Ezio Bosso: la vita, la malattia e il coraggio

Il grande pianista e direttore d'orchestra ci ha lasciati il 15 maggio: nel 2011 gli era stata diagnosticata una malattia neurodegenerativa che l'aveva costretto sulla sedia a rotelle

Ho smesso di domandarmi perché. Ogni problema è un’opportunità”.
Ezio Bosso ci ha lasciati. Il grande musicista, pianista, direttore d’orchestra compositore, se n’è andato il 15 maggio nella sua casa di Bologna a soli 48 anni.
A portarselo via il cancro con cui conviveva da diversi anni. Ad aggravare la situazione, la malattia neurodegenerativa che l’aveva costretto sulla sedia a rotelle.

Il messaggio

Nonostante tutto, Ezio non si è mai arreso. Fino alla fine, la musica, la sua passione, l’ha anzi spinto ad affrontare con coraggio sfide sempre più grandi, trasformando ogni giorno in una conquista.
La prima cosa che farò è mettermi al sole. La seconda sarà abbracciare un albero”, aveva dichiarato in una delle sue ultime interviste rilasciata proprio durante il lockdown italiano a causa del Coronavirus.

Chi era Ezio Bosso

Nato nel 13 settembre 1971 a Torino, Ezio ha vissuto l’infanzia e l’adolescenza in Borgo San Donato.
A fare da sfondo ai suoi primi passi nella musica, la Torino operaia e di immigrazione, mentre a soli quattro anni si avvicinava alle note grazie ad una prozia pianista e al fratello musicista. Iscritto al conservatorio, a 16 anni ha esordito come solista al pianoforte in Francia e ha cominciato a girare per le orchestre europee. L’incontro con Ludwig Streicher ha segnato la svolta della sua carriera artistica, cominciato a studiare composizione e direzione d’orchestra all’Accademia di Vienna.
Dal 2017 è stato testimone e ambasciatore internazionale dell’associazione Mozart 14.

La malattia

«Se mi volete bene, smettete di chiedermi di mettermi al pianoforte e suonare. Non sapete la sofferenza che mi provoca questo, perché non posso, ho due dita che non rispondono più bene e non posso dare alla musica abbastanza». Questa la richiesta di Ezio al suo amato pubblico nel 2019. La malattia gli aveva portato via una parte importante della sua vita: la possibilità di suonare il pianoforte. Ma Ezio, non aveva smesso di sognare continuando a comporre musica e dirigere i suoi colleghi.
Il calvario per il maestro era cominciato nel 2011 quando gli è stata diagnosticata una rara malattia autoimmune e neurodegenerativa non definita, ma che presenta una sintomatologia progressiva molto simile a quella della SLA (Sclerosi laterale amiotrofica), conosciuta anche come malattia dei motoneuroni, malattia di Lou Gehrig o malattia di Charcot.
A causa del peggioramento della sua condizione, dopo un intervento chirurgico per rimuovere un cancro al cervello, l’artista è stato costretto a utilizzare una sedia a rotelle.

Riconoscere le emozioni attraverso la musica

La musica è capace di influenzare e legarsi indissolubilmente alle nostre emozioni e non è solo un fattore culturale, ma scientifico: secondo la neuroscienza le note che amiamo stimolano le regioni del cervello che regolano il piacere e che elementi neurochimici che ci fanno sentire bene.