Cos’è e come funziona l’app Immuni che arginerà il Covid-19
La guida facile al funzionamento dell'app italiana anti coronavirus
Cos’è e a cosa serve l’app Immuni
L’app Immuni è una delle soluzioni scelte dall’Italia per affrontare la fase 2 dell’emergenza coronavirus, quella in cui le persone saranno più libere di uscire, ma nella quale non si potrà abbassare la guardia per il pericolo di nuovi focolai di contagio.
L’app Immuni è un programma installabile gratuitamente sul proprio smartphone ed è pensata per tracciare digitalmente i contatti che si hanno con le altre persone. In questo modo, nel caso un individuo venga dichiarato positivo si potrà risalire rapidamente a chiunque gli sia stato vicino negli ultimi tempi, per poi mettere in atto le precauzioni e le azioni del caso.
In questo modo, gli spostamenti potranno ricominciare, ma con più sicurezza, perché si potranno contattare tutti coloro che sono stati con una persona positiva a meno di 2 metri di distanza e per più di 15 minuti, dunque monitorando anche incontri casuali sui mezzi pubblici, a lavoro o nei negozi.
Soluzioni simili sono state già adottate anche in altre aree del mondo colpite dalla diffusione del virus Sars-coV-2, dove vari sono stati i sistemi di tracciamento digitale dei contatti, dall’app TraceTogether di Singapore (molto vicina a Immuni per il funzionamento), fino a metodi più invasivi come quello applicato dalla Cina attraverso l’app WeChat.
Come funziona l’app Immuni
L’app Immuni si potrà scaricare sul proprio smartphone come qualsiasi altra applicazione che usiamo, quindi dall’app store che possediamo già sul dispositivo, sia esso il Play Store di Android o l’Apple Store di iOS.
L’app Immuni traccerà i contatti che abbiamo avuto, ma non monitorerà i nostri spostamenti. Potremo quindi sapere di essere entrati in contatto con un individuo positivo ma non dove questo incontro sia avvenuto.
Per come è pensata, l’app Immuni funziona attraverso il bluetooth, una tecnologia che consente ai nostri telefoni di comunicare tra loro e scambiarsi dati. Una volta installata, l’app inventerà per quel dispositivo un codice, detto ID, che sarà l’identificativo di quello smartphone, ma non del nominativo della persona. Una volta in funzione, l’applicazione memorizzerà tutti i codici dei telefoni con cui verrà a contatto, salvandoli in una sorta di lista. Ovviamente questi telefoni dovranno avere a loro volta l’app installata, altrimenti queste non comunicheranno tra loro.
Come fa l’app a capire se tra questi codici con cui siamo entrati in contatto c’è un positivo? A intervalli regolari, l’app Immuni interrogherà il server centrale, che funge da archivio dei codici identificativi, per cercare l’ID dei telefoni appartenenti agli individui il cui tampone è risultato positivo al Covid-19; a questo punto, se nella lista memorizzata nell’app sul proprio smartphone c’è un codice corrispondente, allora il sistema ci allerterà con una notifica. Naturalmente non sapremo il nome della persona malata, ma con questo avviso potremo avvertire le autorità competenti del contatto a rischio che abbiamo avuto.
App Immuni: quando esce?
Al momento non è stata rivelata la data ufficiale di rilascio dell’app Immuni, ma voci sembrano voler far intendere che l’uscita avverrà entro fine maggio, momento in cui si allargheranno le possibilità di movimento introdotte con la fase 2, iniziata già il 4 maggio.
App Immuni e privacy: dubbi e alcune rassicurazioni
Partiamo dal dire che l’app Immuni non è obbligatoria: il download è volontario e chi sceglierà di non scaricarla non sarà penalizzato in alcun modo, potrà quindi uscire e spostarsi al pari di ogni altro cittadino. Allo stesso modo, quando arriverà la notifica di un probabile contatto con un individuo positivo, sarà l’utente che dovrà in maniera volontaria darne comunicazione al proprio medico o in generale alle autorità sanitarie. C’è da considerare, però, il fatto che perché sia efficace l’app Immuni dovrebbe essere scaricata da almeno il 60% della popolazione, altrimenti i dati non saranno sufficientemente utili.
Chiarito ciò, i dubbi dei cittadini sui risvolti sulla privacy dell’app Immuni rimangono, ma con il nuovo decreto-legge del 30 aprile scorso sono stati posti limiti e date indicazioni più chiare sul sistema di allarme Covid-19.
Sul decreto si legge che i cittadini dovranno essere correttamente informati sul trattamento dei loro dati attraverso l’app, specificando quali saranno le finalità, come e per quanto questi verranno conservati. Viene spiegato che le informazioni personali saranno conservate esclusivamente fino al termine dell’emergenza o comunque non oltre il 31 dicembre di questo anno e che saranno utilizzate solo per fini di sanità pubblica. I dati aggregati, cioè quelli non nominativi, potranno essere usati per statistiche e studi ma sempre con riferimento a obiettivi di natura scientifica. In ogni caso, la piattaforma non dovrà geolocalizzare gli utenti, quindi non saprà in quali luoghi siamo stati.
Infine, l’app Immuni, a differenza di sistemi con fini analoghi utilizzati dagli altri Paesi, non centralizzerà i dati raccolti: questi verranno invece conservati direttamente nello smartphone, che controllerà l’eventuale corrispondenza in maniera periodica nel server centralizzato e non viceversa.