Come le smart toilet aiuteranno la sanità pubblica e la lotta al Covid

Con la diffusione dei “WC intelligenti” miglioreranno la diagnostica, la prevenzione e si potrà anche tenere traccia della diffusione dei coronavirus

Il termine “smart” è entrato, ormai da tempo, a far parte del nostro linguaggio comune, applicato in ultimo anche al lavoro (lo smart working) e si associa ad oggetti che sono diventati fondamentali nella nostra quotidianità, come lo smartphone, lo smartwatch o gli smart speaker.

Questi dispositivi, che fanno parte del cosiddetto Internet delle cose, sono sempre più diffusi e un rapporto del 2020 da titolo “Smart Home – internet of things nelle case italiane” (a cura del Centro Studi TIM) mostrava come nel nostro Paese ogni 10 case contavano 6 strumenti smart, escludendo da questo calcolo i televisori, con un mercato globale che aveva raggiunto i 68 miliardi di euro e un tasso di crescita stimata del 17 per cento annuo.

Una tecnologia, già presente in Giappone dagli anni ‘80, che desta sempre più interesse nel mondo, Italia compresa, è ora quella delle smart toilet o washlet. Ma come questi oggetti potranno impattare nel mondo della sanità pubblica e più nello specifico nel contesto del contrasto al Covid-19?

Le smart toilet nella salute pubblica e contro il Covid

Le smart toilet, che con il passare del tempo si miglioreranno inevitabilmente dal punto di vista tecnologico potranno rappresentare uno strumento per:

  • analizzare i rifiuti organici dell’uomo, aiutando a monitorarne lo stato di salute
  • effettuare diagnosi precoci
  • attivare screening
  • realizzare database con dati specifici sulla salute e sullo stile di vita di ognuno

A questi importanti utilizzi si aggiunge poi quello legato al tracciamento della diffusione di epidemie di carattere batterico o virale. Fra le varie cose che la pandemia globale di Covid-19 ci ha insegnato c’è sicuramente quella legata all’importanza di spegnere i focolai di un virus prima possibile, avendo al tempo stesso traccia del suo percorso per provare ad isolarlo.

Secondo uno studio pubblicato a fine marzo con l’emergere di nuove varianti della sindrome respiratoria acuta grave coronavirus (SARS-CoV-2), vi è un consenso generale sul fatto che la pandemia COVID-19 passerà a uno stato endemico. Ciò potrebbe richiedere test frequenti e diffusi per rilevare e controllare i nuovi focolai’.

Sebbene esistano modalità semplici per farsi un autotest, ‘l’affaticamento psicologico può portare le persone a diventare meno sensibili al controllo […] diminuendo gli incentivi personali per i test COVID-19 e rendendo così i sistemi di monitoraggio passivo attraenti per la salute pubblica’.

‘Numerosi studi’, prosegue la pubblicazione, ‘hanno descritto il trofismo gastrointestinale di SARS-CoV-25. SARS-CoV-2 può essere trovato nelle feci anche dopo la risoluzione dei sintomi respiratori e quasi 5 settimane dopo che i test dell’RNA virale nasofaringeo sono diventati negativi’.

Per questo motivo ‘la Cina ha implementato i tamponi anali per i test COVID-19 in casi selezionati, i test fecali per COVID-19, sia attraverso tamponi che campioni individuali di feci’ ma che ‘non sono diventati una routine a causa della sua natura invadente e sgradevole. […] Le recenti tecnologie emergenti di “WC intelligente” rappresentano un’opportunità per automatizzare completamente la raccolta delle feci e il rilevamento dei biomarcatori fecali’.

Sempre lo studio propone ‘una strategia di salute pubblica per la sorveglianza delle malattie infettive utilizzando servizi igienici dotati di un sistema di raccolta e analisi delle feci che esegue una diagnostica completamente automatizzata e passiva’. Si tratta di una piattaforma igienica intelligente, denominata “Coronavirus: Toilette diagnostica integrata (COV-ID)” che ‘consisterebbe in un attacco montabile in stile bidet dotato di moduli per la raccolta e l’elaborazione automatizzata di campioni fecali, insolamento e rilevamento dell’RNA fecale con amplificazione dell’acido nucleico in situ test (NAAT) e metodi di sanificazione efficaci. I servizi igienici COV-ID possono essere installati in aree pubbliche altamente trafficate che vanno dai centri commerciali e i palazzetti dello sport alle scuole e agli ospedali’.

Ma come funziona? ‘Mentre una persona si siede per usare il bagno, può scansionare un codice Quick Response (QR) per acconsentire al test delle feci COVID-19. Se consentito, il WC COVID-ID rileverà gli eventi di defecazione e preleverà e testerà automaticamente le feci per COVID-19. I risultati dei test riportati in pochi minuti, sullo smartphone dell’individuo, se lo si desidera, e su un sistema di tracciamento autonomo. L’individuo con un risultato positivo riceverà informazioni per determinare i protocolli di quarantena e ulteriori test di conferma’.

Oltre che al Covid-19, infine, ‘gli stessi principi di test possono essere applicati anche ad altre malattie infettive con trasmissione oro-fecale, come il norovirus o batteri correlati alla gastroenterite come la Shigella, per aiutare a prevenire e controllare i focolai in tempo reale’.

Le ulteriori funzionalità delle smart toilet

Traducibile come wc intelligente, lo smart toilet, il cui design è rimasto sostanzialmente invariato dalla sua introduzione ufficiale a partire dalla metà degli anni ‘50, ha implementato negli ultimi decenni sempre più funzioni personalizzabili come il telecomando che riscalda il sedile, lo scarico touch-free, l’autopulizia e persino la filodiffusione musicale.

Alcune di queste funzioni, come ad esempio il sollevamento e l’abbassamento della tavoletta, la possibilità di effettuare lo scarico senza dover toccare nessun pulsante ma anche il bidet integrato, sono estremamente utili per le persone anziane così come per quelle che sono portatrici di handicap e alcuni modelli sono in grado di eliminare il 99 per cento dei batteri attraverso l’elettrolisi dell’acqua che permette la sterilizzazione di quest’ultima e fa sì che raggiunga in forma pre-trattata il sistema fognario.

Inoltre, sempre a proposito di acqua, le moderne smart toilet fanno di uno dei loro punti di forza il risparmio idrico: pur garantendo efficacia il consumo di acqua ogni volta che viene utilizzato lo scarico è limitato alle necessità.

Come sottolineato da Vik Kashyap, CEO di Toi Labs, startup che ha elaborato TrueLoo, un sedile per water in grado di riconoscere l’utente attraverso il telefono, la vera sfida per la crescita del mercato delle smart toilet non è però solo tecnologica ma passa anche dalla spinosa questione della protezione dei dati: ‘I dati provenienti da wc smart – come dichiarato da Kashyap – fanno parte della cartella clinica di un individuo e rientrano nella stessa categoria di rischio. E, almeno negli Stati Uniti, ci sono già regole molto chiare intorno alla protezione delle cartelle cliniche’.