Cos’è la teoria del complotto
Guida alla teorie del complotto e come combatterle
Se siete capitati qua è perché volete saperne di più sul motivo per cui certe strane storie circolano. Storie che raccontano che nel film ‘Genitori in trappola’ le due gemelle protagoniste della pellicola non sono entrambe interpretate dalla promettente attrice Lindsay Lohan ma che una di loro è sua sorella, morta alla fine delle riprese. Storie che dicono che fu Stephen King a uccidere John Lennon e che Lady Gaga gettò un’amica da una scogliera per poi rubarle l’identità e la fama. Come dite? Non ci credete? Fate bene. Si tratta solo di alcune fantasie che ancora oggi trovano spazio su internet e sui social network.
Tra complotti del nuovo ordine mondiale o della medicina e seguaci delle idee dell’ex-ricercatore universitario Corrado Malanga, facciamo un po’ di ordine su come, quando e perché sono nate le teorie del complotto.
STORIA DELLE TEORIE DEL COMPLOTTO
Tutto ha inizio nel 1789 quando la Rivoluzione Francese è al suo culmine. I borghesi vogliono far crollare l’ordine costituito, in un contesto di pesanti differenze sociali. Gli ideali illuministi di uguaglianza, libertà e fratellanza sono portati avanti con la violenza e le teste cadono a colpi di ghigliottina. L’apice è la condanna a morte di Re Luigi XVI ma i conflitti interni, tra i ribelli, conducono alla morte anche migliaia di innocenti, accusati di aver preso parte a ipotetici complotti antirivoluzionari messi in piedi dagli aristocratici, nemici del rinnovamento.
Passa qualche decennio e il nome da tenere a mente è quello di Rudolf Steiner. Siamo all’inizio del ‘900 e l’esoterista e teosofo austriaco sostiene che le confraternite anglo-americane stiano tramando il dominio culturale e spirituale della società, nascondendo questo intento dietro la maschera dell’imperialismo economico.
Un mondo di logge, rituali esoterici, strategie geo-politiche ed esperimenti sociali riassunto nell’espressione ‘teoria del complotto’, utilizzata per la prima volta nel 1964 in occasione dell’omicidio del Presidente americano John F. Kennedy. Una dicitura che nel tempo verrà applicata ancora decine di volte nei più svariati contesti.
DALLO SBARCO SULLA LUNA AI RETTILIANI. TRE ESEMPI DI TEORIE DEL COMPLOTTO
Come abbiamo detto le teorie del complotto sono tante e arrivano fino ai giorni nostri. Eccone tre tra le più storiche, celebri e assurde che non potevamo non citare:
- Teoria del complotto lunare
Il 20 luglio 2019 in molti, in tutto il mondo, avranno rivolto lo sguardo in alto verso il cielo per commemorare il 20 luglio 1969, data dello sbarco dell’uomo sulla Luna. Un risultato che rappresentava una “semplice” prova di forza degli Stati Uniti nei confronti dell’allora U.R.S.S. nel contesto della “guerra fredda” ma che nessuno si sarebbe sognato di mettere in dubbio. Invece, nel tempo, ha fatto capolino la teoria secondo cui, l’apice della corsa alla conquista dello spazio, sarebbe stata in realtà una messa in scena ben architettata dagli americani che avrebbero ingaggiato il famoso regista Stanley Kubrick per girare lo sbarco in uno studio televisivo.
Una “verità” che nel 1999 era tale per il 6% degli americani e che tuttora continua a trovare, proprio per lo sviluppo della rete internet, terreno fertile.
- Teoria del complotto sull’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001
Sono molte le teorie su questo terribile avvenimento ma la tra le più celebri c’è quella legata alla copertina ‘Breakfast in America’, album del 1979 dei Supertramp.
La storia vuole che esaminandola attentamente e posizionando l’immagine davanti allo specchio si noti come la U e la P, del nome del gruppo, parzialmente coperte dalla raffigurazione in chiave culinaria delle Twin Towers, ricordino in maniera inequivocabile e inquietante la data del 11 settembre.
In quel giorno, ma nel 2001, proprio le due torri di New York furono abbattute dagli attentati terroristici, dando forza alla tesi secondo cui 22 anni prima tutto era già stato previsto.
- Teorie del complotto sui rettiliani
Si farebbe infine peccato mortale a non nominare una delle più celebri teorie complottistiche mai messe in piedi: quella dei rettiliani.
Ipotizzata e portata avanti dallo scrittore e giornalista britannico David Icke, a partire dal 1999 (data di uscita del suo libro ‘The Biggest Secret: The Book That Will Change the World’), sostiene la tesi che sulla terra esista la razza di umanoidi rettiliani in grado di controllare l’umanità attraverso una forza occulta.
RETTILIANI FAMOSI
Una specie di cui farebbero o avrebbero fatto parte personaggi illustri della geo-politica mondiale come gli ex-Presidenti degli Stati Uniti d’America George W. Bush, Barack Obama e Bill Clinton, componenti della famiglia reale inglese e anche il comico britannico Bob Hope. La lista non si ferma certamente a questo pugno di nomi e Icke ha venduto milioni di copie di libri con la sua tesi, rafforzata dal fondatore della Chiesa acquariana del servizio universale, Paul Shockley, e dai contattisti Sheldan Nidle e Riley Martin che vedono un mondo popolato di figure fiabesche e professano teorie pseudo mediche.
Idee che hanno nel tempo raggiunto e convinto un numero imprecisato di persone che le cose non stiano esattamente come le vediamo. Non restare sul piano del concreto porta però a confondere in maniera pericolosa realtà e fantasia. Come si fa allora a combattere le teorie del complotto?
COME COMBATTERE LE TEORIE DEL COMPLOTTO
Ansia sociale, crisi economiche e d’identità, oggi più di ieri affollano il nostro mondo occidentale. Affidarsi a credenze, per quanto assurde siano, è un modo per ritrovare la bussola e la serenità. Sono queste, in buona sostanza, le motivazioni che (ci) spingono a pensare che la realtà sia molto più complessa e macchinosa di quanto si mostra ai nostri occhi. Per questo in molti vedono la verità in certe strane teorie.
Chi porta avanti queste convinzioni, poi, lo fa utilizzando una metodologia e un linguaggio che nelle forma sono assolutamente in linea con un procedimento razionale e scientifico e questo rende la distinzione ancora più difficile. Riaffermare ciò che è vero da ciò che è falso è quindi un esercizio complesso. Fermarsi un attimo a ripensare come e perché diffondiamo le informazioni, di qualsiasi genere e categoria, può però essere una buona via da percorrere. Così come basarsi sempre su prove che arrivano da fonti ufficiali e autorevoli.
Nella speranza di non essere additati da qualche complottista come nemici della società.