Covid e mascherine: perché per non ammalarci abbiamo bisogno degli altri

L’uso delle mascherine per evitare il contagio è la dimostrazione che nessuno si salva da solo. Perché la misura sia efficace, infatti, ognuno deve fare la sua parte

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    In questo anno, durante il quale la pandemia è entrata prepotentemente nella quotidianità, abbiamo imparato (chi più, chi meno) che indossare una mascherina, in associazione ad altre precauzioni, può limitare la diffusione del contagio da Covid-19. Essere diligenti e non togliere mai dal viso questa protezione, però, non basta, perché la probabilità di contrarre la malattia dipende anche dall’attenzione di chi ci è vicino e del suo rispetto nei nostri confronti. Per questo, a chi ci dice “io non indosso la mascherina perché non ho paura”, tutti saremmo autorizzati a rispondere “ma io sì”. Per spiegarla con una metafora estrema: se in auto si decide di correre a tutta velocità, non si rischia solamente di schiantarsi contro un albero e probabilmente morire, ma si mette a repentaglio la vita di chi si sta muovendo sulla corsia opposta. Vediamo quindi quali mascherine scegliere e come indossarle se vogliamo proteggere noi e gli altri.

    SARS Cov-2: come avviene la trasmissione

    Il SARS Cov-2 è il coronavirus responsabile della malattia Covid-19, caratterizzata da sintomi ormai noti come febbre sopra i 37,5°, tosse, difficoltà respiratoria e perdita del gusto. Si tratta di una malattia altamente contagiosa e che ha anche esito fatale, ma che adesso è possibile controllare meglio grazie alle misure di prevenzione e al tracciamento dei contatti di chi è risultato positivo al test per il Covid.

    Il virus si trasmette da contatto diretto con una persona infetta quando questa emette delle piccole goccioline di saliva e altre secrezioni che originano dal naso e dalla bocca del malato in seguito a starnuti, colpi di tosse, ma anche durante una conversazione o dalla semplice respirazione, quindi potenzialmente anche da chi non ha sintomi (i famosi “asintomatici”): pare infatti che, oltre alle particelle più grandi chiamate droplet, anche l’aerosol contribuisca alla trasmissione del virus, in particolare quando l’individuo infetto si trova per molto tempo con altre persone in un ambiente chiuso e affollato.

    Ci sono meno evidenze sulla probabilità di contrarre il Covid-19 in seguito al contatto con superfici infette, ma non è escluso che toccare oggetti contaminati sia una modalità di contagio.

    Mascherine: quali usare per essere al sicuro

    In considerazione delle modalità di trasmissione del virus, le mascherine costituiscono una barriera meccanica che impedisce agli agenti patogeni di allontanarsi ad ampie distanze dal corpo della persona infetta. Quando il soggetto malato tossisce, per esempio, i droplet vengono intrappolati all’interno della mascherina, riducendo le probabilità che questi raggiungano chi è di fronte. Il fatto che chi è sano stia indossando una mascherina, però, non garantisce l’assoluta sicurezza di non essere a rischio di contagio, perché questi dispositivi non hanno un’efficienza di protezione che raggiunge il 100%, pertanto è indispensabile il contributo di entrambi i soggetti.

    Esistono varie tipologie di mascherine, alcune considerate mascherine di comunità e dunque adatte alla popolazione comune, mentre altre costituiscono dei veri e propri dispositivi di protezione individuale (o DPI), certificati e necessari agli operatori sanitari che lavorano a contatto con persone affette da Covid-19. Per capire quali mascherine usare in base al grado di protezione desiderato, bisogna tenere in considerazione le caratteristiche di quelle che sono in commercio.

    Mascherine chirurgiche

    Le mascherine chirurgiche sono le prime mascherine che abbiamo visto circolare all’inizio dell’emergenza. Spesso di colore azzurro, le mascherine chirurgiche sono dei dispositivi medici che hanno la capacità di filtrare in fase espiratoria impedendo che chi è malato contamini l’ambiente. Queste, però, non proteggono chi la indossa durante l’inspirazione, cioè dall’aria proveniente dall’esterno, in particolare da quelle particelle più piccole che sono gli aerosol. La loro efficacia aumenta quando a indossarle sono entrambe le persone che vengono a trovarsi l’una vicina all’altra.

