Depressione in primavera, davvero può accentuarsi?
Anche con l’arrivo della stagione della “rinascita” può presentarsi il disturbo dell’umore conosciuto come SAD
Inizia, nel nostro emisfero (boreale), il 21 di marzo per terminare il 21 giugno, prima del solstizio estivo, mentre nell’emisfero australe va dal 23 settembre al 21 dicembre.
Stiamo parlando della primavera, una stagione contraddistinta dal progressivo aumento della lunghezza delle ore di luce e al contempo dalla rinascita della natura con piante e campi che rifioriscono ma anche, in alcune persone, da un disturbo che si può manifestare al cambio di stagione, compreso quello che ci fa uscire dall’inverno e ci fa entrare nella primavera.
Così come il classico disturbo depressivo che può essere contrastato con i giusti antidepressivi, anche il SAD può essere affrontato con la giusta terapia che consenta di gestire al meglio gli aspetti emotivi legati al cambio di stagione.
Cos’è il SAD?
Il SAD, ovvero il Seasonal affective disorder (in italiano il disturbo affettivo stagionale), consiste in un insieme di disturbi dell’umore che si manifestano in alcuni periodi dell’anno e in particolare in inverno.
I sintomi comuni vanno dal dormire al mangiare poco, passando per una scarsa energia fisica, e se è vero che nel corso del tempo è stato riconosciuto come un disturbo comune, è altrettanto vero che, in seguito ad un’analisi del Center of Disease Control del 2016, non sono stati trovati collegamenti tra la depressione e la stagionalità.
Oltre ai già suddetti sintomi, chi soffre di SAD può chiudersi in se stesso arrivando a maturare pensieri suicidi ma anche più semplicemente disinteresse generalizzato sia nei confronti delle attività quotidiane che nei confronti delle relazioni sociali. Il SAD, inoltre, porta con sé disturbi del sonno legati al dormire troppo, con difficoltà a svegliarsi al mattino, e alimentari, con la tendenza a mangiare troppo abbondando con i carboidrati.
Sebbene il SAD, per la prima volta comparso come termine nel 1984 grazie a Norman E. Rosenthal e ai suoi colleghi del “National Institute of Mental Health”, si colleghi normalmente alla depressione invernale è altrettanto attestato che anche altri cambi stagionali, come quello dall’inverno alla primavera, portino con sé sintomi che in quest’ultimo caso sono agitazione, ansia, insonnia, calo dell’appetito e perdita di peso.
Depressione stagionale e come curarla
Il SAD, essendo legato alla stagione fredda, si manifesta soprattutto nei paesi nordici (pur escludendo, probabilmente per fattori genetici, l’Islanda e gli islandesi) e, secondo uno studio, le donne (4,5%) e gli anziani ne soffrono di più rispetto agli uomini (1,2%) e ai giovani.
In Italia una stima calcola che la prevalenza del SAD sia del 3,5% nella sua forma “classica” e dell’11,5% nella sua forma più lieve, conosciuta come “sotto-sindrome” o S-SAD.
Studi dimostrano, inoltre, che la maggior parte delle persone che soffre di SAD ha un disturbo depressivo maggiore e circa il 20% di loro può essere affetto da disturbo bipolare, sia di tipo I che di tipo II. Categorie a rischio sono, infine, soprattutto quelle che comprendono soggetti che soffrono di alterazioni del ciclo del sonno e del tono dell’umore.
Terapia della luce, cognitivo-comportamentale e integrazione programmata di melatonina sono i trattamenti del classico SAD, quello cioè che si manifesta in inverno, uniti all’utilizzo di antidepressivi inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina come fluoxetina (efficace al 67% secondo studi del 2003), paroxetina e sertralina.
Altre terapie contro il SAD
Ulteriori trattamenti che hanno portato risultati soddisfacenti, sia per quanto riguarda la sua efficacia, sia per quanto concerne il livello di tolleranza nei pazienti, sono quelli a base di Modafinil e dell’aminoacido 5-HTP, spesso utilizzato nei soggetti che soffrono di depressione, in grado di favorire la produzione di serotonina.
Infine una dieta che abbia alla base un elevato consumo di pesce è, secondo alcuni studiosi, uno strumento ulteriore di protezione rispetto al SAD grazie alla presenza al suo interno di Vitamina D, acido eicosapentaenoico e docosaesaenoico, così come rimedi sono considerate la fototerapia, l’arte, le tecniche di rilassamento, la meditazione, la musica, oltre all’esercizio fisico, magari all’aria aperta, e il viaggiare.
Dato che, come riportato dalla Dott.ssa Roberta Salvato, Psichiatra e Psicoterapeuta, Esperta di disturbi del sonno, ‘la depressione stagionale può essere scambiata per ipotiroidismo, ipoglicemia, mononucleosi e altre infezioni virali […] è fondamentale una corretta valutazione. Un professionista della salute mentale può diagnosticare il disturbo affettivo stagionale e discutere le opzioni terapeutiche. Con il giusto trattamento, la SAD è una condizione perfettamente superabile’.
La primavera nella cultura di massa
La primavera ricopre, nell’immaginario collettivo, il ruolo di stagione della rinascita dopo l’inverno e corrisponde all’aria, all’infanzia, all’Est, al sanguigno, al mattino e all’albedo (la bianchezza), in base rispettivamente ai quattro elementi, all’età della vita, ai punti cardinali, ai temperamenti umorali, alle parti della giornata e alle fasi dell’opera alchemica.
Non sorprende che secondo l’etimologia, primavera, derivante dal sanscrito “vas”, significhi “splendere” e proprio in questo periodo dell’anno si celebra, a livello internazionale, la Pasqua, festività che cade in un periodo variabile che va dal 22 marzo al 25 aprile, e il “Pesce d’aprile”, tradizione del 1° giorno di quel mese in cui si organizzano scherzi (e le cui origini risalirebbero alla prima metà del 1300 quando il beato Bertrando di San Genesio avrebbe liberato il Papa da una spina di pesce che lo stava soffocando).
Al di fuori del suo valore nella cultura di massa il momento dell’ingresso in questa stagione, così come nelle altre, rappresenta un momento difficile per chi soffre di sintomi ansiosi e depressivi, con l’organismo che risente del riacutizzarsi dei disturbi preesistenti.
Agitazione, ansia, insonnia, calo dell’appetito e perdita di peso sono tutti i sintomi che si possono quindi manifestare con l’arrivo della stagione della “rinascita” e possono essere collegabili al disturbo affettivo stagionale che, però, rispetto al passaggio tra estate e inverno si presenta in forma decisamente ridotta con appena il 3% dei casi complessivi.
Il consiglio è, in ultimo, quello di rivolgersi ai professionisti che sappiano indicare la giusta terapia per contrastare la SAD ed affrontare serenamente questi “cambiamenti”.