Parafilia, quando ricorrenti e insolite fantasie erotiche diventano un disturbo
Che cosa si intende per parafilia? Quali sono i sintomi, le cause e i fattori di rischio?
Desideri perversi, accessori erotici, BDMS, pensieri audaci: nell’immaginario e sotto le coperte tutto è possibile… beh, quasi. Liberarsi di preconcetti ed esprimere se stessi con il partner (e da soli, sia per le donne che per gli uomini), andando anche un po’ oltre le regole e l’immaginario di “proibito” può essere eccitante, stimolante e piacevole; diverso è se questi pensieri e queste pratiche diventano disturbi sessuali o perversioni, in grado di mettere in pericolo se stessi e gli altri, in vari modi. La parafilia è proprio questo.
Cos’è la parafilia?
Con il termine parafilia, secondo il DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders), si intende quel desiderio sessuale persistente e particolarmente intenso che può coinvolgere oggetti inanimati (spesso inusuali) o un eccitamento sessuale che avviene con atteggiamenti e comportamenti che creano disagio; questo disagio è una condizione di dolore e/o umiliazione che l’individuo fa provare a se stesso e/o agli altri. Possono riguardare anche bambini o persone non consenzienti.
Per essere considerati disturbi, queste pulsioni devono rivelarsi particolarmente intense, persistenti e devono manifestarsi per almeno 6 mesi, causando disagi clinici o complicazioni importanti nella sfera sociale e/o lavorativa.
Chi soffre di parafilia e quali sono le cause?
Tipicamente maschili, le parafilie possono riguardare in minima parte anche il genere femminile, a parte per il masochismo, che invece si palesa più frequentemente nelle donne (sia in fase adolescenziale, sia nella prima età adulta). I soggetti che soffrono di parafilie tendenzialmente sono poco (se non per niente) in grado di affezionarsi o di essere coinvolti emotivamente con il partner.
Gli studiosi non hanno ancora individuato un motivo scatenante inerente a questi disturbi; probabilmente coesistono più cause che portano un individuo a soffrirne. In molti soggetti affetti da parafilie sono state individuate conflittualità genitoriali e trascuratezza da parte dei genitori nell’infanzia. Altre teorie riguardano problemi nello sviluppo psicosessuale del soggetto, con conseguenti stati d’ansia, la quale viene alleviata solo grazie a questi comportamenti.
Le parafilie più comuni
Il feticismo, quando prende connotazioni patologiche, è senz’altro la parafilia più comune: i soggetti provano piacere sessuale attraverso alcuni oggetti inanimati o particolari parti del corpo, spesso inusuali. Questo oggetto o parte del corpo “prende il posto” del partner stesso, sostituendolo: scarpe, piedi, oggetti in pelle o in lattice, sono solo alcuni esempi di “feticci” utilizzati in questa tipologia di perversione.
Il manuale MSD per professionisti inserisce tra le parafilie più frequenti:
- Pedofilia
Desiderio sessuale, fantasie e comportamenti che coinvolgono minori di 13 anni. - Voyeurismo
Raggiungere l’eccitazione guardando nudi, persone che si stanno spogliando o che stanno facendo sesso. - Travestitismo
Essere sessualmente eccitati dopo aver indossato indumenti tipici del sesso opposto. - Esibizionismo
Mostrare i propri genitali a qualcuno che non si conosce oppure che è ignaro di tali intenzioni. La persona ignara di questi comportamenti viene “oggettivizzata”, ridotta cioè a oggetto impotente.
A queste 5, c’è da aggiungerci anche il masochismo e il sadismo sessuale (cioè quelle pratiche in cui il dolore e l’umiliazione da parte del partner, attraverso percosse, punizioni, bendaggio, provoca piacere sessuale in chi riceve) e frotteurismo, cioè toccare o strusciarsi a qualcuno che non è consenziente (solitamente è una pratica che avviene in ambienti affollati, come ad esempio in fila o in autobus).
Questo elenco racchiude solo le più comuni e conosciute perché ne esistono tantissime (centinaia) in quanto ogni persona, comportamento, oggetto e circostanza può diventare un disturbo parafilico.
Trattamenti della parafilia
La cura dei disturbi legati alla parafilia deve tener conto sia dei vari e determinati aspetti biologici sia di quelli psicologici. Per questo spesso a un percorso di psicoterapia viene affiancato anche una trattamento farmacologico (identificato da un medico specialista): generalizzando, a una terapia cognitivo comportamentale si abbinano farmaci antiandrogeni e inibitori della risposta degli ormoni sessuali. Sarà poi lo psicologo psicoterapeuta e il medico specialista ad analizzare ogni caso nello specifico e fornire il supporto psicologico e farmacologico più idoneo al soggetto affetto da uno dei disturbi parafilici.