Metaverso, terra di confine anche per la chirurgia plastica
Le grandi aziende stanno investendo nel mondo virtuale che andremo ad “abitare” in futuro. Una nuova Terra dove sta trovando spazio anche la chirurgia
Quando Mark Zuckerberg, alla fine di ottobre 2021, ha annunciato il cambio di nome dell’azienda di sua creazione, Facebook, in Meta, è apparsa evidente la direzione che è intenzionata a prendere questa impresa statunitense che controlla proprio Facebook, Instagram, Whatsapp e Messenger, ovvero quella del Metaverso, realtà virtuale e vero e proprio mondo parallelo.
Un universo che ha già attirato e presumibilmente attirerà altre grandi aziende del mondo, oltre a milioni di utenti che si troveranno in questa nuova realtà social a fare rete e a spendere criptomonete come Bitcoin e Ethereum (giusto per citare le due più quotate in termini economici).
Alibaba, ByeteDance, Epic Games, Tencent, Roblox, sono solo alcune delle realtà imprenditoriali che stanno già investendo nel cyberspazio ed altre ne arriveranno. Ma anche la chirurgia estetica e plastica (e la medicina in generale) sembrano muoversi nella direzione di un utilizzo sempre maggiore di strumenti digitali appartenenti alla tecnologia d’avanguardia.
La crescita del mercato dell’IA nel mondo medico
Quando parliamo di inclusione del Metaverso nel mondo sanitario, parliamo di qualcosa che già è noto all’ambiente.
Realtà virtuale ed aumentata, mista e artificiale, sono infatti da un po’ di tempo parte di questo settore, con avatar di infermieri e medici che sempre più stanno prendendo piede in tutto il mondo (un esempio è quello di Sensly, start up di San Francisco che utilizza l’avatar di un’infermiera per monitorare la salute dei pazienti anziani).
Una crescita, quella del mercato dell’IA, l’intelligenza artificiale, che secondo un rapporto di Frost & Sullivan porterà il settore a raggiungere i 6 miliardi di dollari nel corso di questo 2022, con una crescita annua del 68%, mentre secondo Global Market Insights ci sarà una crescita del 41,7% entro il 2025, con un aumento del tasso di imaging del medico del 30%.
Il Metaverso nella chirurgia estetica e plastica e la sfida per le deep tech
Grazie all’arrivo di avatar virtuali di ognuno di noi le diagnosi mediche potranno essere meno invasive e sarà possibile diagnosticare nella maniera più accurata possibile l’esito degli interventi di chirurgia plastica.
Sono questi alcuni dei potenziali vantaggi della realtà virtuale applicata alla chirurgia plastica ed estetica, ma molti sono ancora da scoprire ed esplorare, aprendo al tempo stesso a delle sfide che le aziende di deep tech dovranno affrontare per operare nel Metaverso medico.
‘Sviluppare uno strumento di simulazione per la chirurgia plastica – ha spiegato il Dr. Endri Dibra, CEO di Arbrea Labs e pioniere del Medical Metaverse – significa ricreare le peculiarità di ogni corpo in termini di anatomia e aspetto, mantenendo una precisione scientifica dei risultati pre e post-operatori. Ad esempio, quando si crea un avatar per un film d’animazione, gli sviluppatori e gli artisti impiegano mesi per ricostruire i dettagli del viso, la grana della pelle, i movimenti e le espressioni facciali. L’obiettivo di Arbrea è semplificare questo processo, rielaborando i dati catturati dalla realtà, attraverso le foto, utilizzando solo un iPad o un iPhone’.
Un processo ‘che ha richiesto quattro anni’ in cui ‘abbiamo dovuto costruire tutti gli algoritmi da zero con un team di oltre 15 ingegneri deep-tech’ ma che porta oggi il Dr. Endri Dibra ad affermare ‘con orgoglio’ che ora Arbrea è ‘uno dei leader globali nelle simulazioni di seno’.
Le difficoltà e le sfide per il futuro
‘Ogni prodotto ha caratteristiche diverse che rimodellano il corpo del paziente secondo caratteristiche specifiche’ e ‘offrire un portafoglio così ampio di soluzioni è stato impegnativo’, ha sottolineato il CEO di Arbrea Labs, e, ad esempio, ‘ricreare o ricostruire il volto umano è ancora più complesso a causa dell’effetto Uncanny Valley.
‘Il motivo per cui i volti umani sono notoriamente difficili da modellare risiede nell’effetto Uncanny Valley, la capacità del nostro cervello di percepire, leggere e differenziare il movimento facciale umano’, spiega il prof. Markus Gross, VP Research of Disney, Professor of Computer Science all’ETH di Zurigo e co-fondatore di Arbrea.
Per evitare di cadere nella mancanza di realismo diventa quindi fondamentale soffermarsi su tutti i dettagli dei movimenti del viso, dando vita così a un avatar dinamico e realistico ed evitando al tempo stesso lo stress preoperatorio ai pazienti preoccupati di perdere espressività in seguito ad interventi chirurgici invasivi come chirurgia del mento o rinoplastica, in grado di cambiare l’aspetto del paziente.
Prevedere in maniera realistica gli esiti dell’operazione rende inoltre chi ci si sottopone più consapevole nel vivere il processo decisionale e per questo motivo chi, come Abrea, sviluppa queste tecnologie sta molto attento ai micromovimenti legati alla bocca, alla fronte, alle narici e alle sopracciglia.
‘Stiamo letteralmente creando il cyberspazio e il viaggio è ancora molto lungo. – riflette il Dr. Dibra – D’altra parte il rapporto costante con pazienti e medici ci ricorda che la cosa più importante rimane l’essere umano. Tutti i nostri sforzi mirano a migliorare l’esperienza chirurgica per il paziente, rendendo il processo decisionale più informato e sicuro. Mi chiedo sempre in che modo il concetto di “me futuro”, nella forma di un avatar umano digitale, giocherà un ruolo nel campo più generale del Metaverso. Forse gli avatar digitali ci aiuteranno a costruire un nuovo concetto di identità che va oltre i limiti del corpo per diventare chi vogliamo essere’.
Metaverso, da dove arriva il termine?
Il termine di Metaverso “nasce” nel 1992 nel romanzo di fantascienza cyberpunk di Neal Stephenson, “Snow Crash”, in cui si parla di una realtà virtuale possibile tramite Internet in cui un avatar tridimensionale ci rappresenta.
Secondo quanto pensato da Stephenson il Metaverso riproduce le sembianze della Terra con una circonferenza di 65536 km e, esattamente come il nostro pianeta, è diviso in due dall’equatore. Uffici, negozi, così come qualsiasi attività, sono realizzati in 3D e gli utenti, a loro volta presenti attraverso i loro avatar, li possono visitare esattamente come nel mondo reale.
Una prospettiva all’epoca visionaria che oggi, mentre sta diventando sempre più realtà, sta incuriosendo grandi aziende dei più vari settori (tra le ultime imprese interessate al Metaverso c’è Apple, che ha manifestato il suo interesse il 27 gennaio 2022).
Un mondo virtuale dove anche la chirurgia plastica sta prendendo sempre più piede, con prospettive già note e molte ancora da scoprire.