Gli orgasmi femminili: un’inchiesta rivela quanto ne sappiamo
Parliamo di orgasmi femminili, senza taboo, con le dirette interessate: le donne
Gli orgasmi femminili: belli, intensi, variegati, bizzarri… sembrano lo specchio della meraviglia e della complessità della donna! Proprio così. L’orgasmo femminile è uno degli argomenti più dibattuti da sempre anche perché l’interesse scientifico sul piacere femminile è piuttosto recente e quindi gli esperti non sono ancora riusciti a trovare una teoria condivisa.
Il sondaggio: quanto conosciamo gli orgasmi femminili?
L’ho chiesto alle dirette interessate! 216 donne in tutta Italia mi hanno parlato della loro percezione di orgasmi femminili: quali conoscono, quali provano (e se li provano), come li raggiungono e se si allenano per avere muscoli del pavimento pelvico più tonici!
Vengo, vengo, vengo…
Quanti tipi di orgasmi pensate che esistano? Sulla carta, decine. Dai più conosciuti (vaginale e clitorideo) ai più particolari (come l’orgasmo spontaneo, dei capezzoli o dei piedi). Ma quanti sono in totale? Mi sono rivolta direttamente alle donne, chiedendo quanti tipi di orgasmo, con i relativi metodi di raggiungimento, conoscessero, ed ecco i risultati.
Ho chiesto a 216 donne quanti metodi per raggiungere l’orgasmo conoscono:
- orgasmo vaginale: 195 (91,1%)
- orgasmo clitorideo: 204 (95,3%)
- stimolazione del Punto G: 106 (49,5%)
- stimolazione della nuca: 13 (6,1%)
- stimolazione dei capezzoli: 87 (40,7%)
- orgasmo spontaneo (senza tatto) durante il sonno o con il pensiero: 84 (39,3%)
- orgasmo anale: 87 (40,7%)
- orgasmo uretrale (squirting): 72 (33,6%)
- altro: 5 (2,3%)
È evidente che le donne sono quasi tutte a conoscenza dell’esistenza dell’orgasmo vaginale e di quello clitorideo (95% e 91%), mentre si ferma al 49,5% quello del punto G (questa misteriosa e fantomatica zona erogena situata indicativamente pochi centimetri all’interno della vagina).
Credo sia interessante notare quante donne erano a conoscenza della possibilità di raggiungere l’orgasmo attraverso la stimolazione dei capezzoli (40,7%), mentre stanno tra il 30 e il 40% circa le donne che conoscono l’orgasmo spontaneo, anale e uretrale (o squirting).
Sapevate che anche tramite la stimolazione della nuca si può provare un orgasmo? Il 6,1% sì, lo sapeva (io ammetto che non ne ero a conoscenza) e questo ci fa riflettere su una cosa: quanto è bello sperimentare e imparare a conoscersi?! (A questo proposito, consigliamo di concedere una chance ai giochi erotici).
Ma adesso una domanda sorge spontanea: tutti questi metodi per raggiungere un orgasmo fanno capo ai due più conosciuti (clitorideo e vaginale) o ogni orgasmo è a sé?
Ne ho parlato con la Dottoressa Sessuologa Ligeia Zauli.
“Il primo dilemma è relativo ai 2 tipi di orgasmo, quello vaginale e quello clitorideo, giungendo a conclusione che non esista tra i due una netta differenza, visto che la stimolazione diretta o indiretta del clitoride risulta essere la principale responsabile dell’orgasmo. Anche perché, a livello anatomico, all’interno della vagina (nella zona chiamata punto G) sono presenti le radici del clitoride, mentre la parte superiore di essa risulta esterna.”
Quindi è possibile sostenere che “ogni tipo di orgasmo sia a sé, visto anche che non tutti coinvolgono le stesse zone erogene. La percezione del piacere (come del dolore) è soggettiva: cambia l’intensità, la sensazione, il grado. Per cui ogni zona anche nella stessa persona darà percezioni differenti (anche quando sono coinvolte zone simili o vicine)”.
So che siete curiose (parlo alle donne, perché la curiosità è femmina, ma si starà facendo questa domanda anche qualche maschietto): quando ci riferiamo ad “altri modi”, di cosa parliamo? Le risposte sono state poche, ma possiamo aggiungere questi altri modi di raggiungere l’orgasmo: stimolazione perineale, stimolazione di zone diverse della parete vaginale e fisting vaginale.
Ok, conoscerli, ma quanti orgasmi avete provato?
Ho chiesto alle donne che hanno deciso di partecipare al sondaggio quali orgasmi/quale orgasmo avessero mai provato.
L’orgasmo vaginale, che come abbiamo visto insieme al clitorideo è tra i più conosciuti, lo hanno provato 121 donne su 176, mentre quello clitorideo 160 su 176. A scalare, poi, orgasmo spontaneo, cioè usando le parole senza toccarsi o nel sonno, (45), punto G (33), anale (30), uretrale/squirting (18), capezzoli (18), nuca (4), plesso solare (1), multipli (1).
