Perché ci viene la febbre?
Un fenomeno di risposta e protezione contro le infezioni patogene: ecco come funziona
Spesso a causa della complessità del nostro organismo riusciamo difficilmente a comprendere l’utilità di alcuni meccanismi, che sebbene a noi sembrano pericolosi e deleteri, in realtà sono stati selezionati da milioni di anni di evoluzione per proteggerci e renderci più forti di fronte alle minacce esterne. Uno di questi fenomeni è proprio la febbre, vediamo di capirci qualcosa in più.
Cos’è la febbre?
La febbre è un processo patologico che comporta un aumento della temperatura corporea oltre il livello normale, considerato dalla maggior parte degli autori sulla soglia dei 37,2°C.
Come tutti i fenomeni biologici, anche la febbre è un meccanismo scelto dall’evoluzione: se, dopo milioni di anni di selezione naturale, siamo ancora soggetti a questa condizione significa che essa porta con sé un’utilità.
Gli stati febbrili, infatti, sono risposte che il nostro organismo esprime nei confronti di infezioni da parte di organismi esterni come virus e batteri, con il fine di rallentare il loro processo di proliferazione e permettere così al nostro sistema immunitario di combatterli più efficacemente; un parassita è un essere vivente e come tutte le entità biologiche ha la necessità di vivere entro dei parametri chimico fisici ben precisi e qualora le condizioni ambientali si allontanino da queste soglie, la loro sopravvivenza risulta ostacolata con un drastico ridimensionamento del tasso di riproduzione.
Quindi, sebbene noi associamo la febbre a una dimensione di negatività, in principio la sua missione sarebbe quella di aiutare il corpo a disfarsi di un patogeno; una reazione difensiva nei confronti di un attacco esterno, in linea alle risposte immunitarie.
Esattamente come le difese immunitarie, anche la febbre è stata selezionata per portare benefici in un intervallo di tempo modesto, utile a sconfiggere un’infezione; quando persiste o diventa troppo alta può trasformarsi in una condizione pericolosa: le cellule nervose sono molto sensibili ai cambiamenti di temperatura e un’esposizione prolungata a una temperatura di qualche grado superiore a quella di soglia, può portare alla loro morte cellulare con potenziali danni a livello del sistema nervoso centrale. Questo pericolo è ancora più accentuato nei bambini, dove il sistema nervoso centrale è ancora in fase di sviluppo e quindi, una perdita di neuroni potrebbe avere un effetto amplificato rispetto a quello che si registrerebbe in un adulto: per questo motivo, nei casi di malattie infettive in età pediatrica, la temperatura corporea è un parametro importantissimo da tenere d’occhio.
Il fenomeno della termoregolazione
La temperatura corporea negli animali omeotermi (uccelli e mammiferi), tra cui l’uomo, è regolata dall’ipotalamo.
L’ipotalamo è una regione del cervello caratterizzata da gruppi di neuroni che conservano molte funzioni; nella fattispecie le cellule nervose contenute in questa porzione di cervello, sono caratterizzate dalla facoltà di produrre ormoni, chiamati per la loro origina anatomica “neurormoni”, che rilasciati nel sangue raggiungono altre regioni anatomiche, a livello delle quali stimolano o inibiscono la sintesi e il rilascio di altri ormoni: per questo motivo l’attività neuroendocrina dell’ipotalamo è di fatto un’attività di sintesi di ormoni devoluta al controllo di altri ormoni.
La composizione cellulare dell’ipotalamo è sottoposta a dimorfismo sessuale: nei maschi e nelle femmine c’è un contributo diverso da parte dei vari nuclei dell’ipotalamo, caratteristica che si riflette anche in un diverso rapporto ormonale che abbiamo per determinate sostanze che influiscono sulla crescita corporea o su aspetti relativi al comportamento sessuale.
Questa porzione del sistema nervoso centrale ci permette di mantenere la nostra temperatura costante, confinata all’interno di un range preciso, indipendentemente dalla temperatura dell’ambiente esterno, fenomeno non scontato nell’ambito del mondo animale: un corpo tende a raggiungere un equilibrio termico con l’ambiente che lo circonda e infatti gli animali ectotermi (anfibi, rettili, pesci) hanno una temperatura interna dipendente da quella dell’ambiente che li circonda; la comparsa del fenomeno della termoregolazione ipotalamico ha permesso un’emancipazione da questa condizione.
Non esiste un organo deputato unicamente alla generazione di calore, piuttosto vengono usati altri organi già presenti per altre funzioni, che tramite aumenti o diminuzioni del loro metabolismo, portano a un cambiamento della dispersione di calore e di conseguenza a una modulazione della temperatura: nell’ipotalamo ci sono dei recettori che percepiscono la temperatura di questo organo, che a cose normali si aggira intorno ai 37°C; quando c’è un cambiamento i recettori lo percepiscono e l’ipotalamo segnala agli organi calorifici un cambiamento della loro attività metabolica che ristabilisce l’equilibrio liberando calore o trattenendolo.
I principali organi usati per produrre o rilasciare calore tramite un aumento del loro metabolismo o attività generale sono:
- Il Fegato: tramite un aumento del suo metabolismo si ha produzione di calore e viceversa
- I vasi sanguigni: tramite un aumento del flusso ematico generale si ha produzione di calore, mentre se viene aumentato il flusso ematico nei vasi della cute si ha dispersione
- Il grasso bruno che sorregge i reni: un aumento della respirazione aerobia a livello delle cellule adipose brune porta a un aumento di calore
- Cute: la sudorazione diminuisce la temperatura corporea
L’origine della febbre
Quando un microrganismo penetra nel nostro corpo viene immediatamente riconosciuto da una divisione di cellule del nostro sistema immunitario, ossia le cellule dell’immunità innata. Queste, quando riconoscono delle particolari molecole sulla superficie del patogeno, iniziano a produrre sostanze chimiche chiamate “citochine” che hanno il compito di richiamare altre cellule nel sito di infezione, aumentare il flusso sanguigno e permettere che i leucociti possano migrare dal sangue ai tessuti: tutti meccanismi che insieme danno origine al fenomeno della flogosi o infiammazione.
Particolari molecole appartenenti alle citochine, le interleuchine arrivano a livello dell’ipotalamo, dove attivano un enzima chiamato Ciclossigenasi che trasforma un particolare lipide cellulare in un messaggero chimico chiamato PGE2: questa molecola agisce sui recettori ipotalamici provocando un aumento di temperatura corporea, i farmaci che agiscono come antipiretici vanno a bloccare esattamente questo enzima determinando un blocco della segnalazione febbrile.
L’aumento di temperatura può anche essere provocato da fattori direttamente legati al patogeno oltre che dalla segnalazione citochinica; i batteri, i virus e i parassiti possiedono sulla loro superficie delle molecole che una volta rilasciate in circolo funzionano da pirogeni, ossia da fattori determinanti l’aumento di temperatura: queste molecole andando ad agire su recettori ipotalamici provocano un aumento della temperatura di base e quindi un innalzamento di quella corporea.