HERA: una nuova era per la preparazione delle emergenze sanitarie in Europa?

Per un futuro a prova di pandemia

La pandemia da Covid-19 è stata una delle emergenze sanitarie più inattese e imprevedibili di sempre, che ha mostrato a tutti i limiti della capacità di risposta delle istituzioni ad eventi incalcolati, oltre che le contraddizioni della società occidentale.
Le istituzioni comunitarie vogliono usare gli errori commessi nella gestione della pandemia come un punto di partenza per migliorarsi e prepararsi per quello che ormai, a detta degli scienziati, non sarà un futuro molto roseo dal punto di vista epidemiologico.

L’era delle pandemie è iniziata?

Da quando è iniziata la pandemia da Covid-19 ognuno di noi si interroga saggiamente su quale potrebbe essere il mese in cui potremo dire finalmente addio a questo drammatico giro di boa della Storia; perché è così, l’epidemia globale di Sars-Cov-2 è destinata a essere considerata un avvenimento importante per il futuro dei Sapiens, ma purtroppo difficilmente potremo dire di esserne fuori una volta per tutte; con poca probabilità da un giorno all’altro potremo viaggiare su un treno con biglietto di sola andata per il 2019; anzi possiamo convincerci già da ora che non sarà affatto così.
All’interno della comunità scientifica mondiale sta nascendo in questi mesi l’ipotesi, estremamente fondata, che la nostra società si appresti ad entrare in un periodo storico già battezzato “era delle pandemie”, il quale può sembrare il prodotto di un delirio di pessimismo cosmico ma potrebbe essere la verità per un motivo semplice, condiviso da tutti i medici e scienziati: il covid diventerà endemico e stagionale e i paesi poco sviluppati, laddove il piano vaccinale procede drammaticamente a rilento, potrebbero funzionare da incubatori epidemiologici per la nascita di nuove varianti potenzialmente pericolose anche per popolazioni immunizzate; inoltre, sebbene in Europa non ci abbia mai riguardato troppo da vicino, negli ultimi venti anni il mondo ha conosciuto l’insorgenza di epidemie transnazionali che sono arrivate a un passo dal diffondersi in tutto il mondo, vedi Ebola, Influenza Aviaria, Influenza Suina, MERS, virus Zika.
Le epidemie sono il problema del nostro tempo e le istituzioni internazionali sembrano per fortuna intenzionate a volersi trovare preparate per queste insidiose previsioni: è in questo contesto che si inserisce il progetto HERA.

Il progetto HERA

Subito dopo la prima ondata di Covid-19 la Commissione Europea ha preso atto del fatto che tutte le istituzioni del vecchio continente, compresi i governi nazionali, non fossero preparati in minima parte a gestire un’emergenza epidemiologica globale, e di conseguenza ha deciso di prepararsi al fine di poter affrontare un problema del genere nei prossimi anni.
La lacuna principale mostrata dai nostri stati si è dimostrata quella di non avere dispositivi sanitari, beni e prodotti necessari per difendersi dal contagio; consapevoli di questo le autorità Europee hanno deciso di creare una nuova Agenzia con il compito di gestire e organizzare lo stock e la produzione dei beni utili a fronteggiare una pandemia: l’”Autorità Europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie”, HERA (Health Emergency Preparedness and response Autority).
Il compito di quest’agenzia sarà quello di erogare una risposta tempestiva, strutturata ed efficace contro le prossime emergenze sanitarie, occupandosi di tenere sotto controllo le riserve di dispositivi sanitari, farmaci e di personale, coordinandosi con le altre agenzie sanitarie europee, l’ECDC (Centro Europeo per il controllo delle malattie) e l’EMA (Agenzia Europea del farmaco), tutto questo gestendo il rischio tenendo conto di questi importanti concetti:

  • Valutazione del rischio
  • Gestione del rischio
  • Comunicazione del rischio
  • Innovazione tecnologica e rapida risposta del mercato alle necessità di dispositivi di protezione
  • Armonia delle politiche dei vari stati nella gestione dell’emergenza
  • Monitoraggio dei meccanismi di risposta
  • Previsione dell’andamento della situazione emergenziale attraverso intepretazioni statistiche
  • Educazione del personale con training sul campo e competenze pratiche

Nel concreto HERA avrà ad esempio il compito di guidare le innovazione tecnologiche e supportare il mercato economico nella distribuzione di beni fondamentali per proteggere la popolazione durante un’emergenza sanitaria, tenendo sotto controllo i prezzi e i protocolli riguardanti questi dispositivi, oltre che assicurarsi che ci sia una scorta costante e sufficiente di questi beni di consumo.
HERA dovrà coordinare gli stati membri nella risposta all’emergenza, con politiche comuni,  in modo che la risposta a livello europeo sia replicata a livello nazionale e locale, in stretta collaborazione con ECDC ed EMA ma anche con altre istituzione omologhe extracomunitarie come l’OMS e le Autorità sanitarie Africane; quest’armonia nella gestione della situazione deve avere protocolli sanitari comuni, regole di stoccaggio condivise e liste dei dispositivi di base condivise, oltre che comuni intese sulla comunicazione del rischio e formazione del personale.
Un compito di HERA sarà quello di monitorare che la risposta sia della qualità e rapidità sufficiente, e avvalersi di strumenti di intervento per migliorare la situazione laddove ci fossero delle difficoltà: in questo contesto saranno importanti le competenze nell’analisi e nell’interpretazione dei dati biomedici ed epidemiologici, con l’implementazione di nuovi modelli matematici di previsione degli andamenti, avvalendosi anche dell’uso di software di intelligenza artificiale, in stretta collaborazione con le Università, oltre che con le principali istituzioni sanitarie dei vari paesi, l’EMA e l’ECDC.
HERA dovrà costruire specifiche ed avanguardistiche competenze per il personale sanitario e non (forze dell’ordine, amministratori locali ..) grazie a una formazione pratica: la preparazione dovrà focalizzarsi su come monitorare, sorvegliare e gestire i contesti epidemiologici e di emergenza sanitaria. La sfida sarà anche migliorare lo sviluppo in ambito biofarmaceutico, oltre che nella parte di produzione industriale su larga scala dei farmaci e vaccini.
Infine, l’approccio di risposta comune Europea alle prossime epidemie non può prescindere da questi due importanti punti:

  • finanziamento e supporto alla ricerca
  • rafforzamento dei rapporti di partnership con le nazioni che non fanno parte dell’UE, che richiede una nuova visione sul miglioramento della trama dei rapporti bilaterali e multilaterali tra i vari paesi, in un’ottica di esportazione del modello Europeo di gestione delle emergenze sanitarie al di fuori del vecchio continente, iniziando da un miglioramento del dialogo e delle relazioni con l’OMS, che rimane comunque la principale istituzione del settore a livello mondiale, oltre che un potenziale moderatore nell’ambito delle coordinazioni internazionali della gestione del rischio.

HERA può diventare così un punto di riferimento per tutti nella gestione del rischio sanitario fuori e dentro il continente Europeo, nella speranza di un centralità delle popolazioni europee nel contrastare questa, ahimè annunciata, era delle pandemie.