Perché quando mi arrabbio mi viene da piangere
Piangere per la rabbia è un comportamento molto comune all’interno di un conflitto. Non si tratta di un segno di debolezza, ma di un segnale da parte del corpo sui nostri livelli di stress
Piangere è la reazione a uno stimolo esterno che è riuscito a smuovere qualcosa dentro il nostro cervello. Piangiamo davanti a un film commovente, piangiamo per un lutto, piangiamo di dolore, piangiamo di gioia… Le emozioni umane sono complesse e spesso imprevedibili, soprattutto quando le persone reagiscono a situazioni emotivamente più violente, come nel caso della rabbia. Può capitare che nel mezzo di una violenta discussione o di uno scoppio acceso d’ira, sentiamo il bisogno di piangere. “Perché quando mi arrabbio piango?”, “Cosa c’è di sbagliato in me?”, “Perché non riesco a sostenere una discussione?” Lacrime e rabbia sono molto collegate nella psiche umana: ma in che modo?
Perché piangiamo?
Il pianto è visto come una manifestazione di debolezza, soprattutto il pianto maschile. Questo è uno dei motivi per cui cerchiamo di nasconderlo o di trattenerci. Ma non fa bene alla nostra psiche! Piangere ha un effetto molto positivo perché ci aiuta ad entrare in contatto con le nostre emozioni e ci aiuta a calmarci. Quante volte un bel pianto liberatorio ci ha aiutato poi a stare meglio? Inoltre piangere crea interazione sociale. Esatto: una cosa che è tanto stigmatizzata in realtà aiuta ad aumentare l’empatia nei confronti degli altri, ci permette di condividere esperienze e ci fa sentire meno soli. Dal punto di vista scientifico, invece, quando piangiamo il corpo produce l’adrenocorticotropo, un ormone che aiuta a gestire lo stress e che funge da antidolorifico naturale: è per questo che dopo aver pianto, ci sentiamo meglio. Insomma, piangere aiuta tantissimo il nostro organismo e la nostra relazione con gli altri. Ma perché piangiamo? Tutto parte dal sistema nervoso e dalle aree del cervello che gestiscono le emozioni; lì spicca l’amigdala, una struttura del cervello che stimola il sistema nervoso a produrre l’acetilcolina, ovvero un neurotrasmettitore che provoca l’attivazione del sistema lacrimale. Le lacrime, in questo senso, hanno tre funzioni principali: aiutano l’occhio a restare lubrificato impedendogli di seccarsi; prevengono le irritazioni in caso di corpi estranei; fungono da risposta alle diverse emozioni e al dolore fisico, generando empatia negli altri. Con quest’ultima funzione si genera il pianto.
Lacrime e rabbia: perché quando mi arrabbio piango?
Piangiamo per la tristezza, piangiamo per il dolore, piangiamo per la felicità. “Ma perché quando mi arrabbio piango?” Per rispondere a questa domanda, partiamo dagli inizi: cosa succede nel nostro corpo quando ci arrabbiamo? Il sistema nervoso centrale mette subito il corpo in allerta, innescando una serie di reazioni fisiche: la pupilla si dilata, il cortisolo (ovvero l’ormone dello stress) viene rilasciato, il cuore inizia a battere più forte, il respiro si fa pesante e il flusso sanguigno viene deviato ai muscoli, tenendoli in tensione. Si tratta di una reazione molto istintiva che corrisponde all’antica reazione di combattere per la nostra sopravvivenza. Tuttavia, ad oggi, non abbiamo più bisogno di questo. Perciò accade che il livello di stress generato dalla rabbia è così intenso da non riuscire a gestirlo, portando il corpo a reagire in modi inconsueti da quello che si può pensare. Ad esempio, piangendo. Piangere quando si è arrabbiati aiuta molto ad abbassare la tensione. Si tratta di una forma di comunicazione non verbale che serve a comunicare all’altro che si è spinto troppo oltre durante una discussione: le lacrime generano empatia. Ma non solo. Durante un confronto, può capitare che i toni si alzino all’improvviso. A un certo punto, uno dei due litiganti contrattacca o si difende e l’altra persona in preda alla rabbia, non riuscendo a tollerare la situazione di stress, sente il bisogno di piangere e di allontanarsi. Cosa emerge da questo comportamento? Chi piange per la rabbia non riesce a ragionare e a concentrarsi sul motivo della rabbia; questo genera stress e porta la persona al pianto. Non significa che il soggetto non sia in grado di sostenere una conversazione, anzi. Questi comportamenti sono dovuti a un’enorme sensibilità da parte di chi prova rabbia, che si sente triste perché percepisce di non essere capito o di essere giudicato quando è arrabbiato. Lo stress in questo caso genera un comportamento estremo ed è questo che porta al pianto.
Piangere fa bene
Ma attenzione: piangere quando si è arrabbiati è perfettamente normale. Anzi, fa addirittura bene alla salute! In psicologia il pianto aiuta a ridurre lo stress che, se lasciato incontrollato, genera una serie di effetti negativi sul corpo, come l’aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Infatti piangere non solo abbassa la pressione sanguigna, ma elimina le tossine attraverso le lacrime e aiuta a espellere il manganese, ovvero una sostanza che causa affaticamento e irritazione.
Esistono dei modi per controllare la rabbia?
Piangere fa bene, certo, ma non è sempre necessario per controllare la rabbia. Utilizzare dei metodi per controllare la rabbia è un ottimo modo per permetterci di stare meglio con noi stessi e di non ricadere in situazioni stressanti. Cosa possiamo fare per gestire la rabbia?
- Pensare prima di parlare: certo, è facile dirlo. Quando si è nervosi, è difficile controllare quello che diciamo. Ma respirare aiuta. È meglio prendersi qualche secondo per fare dei profondi respiri e raccogliere i propri pensieri piuttosto che lasciarsi andare a cose di cui potremmo pentirci
- Fare sport: l’attività fisica aiuta tantissimo a scaricare lo stress e a lasciarsi alle spalle la rabbia
- Ascoltare la musica: la musica ha da sempre un effetto calmante sulla nostra psiche, soprattutto perché parla direttamente alle nostre emozioni. Ascoltare musica mentre si è arrabbiati garantisce il ritorno a uno stato di rabbia (e permette di sfogarsi)
- Parlare: aprirsi quando si è preda di un sentimento così forte come la rabbia è ancora più difficile, eppure il dialogo è il modo migliore per trovare la soluzione a un conflitto. L’altra persona capirà e, soprattutto, proverà empatia nei nostri confronti.