Quanto vive un criceto?
Una guida completa su come farlo vivere più a lungo possibile
Timido, intelligente, delicato. Un tesoro, come viene chiamato in Germania. Il criceto è uno degli animali domestici più amati nei paesi occidentali, Italia compresa. Come altri roditori, è estremamente sensibile, quindi ci sono varie accortezze da sapere, e usare, per fargli vivere una vita serena e più lunga possibile, nelle sue possibilità.
Quanto vive un criceto a seconda della specie?
I criceti che vivono allo stato brado, hanno un’aspettativa di vita che dipende da vari fattori, in primis quello di essere, potenzialmente, facile preda per serpenti e grossi uccelli. Come per altri animali, inoltre, anche per lui le dimensioni contano. Il criceto selvatico europeo, ad esempio, ha un’aspettativa di vita di otto anni, ma bisogna tener presente che è lungo 35 cm, il doppio di quelli che si trovano in cattività.
E quali sono allora le specie ‘’domestiche’’?
- il criceto dorato o siriano, che vive in media da due a tre anni
- il criceto russo invece ha un’aspettativa che non supera i due anni
- il criceto cinese, dai due ai tre anni
- il criceto Roborovsky solitamente ha un’aspettativa di vita di tre anni, che talvolta riesce anche a superare
- il criceto Campbell Hamster va dall’anno e mezzo ai tre
Come si evince da questi dati, il nostro amico roditore non ha una vita lunga se paragonata, ad esempio, a quella di noi essere umani. Però con le attenzioni e le cure necessarie possono anche sorprenderci, come è successo a un criceto siriano in Inghilterra che è arrivato fino a 4 anni e mezzo. Un record.
Cosa fare per far vivere a lungo un criceto
Dunque, se hai intenzione di prendere un criceto ci sono diverse cose da tener presente. Per prima cosa è importante far luce sulla sua natura: il criceto è un animale notturno. Svegliarlo di giorno perché si ha voglia di farlo giocare non solo può costarvi un bel morsetto, ma può essere una grande fonte di stress per lui. Eh sì, perchè il criceto è un animale molto sensibile, che ha grande difficoltà nel gestire lo stress; cosa che potrebbe causargli malattie, come l’ileite proliferativa, conosciuta anche come coda bagnata, un’infezione batterica dell’intestino. Dobbiamo inoltre tener presente che è un animale praticamente cieco, il suo raggio oculare è di pochi centimetri. Se vogliamo farlo giocare fuori dalla gabbia, è opportuno farlo su un grande divano, oppure a terra, magari su un tappeto, così che, qualora salti, non si faccia male. A questo aggiungiamo anche un altro consiglio: mantenere il suo habitat su un solo livello. Inoltre, al contrario, ad esempio, dei porcellini d’India, il criceto ama vivere da solo. Possono ricorrere a violenze estreme se incrociano un altro esemplare. Altra cosa importante da sottolineare è che, per la loro sensibilità e, quasi, cecità, sono animali che si spaventano facilmente: è consigliabile avvicinarsi sempre con attenzione alla gabbia, magari di lato e non frontalmente, annunciandolo per nome. Sì, il criceto riesce a riconoscere il proprio nome come cani e gatti, è un animale particolarmente intelligente.
Le accortezze, però, non finiscono qui.
L’alimentazione del criceto
Secondo la Canadian Federation of Human Societies, l’alimentazione di un criceto in cattività deve contenere almeno il 16% di proteine e il 5% di grassi. Questo implica un tipo di dieta basata su cereali, frutta e verdura, con diverse indicazioni da tener presente (quelli selvatici aggiungono anche piccoli serpenti, rane e insetti). Ad esempio, arachidi e semi di girasole, particolarmente grassi, devono essere serviti in piccole quantità; le verdure devono essere fresche, ben lavate. Si consigliano lattuga romana, carote, broccoli, spinaci, carciofi: in generale le verdure dal color verde scuro; evitare, invece, lattuga iceberg e altre verdure, o frutta, ad alto contenuto di acqua: causano diarrea. Per quanto riguarda la frutta, il criceto è ghiotto di mele, pere, fragole e banane; però dovrebbero essere dati con parsimonia, quasi come se fossero un premio. Si ricorda inoltre di togliere quella frutta e verdura che non viene consumata nelle 24h. Il fieno, infine, è un ottimo alimento da rosicchiare: i denti del criceto crescono per tutta la sua vita, è importante che abbia sempre qualcosa che funga da lima, se crescessero troppo potrebbe farsi male (a tal proposito suggeriamo anche piccoli ramoscelli di legno). In generale, non dare mai al tuo criceto cioccolato, caffeina, alcol, zucchero e qualsiasi cibo ad alto contenuto di grassi.
Ricorda anche che non sono animali dal grande appetito, non mangiano tanto. Assicurati, quindi, che la ciotola sia piena di cibo, che loro stessi provvederanno a nasconderlo (di solito sotto la lettiera): sì sono animali a cui piace nascondersi e nascondere oggetti e cibo. Potremmo quasi chiamarli degli accumulatori seriali.
Ultima cosa molto importante: una variazione improvvisa nella dieta potrebbe causargli un forte stress, il che, a sua volta, provocherebbe qualche malattia. Se si decide per un nuovo piano alimentare, procedere per gradi.
L’habitat del criceto
La gabbia del criceto è pensata per essere un rifugio sicuro. E’ noto che si possono rompere le zampette nelle ruote metalliche: compra ruote a superficie solida e giocattoli appropriati da masticare, come blocchi di legno tenero. Qualora si abbia un criceto dal pelo lungo, è opportuno tagliarglielo periodicamente in modo che non si impigli. Capitolo lettiera. Evitare trucioli di cedro e di pino perché potenzialmente pericolosi per gli occhi, la pelle e le vie respiratorie. Optare invece per una ‘’biancheria’’ di carta non profumata: gli aromi possono disorientarlo. Data la sua scarsa vista, l’olfatto è il senso che dà orientamento. Basti pensare che riescono a produrre un profumo che usano per tornare a casa quando si perdono. Ultimo consiglio, ma non certo per importanza, anzi, è di lavarsi sempre bene le mani quando si ha intenzione di giocare con lui o semplicemente abbiamo a che fare con il suo habitat e i suoi giochi. I germi umani possono passare al criceto, come ad esempio il raffreddore, con effetti pericolosi. Insomma, maneggiare con cura.