entrando nella pubertà? Non avendo ricevuto richieste di truccare lo scooter o di farsi l’orecchino, siamo leggermente confusi: le cause che possono portare a ciò sono diverse, vediamo di cosa si tratta.
Possibili cause dei brufoli nel cane
Acne
All’aspetto esteriore appaiono proprio come brufoletti, che, concentrati nella zona del muso, prendono appunto il nome di acne canina. Ne sono soggette specialmente razze a pelo corto, come Bulldog, Boxer e Dobermann. Sebbene la cute dell’uomo può essere simile ad alcuni animali, come il maiale e il topo, nei confronti della specie canina si mostra differente: le principali differenze si trovano nel contenuto e tipologia di lipidi, differenze che si accentuano nel caso di una lesione. Quello che è stato trovato nelle analisi dei campioni di pelle, è che l’occlusione dei pori, più che a un’eccessiva produzione di sebo da parte delle relative ghiandole (caso dell’uomo), è dovuta ad un’aumentata cheratinizzazione. Il risultato è lo stesso, poiché si ha un’infiammazione all’interno del poro chiuso: l’infiammazione riguarda svariati follicoli piliferi, dove i peli, che normalmente si sviluppano, possono rompersi e aggravare la situazione. Di conseguenza, molto spesso l’acne canina è meglio classificata come follicolite.
Inizialmente si pensava che determinati sbalzi ormonali, un po’ come avviene nell’uomo, potessero esserne la causa, ma, successivamente, è stata attribuita a occlusioni o traumi che si verificano molto spesso, soprattutto nella zona del muso.
Piodermite
Questo è il caso dove, oltre a un’infiammazione, è presente un’infezione.
Rientra nelle dermatiti, ma ha prevalentemente origine batterica, nello specifico dal ceppo degli Stafilococchi. Può interessare solo strati superficiali della pelle o penetrare fino a strati più profondi. Le caratteristiche sono:
- produzione di pus (da cui viene anche il nome),
- desquamazione,
- arrossamenti,
- ulcerazioni,
- vescicole.
Trattandosi di infezione batterica, si trova a proprio agio in zone calde e umide, dove già normalmente si trova un numero elevato di batteri. Pieghe del muso, collo e labbra sono zone molto soggette, come anche gli spazi tra le dita delle zampe, ma ogni zona del corpo può essere coinvolta, soprattutto se in contemporanea giocano altri fattori.
Altre cause
Diciamo che le manifestazioni cutanee possono essere comunque molto simili, ma provenire da fonti molto diverse:
- scarsa igiene,
- infezioni fungine,
- irritazioni da contatto,
- disturbi metabolici,
- basse difese immunitarie,
- interessamento di tiroide o fegato,
- tumori.
Molto spesso, infatti, le manifestazioni cutanee sono secondarie a questi disordini: anche il prurito, che può essere intenso, porta il cane a grattarsi o strofinarsi violentemente, facendo comparire o peggiorare gli eventi.
La visita specialistica del veterinario serve appunto a determinare eventuali cause interne, facendo fare un check-up completo, oltre a verificare la gravità della situazione esterna.
Trattamento dei brufoli del cane
Una volta determinate la natura del disturbo, il veterinario sceglie la via più idonea al trattamento.
Si può ricorrere ad antinfiammatori, di natura steroidea o no, per andare a contrastare l’infiammazione presente sulla cute.
Nel caso di infezione, il protocollo è pressoché lo stesso nella maggioranza dei casi: somministrazione di antibiotici sistemici, topici, o in combinazione. L’intento è quello di massimizzare l’efficacia e minimizzare il rischio di resistenza agli antibiotici, che rimane il problema più ostico. Per questo è preferibile la combinazione orale/topica, poiché si può beneficiare dei rispettivi vantaggi.
Altri fattori che possono influire sulla terapia scelta sono:
- gravità ed estensione delle lesioni,
- manto del pelo e temperamento del cane,
- malattie concomitanti ed eventuali trattamenti farmacologici,
- abilità del padrone nel sottoporre la cura.
Tra i vari antibiotici sistemici, la considerazione viene fatta in base a sicurezza, costo, prevalenza locale o resistenza già nota, ad esempio per gli stafilococchi. Per quanto riguarda invece i prodotti a uso topico, si ha paura di un’applicazione difficoltosa e quindi una scarsa aderenza alla terapia: il vantaggio però sta nella guarigione più rapida delle lesioni, scarsi effetti collaterali e riduzione del tempo di guarigione, quando combinati con la via orale.
Quello che riguarda il padrone
Il suo ruolo principale è quello di cercare di far aderire il cane alla cura, che può durare dalle quattro alle sei settimane, senza contare eventuali ricomparse.
Ma soprattutto, bisogna vincere l’impulso di rompere o strizzare le bolle che si formano, per evitare che l’infezione si possa diffondere o che compaiano cicatrici.
Al contempo, mantenere alta l’igiene dell’animale, specialmente nelle zone interessate: proprio per questo esistono apposite preparazioni, come shampoo, lozioni, gel e balsami che contengono antisettici, antifungini o antibiotici.
Sebbene questi fenomeni di norma non siano gravi o letali, avere riguardo per l’alimentazione e preservare la salute generale del nostro cane sono altri validi metodi.
Il tutto è ovviamente da aggiungere ad una dose extra di coccole!