Aptar Digital Health e Chiesi: è nata una piattaforma per asma e BPCO

Le due aziende hanno da poco presentato il frutto della loro collaborazione e della loro eccellenza nei rispettivi settori

Le persone che soffrono di asma o BPCO avranno a breve un nuovo strumento che li aiuterà a gestire queste patologie. Aptar Digital Health, divisione di Aptar Pharma, e il Gruppo Chiesi hanno infatti da poco annunciato questa novità in campo di salute digitale; la piattaforma è stata pensata come uno spazio in cui i pazienti possano trovare un supporto pratico, ma anche dove la loro esperienza della malattia ha un ruolo fondamentale.

La nuova piattaforma per asma e BPCO

La Disease Management Platform che hanno annunciato Aptar Digital Health e Chiesi si rivolge sia ai pazienti affetti da queste patologie sia agli operatori sanitari.

Da un lato, quindi, questa piattaforma consentirà ai pazienti di monitorare e capire meglio la loro malattia, mentre per il personale medico sarà utile per raccogliere dati, funzionali a una migliore comprensione e gestione delle patologie stesse.

I dati raccolti, inoltre, saranno utili come documentazione ai fini dei rimborsi recentemente istituiti per persone affette da asma e BPCO.

Una piattaforma che funzionerà quindi nelle due direzioni: il miglioramento della qualità della vita dei pazienti e l’avanzamento della ricerca nel trovare soluzioni che semplifichino la convivenza con le malattie respiratorie.

A cosa serve la piattaforma per asma e BPCO?

L’incidenza a livello mondiale di queste patologie ha reso urgente l’investimento di risorse nella loro gestione; in questo contesto è nata e si è sviluppata la partnership fra Aptar Digital Health e il Gruppo Chiesi.

La prima è un ramo di Aptar Pharma, la multinazionale leader nel delivery di farmaci e in generale nella creazione di soluzioni ad hoc in campo di salute digitale. L’obiettivo è quello di una gestione olistica della malattia, che mette insieme il trattamento clinico con l’esperienza del paziente, con interventi a 360 gradi.

Il Gruppo Chiesi è invece una multinazionale biofarmaceutica che si occupa di ricerca e sviluppo di soluzioni innovative per il trattamento delle malattie respiratorie e rare.

La piattaforma nata dalla loro collaborazione verrà rilasciata in un primo momento in Europa, ma ciò non esclude un’eventuale estensione futura ad altre aree.

Ma cosa comportano nello specifico asma e BPCO? E perché è così importante che chi ne è affetto sappia monitorare queste patologie?

L’incidenza di asma e BPCO

Si calcola che il 6% della popolazione europea soffra di asma e che le persone affette da BPCO siano 60 milioni; inoltre, si stima che entro il 2030 il BPCO diventerà la terza causa di morte a livello mondiale, insieme alle malattie cardiovascolari e ai tumori.

Asma e BPCO sono condizioni diverse fra di loro e multifattoriali; spesso, però, entrambi comportano la necessità di un trattamento a lungo termine, se non a vita.

L’asma è una malattia respiratoria che si caratterizza per un’infiammazione diffusa alle vie aeree, che si manifesta con tosse, sibili, difficoltà respiratorie e dispnea; oltre a fattori ambientali come allergeni e fumo di sigaretta, nel suo insorgere gioca un ruolo significativo anche la genetica.

La sigla BPCO sta invece per broncopneumopatia cronico ostruttiva e si riferisce a un restringimento delle vie aeree, dovuto a patologie come bronchite cronica ed enfisema; in alcuni casi si manifestano entrambe. La causa principale è il fumo di sigaretta.

Se si considera che asma e BPCO sono condizioni che richiedono cure continuative, come già ricordato, e che le conseguenze sulla salute delle persone che ne sono affette (come le crisi respiratorie) comportano frequenti accessi in ospedale, è facile immaginare quanto abbiano un costo considerevole, sia a livello sociale che economico. Nella sola Europa, ad esempio, il loro peso annuo è di circa 40 miliardi di euro.

Considerato il quadro attuale e la previsione futura, tutt’altro che rosea a livello di morbilità e mortalità, il lancio di questa piattaforma potrebbe portare un miglioramento non solo nella qualità della vita dei pazienti, ma anche a livello di gestione clinica e medica di queste patologie, per garantire trattamenti specifici e una migliore convivenza con la malattia.