    Mascherine FFP2

    FFP2 è il nome tecnico per fare il giusto acquisto di quelle che curiosamente alcuni hanno rinominato mascherine a becco d’anatra. Se ci si chiede quali mascherine proteggono maggiormente, sicuramente le mascherine FFP2 sono la risposta per una maggiore sicurezza. Rispetto alle FFP1, per alcuni conosciute più semplicemente come mascherine a conchiglia (con filtrazione minima all’80%), riescono a filtrare almeno il 94% dell’aria che viene inspirata, come stabiliscono le specifiche dell’Unione Europea che le certifica. Insieme alla protezione superiore, però, anche il prezzo è di qualche euro sopra a quello delle mascherine chirurgiche, ora per la maggior parte bloccate sui €0,50 grazie al taglio dell’IVA. Questo è il motivo alla base della recente proposta del noto virologo Crisanti¹, che suggerisce di introdurre un sussidio per l’acquisto delle mascherine FFP2.

    Sebbene con alcune differenze, le FFP2 vengono equiparate (quantomeno per la popolazione comune) alle N95 e alle KN95, mascherine che hanno capacità filtranti di almeno il 95%, ma che sono certificate rispettivamente dagli Stati Uniti e della Cina e che quindi sono sottoposte a test diversi.

    Le mascherine “egoiste”

    Per spiegare meglio l’importanza dell’uso reciproco dei dispositivi di protezione, specifiche mascherine sono state soprannominate dagli esperti mascherine egoiste: si tratta delle mascherine dotate di valvola, indipendentemente dal fatto che siano FFP1, FFP2 o addirittura FFP3. Queste hanno un’efficacia di filtrazione che rispecchia quelle della certificazione di riferimento, ma che grazie alla presenza di una valvola fanno sì che l’aria contenuta all’interno venga spinta fuori durante la respirazione, con il rischio di infettare il prossimo qualora si sia positivi al virus. Per questo motivo, gli unici che dovrebbero indossare queste mascherine sono i sanitari in particolari circostanze che lo esigono. Anche in questo caso, quindi, la scelta individuale ha una ricaduta su coloro che ci circondano.

    Mascherine in tessuto

    Le mascherine di stoffa fai da te o quelle che si possono acquistare ormai un po’ dappertutto vengono considerate mascherine di comunità, cioè mascherine che non sono soggette a nessuna certificazione. Il Ministero della Salute stabilisce, però, alcuni requisiti per le mascherine di questo tipo: devono infatti coprire sia naso che bocca, fino al mento e devono essere fatte di materiali multistrato sicuri. Non sono in ogni modo considerate dispositivi medici o di protezione individuale.

    Mascherine: come indossarle

    Anche sulle modalità giuste per indossare le mascherine il Ministero dà alcune indicazioni, che includono anche i casi in cui è obbligatorio metterle. Le mascherine si indossano con le mani pulite, lavate con acqua e sapone o con i gel disinfettanti per almeno 60 secondi nel primo caso, 30 nel secondo. In seguito, si portano gli elastici alle orecchie lasciando la parte colorata all’esterno e senza toccare l’interno della mascherina; con l’aiuto delle dita si schiaccia poi il ferretto nella parte superiore affinché il tessuto aderisca bene al naso, un sistema che riduce anche il rischio che le lenti degli occhiali si appannino per il vapore. Mentre si indossa, non andrebbe mai toccata, specialmente all’esterno: se per qualche motivo dobbiamo farlo, è bene poi igienizzare di nuovo le mani, così come quando la gettiamo via definitivamente.

    Le mascherine vanno indossate in qualsiasi luogo chiuso, tranne nella propria abitazione, a meno che non si sia in presenza di persone non conviventi. Inoltre, è obbligatorio indossare le mascherine anche all’aperto quando la circostanza non garantisce una distanza adeguata da chi ci è vicino. Gli unici a essere esonerati dall’obbligo delle mascherine sono i bambini sotto il sesto anno di età e le persone le cui condizioni di salute non siano compatibili con questo tipo di protezione. Tranne per queste poche eccezioni, quindi, l’impegno di indossare una mascherina al momento costituisce il più semplice gesto di altruismo che si possa compiere nei confronti degli altri (e anche di se stessi!).

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