WeChat in Cina: l’app social contro il Covid-19

Esiste un'app per tutto. Anche per combattere il Covid-19.

WeChat VS Covid-19

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    WeChat è l’app multitasking di cui ogni utente ha bisogno. Negli anni si è ampliata in numerosi settori: social, informazione, e-commerce. Perfino nel settore farmaceutico. Ma non si è limitata soltanto a questo. In Cina è diventata un inatteso alleato contro il Covid-19.

    Come funziona WeChat

    WeChat è una delle app più utilizzate in Cina. Sviluppata dal colosso cinese Tencent nel 2011, racchiude al suo interno tutte le funzionalità che possiamo ritrovare in WhatsApp, Facebook o Google. Non si tratta soltanto di un’applicazione di messaggistica.

    Permette l’acquisto di beni e servizi con WeChat Pay, il portafoglio digitale dell’app. Basta scannerizzare il QR Code di ciò che vogliamo comprare e la transazione viene ultimata in pochi secondi. Dall’acquisto del biglietto dell’autobus al prenotare in un ristorante, dal restare aggiornati sulle ultime notizie al chattare con chi vogliamo. In Cina WeChat rappresenta tutto questo. Secondo un report del 2019 più di un miliardo di utenti ci passano sopra quasi 4 ore al giorno.

    In Italia e nel resto dell’Occidente WeChat non è riuscita ancora a inserirsi. Questo è dovuto sia alla presenza di colossi come WhatsApp, Google o Facebook, sia alla forte impronta cinese che rende l’app distante dalla nostra cultura. Proprio in Cina del resto questa app multiservizio ha svolto un ruolo fondamentale nei mesi della pandemia da Covid-19.

    WeChat e Covid-19: cosa è cambiato

    Dai primi casi esplosi nella città di Wuhan, la Tencent ha inserito nella sua app alcune nuove funzioni per far fronte all’emergenza sanitaria. Una delle più importanti è legata alla generazione di un QR Code colorato per capire se gli utenti sono affetti da Coronavirus.

    Qualche tempo dopo lo scoppio della pandemia, WeChat ha inviato una serie di domande agli utenti. Hai i sintomi del virus? Sei entrato in contatto con persone che hanno contratto la malattia? Le risposte sono state inviate al server della Tencent insieme a una serie di dati raccolti sulla base delle abitudini di acquisto (individuando, in particolare, i farmaci acquistati). Queste informazioni hanno poi generato un QR Code di identificazione.

    La scansione di questo codice è necessaria per accedere ai mezzi pubblici e agli uffici di ogni regione. Il colore con cui si presenta indica lo stato di salute dell’utente: il verde significa assenza di sintomi, il giallo rivela un sospetto di contagio e il rosso conferma la presenza del virus.

    In questo modo è stato possibile alleggerire il lockdown e permettere agli abitanti di spostarsi. Ma da ciò si capisce che ogni cittadino è tenuto costantemente sotto controllo. Qualsiasi infrazione viene rivelata e portata all’attenzione della polizia e dei medici. 

    Ogni giorno WeChat raccoglie tantissimi dati, dall’ID alla cronologia di ricerca e di acquisti. Gli utenti rinunciano così a buona parte della loro privacy. Spesso neppure ci pensano al consenso dato all’app per l’utilizzo delle informazioni personali, soprattutto quelle inerenti alla propria salute. Il governo ha così un controllo pressocché totale sui dati degli utenti. Tutto questo è utilizzato oggi per tenere sotto controllo il Covid-19, ma non solo.

    Il governo cinese censura le notizie su WeChat

    Quando scoppia una pandemia, ogni paese ha un unico obbiettivo: cercare di limitare il panico generale. Il governo cinese ha controllato le conversazioni degli utenti di WeChat per individuare chi potesse essere un caso sospetto di Covid-19. Ma non si è limitato soltanto a questo.

    Agli inizi della pandemia Ai Fen, medico e direttore dell’ospedale centrale di Wuhan, ha condiviso con dei suoi colleghi le foto delle cartelle cliniche di alcuni pazienti affetti dai sintomi di un patogeno sconosciuto. Questi messaggi sono stati poi ricondivisi tramite WeChat per dare notizia del virus in Cina, ma sono stati subito bloccati. Anche l’intervista rilasciata da Ai Fen per spiegare la gravità della situazione è stata eliminata dai circuiti di messaggistica.

    Una sorte simile è toccata a tutti gli utenti che hanno criticato la gestione dell’emergenza Covid-19 da parte del governo. Com’è stato possibile che i messaggi venissero bloccati così tempestivamente?

    Secondo quanto spiegato in un report di ricerca fatto dal gruppo Citizen Lab dell’Università di Toronto, quando un messaggio viene inviato a un contatto su WeChat, esso passa attraverso un server gestito da Tencent. Il server ne controlla allora il contenuto: se vengono trovate le parole chiave inserite nella “lista nera”, il messaggio viene censurato.

    Questa “black list” è stata ideata dal governo per gestire la situazione ed evitare il panico generale. Dentro sono inserite tutte le parole legate al Covid-19. Si sa infatti che in Cina la maggior parte delle aziende di social media ha delle regole molto rigide sulla diffusione di notizie: tutte quelle che potrebbero mettere in pericolo la stabilità sociale o essere critiche nei confronti del governo vengono censurate. WeChat non è esclusa da tutto questo.

    Gli utenti di WeChat si ribellano alla censura in Cina e parlano in Klingon

    Quando la libertà personale viene meno, le persone cercano un modo per far circolare più informazioni possibili. In questo modo emerge tutta tutta l’ingegnosità degli utenti social, che creano contenuti “insospettabili” per poter parlare di argomenti vietati, come la ragazza che ha aggirato la censura pubblicando un make up tutorial su Tik Tok dove parla dei lager in Cina.

    Gli utenti di WeChat in Cina non sono stati da meno. Alcuni di loro si sono inventati dei metodi molto originali per superare la censura del governo. I messaggi che contengono le parole chiave legate al Covid-19 sono stati trasformati. Troviamo dei post con le emoji, in codice binario, in lingue inventate come il Klingon o l’elfico de Il signore degli Anelli. I più creativi hanno inserito il testo dell’intervista di Ai Fen all’interno dei titoli di testa di Star Wars.

    Quando un’app è in grado di fare tutto, è difficile farne a meno. WeChat in Cina è diventata ora più che mai indispensabile per qualunque utente: per restare aggiornati sull’emergenza Covid-19, per chattare con amici e famigliari, per acquistare farmaci e beni di prima necessità, per sapere chi è un paziente infetto. WeChat è andata oltre la semplice app social per la messaggistica, diventando un inatteso alleato nella lotta contro il virus, oltre che un mezzo “creativo” per superare la censura del governo.

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