Quali sono le soluzioni VR per la salute?
Dal miglioramento della qualità del sonno al supporto per gli operatori impegnati nella lotta al Covid. Vediamo alcune delle applicazioni in campo sanitario della VR
Come già vi raccontavamo nell’aprile di due anni fa il settore medico e sanitario si sta evolvendo e il miglioramento di Telemedicina, Stampa 3D, Robotica, Realtà aumentata e mista sono le nuove frontiere della medicina.
Proprio in quell’articolo vi parlavamo, appunto, di Realtà virtuale in grado di aiutare pazienti con autismo, cancro, depressione e disabilità visiva e di campi di applicazione come la riabilitazione motoria, l’apprendimento e la terapia di disturbi psichiatrici.
Vedremo se il futuro prossimo della Realtà virtuale seguirà il trend indicato dalla ricerca condotta nel 2020 dalla società di ricerca e consulenza Gartner, secondo le cui proiezioni entro il 2022 il 70% delle aziende avrà implementato tecnologie di Realtà immersive.
Frequentemente impiegata per operazioni alla colonna vertebrale e al midollo spinale, per riabilitazioni, terapie dei disturbi di memoria e di attenzione nei bambini autistici, per la demenza sinile (nelle sue fasi iniziali) e per le cure di malattie come il Parkinson, la VR è protagonista anche per quanto riguarda la qualità del sonno e in un tema decisamente attuale come l’emergenza sanitaria da Covid-19, dove è di supporto agli operatori sanitari che si trovano sul fronte ospedaliero delle terapie intensive.
Soluzioni VR per la salute
Tra gli aspetti della salute con cui la Realtà Virtuale è entrata in contatto c’è quello legato al sonno e alla sua qualità.
In questo senso il progetto Inter-Dream, un letto interattivo progettato da PluginHUMAN, è un’esperienza immersiva multisensoriale che unisce l’aspetto visivo a quello uditivo e fa vivere alla persona un’esperienza effettivamente unica.
Inter-Dream, infatti, è guidato dall’attività cerebrale di ogni singola soggetto che prova questa VR, assegnando colori e intensità diverse.
Il risultato finale è quello di influenzare e controllare gli stati dell’umore cognitivo della persona, inducendola a un rilassamento che favorisce un sonno lontano dalle preoccupazioni e dunque di maggiore qualità.
In base a uno studio condotto dal ricercatore universitario Natahan Semertzidis in collaborazione con il laboratorio Exertion Games della RMIT University, infatti, su un campione di 12 partecipanti che sono stati sottoposti ad una esperienza immersiva si è notato un calo del 21% delle emozioni negative e del 55% di sentimenti legati alla paura; viceversa emozioni positive e serenità sono aumentate rispettivamente dell’8 e del 13%.
Come affermato dal professore Florian ‘Floyd’ Mueller, co-supervisore di Semertzidis, le cui parole sono state riportate sul sito di AnotheReality, realtà italiana attiva nel campo della VR, ‘questa esperienza ci permette di vedere il corpo umano non solo come un semplice controller di input, ma piuttosto permette alle persone di sperimentare il corpo come giochi. Per me questo è un inizio per facilitare un futuro più vicino al “giocare”, in particolare, uno in cui possiamo sperimentare il riposo e alla fine persino dormire come se fosse una forma di gioco (digitale)’.
La VR in epoca di Covid
L’emergenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus Covid-19 ha posto il sistema sanitario di fronte a nuove sfide da affrontare, costringendolo a ripensare gli spazi di luoghi come gli ospedali dove si sono dovute attrezzare delle aree specificatamente pensate per accogliere le persone malate di Covid ma anche operatori che si sono trovati a vivere situazioni estremamente stressanti.
A dare supporto ai professionisti che si sono trovati a fronteggiare, in prima linea, questa situazione completamente nuova ed estremamente complicata, soprattutto nelle sue prime fasi, è arrivata la Realtà virtuale con progetti sperimentali.
Fra i quelli più rilevanti c’è sicuramente quello partito nel luglio del 2020 presso la Fondazione I.R.C.C.S. Istituto Neurologico “Carlo Besta” di Milano, dove il team dell’Università Milano-Bicocca ha fatto provare, al personale sanitario della struttura, MIND-VR, ovvero un contenuto in Realtà virtuale realizzato in collaborazione proprio con AnotheReality, il cui obiettivo è quello di offrire a medici e infermieri una soluzione per affrontare disturbi d’ansia e stress collegati al loro impegno in un reparto (quello appunto “Covid”) estremamente difficile.
Una sperimentazione che, come riportato sul sito dell’Istituto, ha reso particolarmente felice Federica Pallavicini, borsista di studio del DIpartimento di Scienze umane per la Formazione del “Carlo Besta” e capo del team del progetto trasversale al dipartimento di Scienze per la Formazione e Medicina Chirurgica.
‘Sono particolarmente felice che le sperimentazioni di MIND-VR inizino in questo istituto.’, ha dichiarato la Dott.ssa Pallavicini, ‘Qui circa due anni fa, durante il ricovero di un mio famigliare, ho maturato il desiderio di pensare a soluzioni per il supporto psicologico basate sull’utilizzo della Realtà virtuale da utilizzare in ambito ospedaliero. MIND-VR è un modo per ringraziare tutti i medici e infermieri che ogni giorno (e ancora più durante quest’emergenza) aiutano i pazienti e i loro famigliari’.
Un progetto, quello di MIND-VR, che ‘non è soltanto un progetto’ come ha sottolineato Fabio Mosca, CTO & Co-Founder di AnotheReality, ma anche ‘la dimostrazione che la Realtà virtuale ha enormi potenzialità anche in ambito psicologico’ e per questo ‘siamo molto orgogliosi di aver contribuito alla realizzazione di un progetto ideato per professionisti che con dedizione e coraggio lottano quotidianamente in prima linea contro il Coronavirus’.
Come ogni VR che si rispetti, MIND-VR ha un’ambientazione che trasporta chi la utilizza fuori dalla realtà in cui si trova e nel caso specifico di questo progetto su un’isola da sogno, dove potersi rilassare attraverso (anche) tre percorsi tematici a disposizione.
Un’ambientazione che, come ha spiegato sempre lo stesso Mosca alla testata online StartUp, ‘doveva essere realizzata in un tempo relativamente breve e doveva essere pensata a misura dell’utente, per esempio facendo in modo di evitare quei piccoli malesseri che potrebbero coinvolgere l’utenza’.
‘All’inizio del viaggio virtuale l’utente si trova su una spiaggia e ha a disposizione una mappa con disegnata la piantina dell’isola realizzata su un leggio di legno’ e ‘alterna momenti in cui è guidato dalla voce su tematiche che riguardano la gestione di ansia e stress e momenti in cui può fermarsi a osservare il paesaggio’.
Così come si aprono sempre più prospettive, anche per la vita quotidiana, per quanto riguarda la diffusione delle Realtà virtuale e il suo utilizzo nel privato delle quattro mura domestiche (basti pensare al progetto di metaverso prospettato dall’azienda Meta), stesso discorso ha senso farlo per il campo medico sanitario dove la VR è già un’ importante realtà.
Come al solito sarà soltanto il tempo a darci le dimensioni di questa rivoluzione in corso.