Nasce “Uffa!”, l’auto-tampone pensato per i più piccoli (ma non solo)
Un kit che può essere autosomministrato. A idearlo il laboratorio di immunologia del Meyer di Firenze
Tra le molte cose che abbiamo (purtroppo) imparato a conoscere in questi lunghi mesi dall’inizio della pandemia globale che ha sconvolto la nostra quotidianità , c’è sicuramente il tampone, una delle procedure più utilizzate per diagnosticare il Coronavirus.
Al momento, per fortuna aggiungerei, non mi è mai capitato di dovermi sottoporre a un tampone, ma è certo che si tratti di un’esperienza piuttosto fastidiosa, dato che il bastoncino con cui vengono raccolti i campioni biologici deve arrivare molto in alto nella cavità nasale.
Il laboratorio di immunologia dell’ospedale Meyer di Firenze ne ha messo a punto uno che da lunedì 16 novembre entrerà nella pratica clinica della struttura e che rappresenta una piccola grande rivoluzione. Vediamo esattamente di cosa si tratta, come funziona e perché è stato inventato.
L’auto-tampone “Uffa!”. Come funziona
Pensato per i piccoli pazienti della struttura fiorentina, Uffa! è un auto-tampone nasale che può essere autosomministrato senza che ci sia bisogno dell’intervento del personale medico. Per utilizzarlo basta seguire alcuni semplici passaggi:
- inserire il bastoncino, presente nel kit, in una narice
- ripetere l’operazione nell’altra
- richiudere lo strumento in una provetta (che sarà sottoposta a successiva analisi)
Perché l’auto-tampone?
Come noto quella del tampone è una pratica che deve essere ripetuta almeno due volte a distanza di tempo per riscontrare la positività di un soggetto al Covid-19 e monitorarne l’andamento ma esistono situazioni in cui è necessario farlo con costanza per verificare regolarmente la negatività al virus (mi viene in mente il caso degli sportivi professionisti).
“Uffa!” che verrà somministrato periodicamente ai circa 1500 operatori del Meyer nasce principalmente per due motivi:
- limitare il tampone al solo naso, riducendo il disturbo per i bambini piccoli che ci si devono sottoporre
- far sì che non sia necessaria la presenza di personale medico per la somministrazione
In questo caso, infatti, questo tampone ha la particolarità di non dover andare in profondità (‘Molti studi hanno dimostrato che se una persona è positiva, il virus è presente nel suo naso’ riporta il comunicato ufficiale del Meyer), ma è necessario inserirlo solamente nella narice; un’operazione, se pensiamo ai bambini, che può essere effettuata direttamente dal genitore.
L’auto-tampone ‘Uffa!’ è stato approvato con parere del Comitato Etico Pediatrico Regionale del 1 ottobre 2020, è stato avvitato il successivo 6 ottobre e in base ai test effettuati sul personale risulta essere estremamente efficace: ‘Nessun tampone è risultato non valido’, sottolinea sempre il comunicato ‘né nel gruppo autosomministrato, né nel gruppo eseguito dagli operatori […] Nessuno è risultato falso positivo’.
Infine l’auto-tampone ‘potrebbe essere una fondamentale soluzione al problema del sovraffollamento dei centri tamponi, siano essi nelle strutture sanitarie o nei drive-through’ e come spiegato dalla professoressa Chiara Azzari, responsabile del Laboratorio di Immunologia: ‘Se le analisi finali confermeranno questi primi risultati, considereremo raggiunti i nostri obiettivi: il tampone nasale autosomministrato potrà essere considerato una valida alternativa al tampone rinofaringeo somministrato dall’operatore, sia negli operatori sia nei bambini’.
In un periodo in cui il sistema sanitario è in grande difficoltà si tratterebbe di un modo concreto per alleggerire in maniera importante il carico. E non è poco.