Masturbazione femminile: la fine del tabù e l’inizio di una nuova era
La chiamiamo nuova era, ma è già iniziata da un pezzo, per fortuna. Vediamo insieme il passo che sta tenendo il cambiamento, da dove siamo partiti, cosa abbiamo scoperto e qual è la strada da intraprendere per conoscersi.
Masturbazione femminile: la fine dei tabù
Non c’è bisogno di dati scientifici o quinquennali ricerche sociologiche per assicurare a tutti, ufficialmente, che sì: le ragazze si masturbano. Le ragazze, le donne e anche le anziane si masturbano.
Oggi le donne parlano di masturbazione e orgasmi senza sentirsi in dovere di edulcorare termini e dettagli in merito a quanto fanno, vedono, sentono e vogliono dal sesso, in coppia o da sole.
Non è stato eliminato del tutto, e forse per alcune di noi non lo sarà mai, il timore di sentirsi giudicate nell’esprimere apertamente le proprie abitudini e le proprie esigenze e, in un mondo in cui alle giovanissime, in campo sessuale, è richiesto un livello di spigliatezza ed esperienza spesso troppo alto, il rischio di sentirsi inadeguate oscilla in tutte le direzioni: ne sa troppo, ne sa troppo poco. È una suora, è una facile.
Di certo possiamo dire che la tradizionale visione della donna anni ’50, timorata e intimorita, sia stata stata sostituita, almeno sulla carta, dalla possibilità di scegliere più liberamente come vivere la propria sessualità, e parlarne, se si vuole. Possiamo cercare di addentrarci in questo mondo scambiando pareri o esperienze con le amiche, o magari ascoltando un podcast di sex empowerment, oppure lo si può fare senza dire niente a nessuno.
Viviamo in un mondo dove i produttori di sex toys possono raccontarsi su instagram e una donna può acquistare in farmacia un pacchetto di preservativi senza doversi vergognare, gli assorbenti ancora no, per quelli c’è ancora tanta strada da fare, ma siamo su quella giusta: abbiamo trovato il coraggio di dire orgasmo, con la stessa libertà e consapevolezza con cui Harry Potter diceva Voldemort.
Si dice che, per stare bene con qualcuno, prima sia necessario stare bene da soli. Questa psicologia di coppia è applicabile anche all’ambito sessuale? Probabilmente sì.
Masturbazione femminile: come scoprirla, come imparare
Online si trova tutto, anche un elenco puntato sul “come masturbarsi: i 5 passi fondamentali”. È giusto, forse un po’ inutile, ma coerente con i tempi in cui viviamo, perché ci fa sentire a nostro agio nel dimostrare che questa curiosità è lecita, questo bisogno normale e questa voglia è socialmente accettata.
Per molte ragazze, presa visione del contesto, il secondo dei 5 passi fondamentali è capire da dove iniziare. E come.
Quando vai dallo psicologo per la prima volta, lui ti chiede “perché sei qui?”. Come corrispettivo, il sessuologo ti domanda “conosci la tua vagina? Devi imparare come sei fatta. Prendi uno specchio e guardati.”
Conoscersi infatti è l’inizio e la fine di questa storia che viviamo con noi stessi, e con gli altri, comincia e non finisce mai, mentre cerchiamo di scoprire cosa ci piace e cosa vogliamo, è un percorso personale e diverso per ognuna. La sessualità è un abito da cucire su misura.
La seconda cosa da sapere è dove concentrare l’attenzione, ovvero lo stimolo fisico: ascoltare il corpo attentamente, provare gli stimoli, senza fretta, cercando di ascoltare le sensazioni.
Altra cosa importante è sfatare tutti i miti sulla durata di una “sessione di masturbazione”: è soggettivo e non esiste un tempo giusto, una soglia minima.
Durante l’adolescenza, le prime volte che si apre una finestra su questo universo personale, lo si fa in modo quasi casuale, venendo a contatto con un cuscino per esempio, e provando piacere grazie alla sensazione prodotta dallo sfregamento. Stessa cosa può avvenire con il classico getto, affidabile e costante, dell’acqua nella doccia, facile da sperimentare, soprattutto perché il bagno è un ambiente intimo, dove sentirsi sicure e a proprio agio.
E, se l’approccio alla masturbazione rappresenta l’inizio di un percorso che dura una vita, andando avanti questi strumenti possono assumere forme diverse.
Masturbazione femminile: l’uso dei vibratori
Dipende dai gusti e dalle esigenze ovviamente, c’è chi non può fare a meno del vibratore, c’è chi lo trova inutile, o addirittura fastidioso. Fatto sta che anche questa è un’opzione da valutare e, perché no, testare. Ce ne sono di diverse tipologie, consistenze, forme e dimensioni, per accontentare tutte.
A fronte dell’argomento vibratori, molte donne pensano però che la masturbazione dovrebbe essere sensuale e che i vibratori mal si concilino con un immaginario che va a giocare un ruolo fondamentale nella strada per sentirsi sexy e a proprio agio, soprattutto nella mentalità femminile.
Masturbazione femminile: le donne e il porno
Sfatiamo subito un mito: potremmo immaginare che le donne non abbiano bisogno di stimoli visivi, come la pornografia, e magari è anche così, spesso basta la fantasia, in ogni caso sembra comunque che il porno sia tra i contesti preferiti nelle sessioni autoerotiche, anche per le ragazze. Tutto il porno, non solo quello alternativo e munito di trama, il cosiddetto porno alternativo, prodotto per le donne.
Molte donne hanno comunque bisogno di uno stimolo sessuale visivo, quindi per loro, in mancanza di un partner, è più facile eccitarsi davanti a un film porno, perché da sole hanno un calo di eccitazione, e a volte l’archivio dei ricordi non basta.
“Molte entrano in contatto con desiderio ed eccitazione con fantasie di vita vissuta, altre con fantasie totalmente inventate- spiega Ilaria Consolo, sessuologa- Le più diffuse sono essere preda del desiderio di uno sconosciuto o l’esibizionismo. Alcune vengono da me spaventate per le loro fantasie ma è necessario ricordare che nelle fantasie non c’è necessariamente un desiderio represso. Il piacere sessuale non è un dato di fatto: è necessario concederselo e meritarselo.”
I contenuti che si trovano online non sono utili soltanto a capire “come fare” ma in generale possono aiutare molte donne a avvicinarsi alla masturbazione e a vivere più serenamente la propria sessualità, partendo dal presupposto che cimentarsi in questa pratica è possibile, lecito ma non obbligatorio. Possiamo fare ciò che vogliamo, siamo noi a decidere, siamo nelle nostre mani, a volte anche senza mani.