Dato significativo: tendenzialmente una donna conosce gli orgasmi che prova, anche se non tutte riconoscono i vari tipi di orgasmo.
Infatti, su 214 donne, 30 (cioè il 14%) non sanno che tipo di orgasmo stanno provando, questo perché esistono molti metodi per raggiungerli e possono essere “esperiti in maniera differente: l’orgasmo clitorideo viene percepito come localizzato, intenso, breve ed acuto, mentre quello vaginale profondo, emotivamente più coinvolgente e accompagnato da sensazioni di irradiazioni che coinvolgono tutto il corpo. […] In più, si è scoperto l’orgasmo di tipo anale e quello uretrale, più conosciuto come squirting. Per quanto riguarda il primo, esso è provocato dalla stimolazione della spugna perineale, un tessuto erettile ricco di terminazioni nervose presente tra le pareti dell’ano e della vagina; quindi una zona differente dalla vagina. Queste differenze dipendono principalmente dalle diverse terminazioni nervose che si attivano a seconda della zona stimolata”, conclude la Dottoressa Zauli.
Meglio sole o in compagnia?
Ma una donna, come raggiunge più facilmente l’orgasmo? Da sola o con il partner? Quante con i sex toys?
Il 63,7% delle donne (137) che hanno risposto alla domanda (su un totale di 215), hanno detto di raggiungere l’orgasmo con il rapporto con il partner, il 61,4% (132) con la masturbazione, mentre solo l’11,2% (24) con i sex toys.
Allenamento Time!
Infine, ho chiesto alle intervistate se svolgono abitualmente esercizi per la parete pelvica, in modo da migliorare la qualità dell’orgasmo e il suo raggiungimento.
Il 91,6%, cioè 196 donne su 214, hanno detto di non fare nessun tipo di esercizio, mentre l’8,4% (cioè 18) hanno specificato che:
- Fanno esercizi di Kegel
- Usano palline vaginali
Gli esercizi di Kegel sono contrazioni volontarie dei muscoli del pavimento pelvico e vengono svolti anche durante la minzione, la masturbazione e il rapporto sessuale. Il tutto abbinato alla respirazione. Non solo fare esercizi e utilizzare le palline vaginali migliora la percezione e il raggiungimento dell’orgasmo, ma sono utili anche per prevenire le perdite urinarie e per recuperare la tonicità del pavimento pelvico dopo le gravidanze.
Vengo ergo sum?
No, tranquille. È del tutto normale e frequente non provare tutti i tipi di orgasmo o non provarne alcuno. Non siete sbagliate e non c’è niente di cui vergognarsi o da nascondere. Dall’indagine che abbiamo fatto, tra le 216 donne che hanno risposto al questionario 4 si sono astenute, quindi su 212 risposte, il 94,8% di loro (201) ha provato almeno una volta un tipo di orgasmo, mentre il 5,2% (11) hanno confidato di non averlo mai provato.
Esiste un disturbo chiamato “il disturbo dell’orgasmo” (o anorgasmia) che è il non raggiungimento o il raggiungimento ritardato del massimo piacere (cioè l’orgasmo), nonostante la stimolazione sessuale sia sufficiente e l’eccitazione sessuale della donna sia presente, sia a livello mentale che emotivo. “Le donne possono non raggiungere l’orgasmo se il rapporto finisce troppo presto, se non ci sono stati preliminari sufficienti o se temono di perdere il controllo e lasciarsi andare completamente; quindi, solitamente, c’è un intreccio di variabili che entra in gioco. Specifichiamo che la quantità e il tipo di stimolazione richiesti per l’orgasmo di una donna sono soggettivi e come abbiamo detto, c’è una grande variabilità nel modo in cui una donna raggiunge il piacere massimo”, ci spiega la Dottoressa Zauli.
Le variabili, situazionali e psicologiche, da considerare per il raggiungimento di un orgasmo da parte di una donna sono tantissimi, continua la Dottoressa, che vanno da una poca conoscenza di se stesse, in quanto alcune donne non hanno sperimentato su di loro il piacere fisico/sessuale, fino a fattori ambientali come rapporti sessuali che terminano prima che la donna sia sufficientemente eccitata oppure per la mancanza (o l’insufficienza) dei preliminari.
Esistono poi fattori legati alla coppia: “mancanza di comunicazione o di comprensione del proprio o altrui funzionamento, conflitti irrisolti, mancanza di fiducia, problemi di coppia, così come l’ansia riguardante la prestazione sessuale, la paura a lasciarsi andare, di sentirsi vulnerabile e/o il non sapersi controllare”.
Ci sono poi i disturbi patologici, come la depressione, o alcune problematiche fisiche, come la sclerosi multipla, anomalie a livello genitale o lesioni nervose, che possono contribuire alla mancanza del raggiungimento dell’orgasmo.
I fattori e le variabili, dunque, che possono portare la donna a non provare un orgasmo durante la masturbazione o un rapporto di coppia sono molteplici; l’anorgasmia è considerata patologica solo se è causa di angoscia per la donna stessa. Tutto può essere affrontato con adeguati trattamenti psicologici e con l’aiuto degli specialisti.