Ehi doc, Whatsapp?
Come si è evoluta, se si è evoluta, la comunicazione con i medici di famiglia nell'era degli smartphone? La nostra intervista a Cinzia Peri, medico di famiglia tech, che ha deciso di comunicare con i suoi pazienti tramite Facebook (e non solo).
Cercando su internet la definizione di medico di famiglia, mi sono imbattuta in due diciture che riassumono perfettamente questa categoria:
1- “medico specialista nella disciplina della medicina generale che nell’ambito del servizio sanitario nazionale presta assistenza sanitaria sul territorio rivestendo il ruolo di medico curante (…) è il responsabile della cura globale della persona, rappresenta l’accesso del cittadino al sistema sanitario nazionale e ha il compito di coordinare sotto la sua responsabilità l’intera vita sanitaria dei suoi pazienti” (Wikipedia)
2- “medico di scelta fiduciaria da parte del cittadino e fornisce assistenza di primo livello nel proprio studio medico, al domicilio dell’assistito, nelle strutture residenziali (…). Il loro ambito di competenza è principalmente rivolto alla gestione delle patologie croniche ed il loro ruolo si svolge longitudinalmente nel corso della vita degli individui.” (Atlante delle professioni)
Quindi, in sostanza, il medico di base è il medico con il quale ognuno di noi deve interfacciarsi più o meno frequentemente nel corso di tutta la vita e al quale ci affidiamo per tutto ciò che riguarda la nostra salute. È il collante, il ponte che ci lega indissolubilmente al sistema sanitario nazionale, il medico di cui nessuno, nemmeno il più sano tra i sani può fare a meno.
Va da sé che, essendo così importante per noi, sia quantomeno essenziale averci una comunicazione che sia il più agevole e diretta possibile. Quindi mi sono fatta questa domanda: in mondo interconnesso come quello in cui viviamo, nel quale le tecnologie collegano e agevolano le nostre comunicazioni; un mondo in cui utilizziamo le app per ordinare la cena o per prenotare il nostro posto a teatro, come comunicano i medici di famiglia?
Perché se è indubbio che negli anni la sinergia tra tecnologia e salute si è rafforzata sempre di più, ottenendo risultati veramente incredibili, è altrettanto vero che gli stessi passi avanti non sono stati fatti nella comunicazione con e per i pazienti: ma l’esigenza di un’evoluzione è forte e si è fatta sentire soprattutto durante questo periodo di pandemia e distanziamento sociale. Basti pensare al fatto che non è possibile prenotare determinate prestazioni sanitarie tramite internet (cup online) e che, solo recentemente, abbiamo cominciato a sentir parlare in maniera concreta di telemedicina. Partendo da questi presupposti, sembra quantomeno difficile pensare che la comunicazione con i medici di base, seppur nell’era degli smartphone, sia agevole e a portata di click.
Sarò sincera, nel mio immaginario possiedo una visione un tantino anacronistica di questa categoria di medici, ma per non permettere ai miei pregiudizi di prevalere, ho deciso che avrei scelto ed intervistato un dottore che avesse fatto della tecnologia la sua arma vincente e, per farlo, sono andata a cercare su Facebook.
Facendo una ricerca sia con le parole “medico di base” sia “medico di famiglia” i risultati non sono stati moltissimi, ma mi hanno permesso di imbattermi nella dottoressa Cinzia Peri, che esercita la professione a Savona, ha una pagina con più di 900 like e ha gentilmente accettato di rispondere alle mie domande.
Com’è nata l’idea di aprire una pagina Facebook? Spiegaci in che modo la utilizzi.
≪Inizialmente è stata una prova, nata da un’idea del mio fidanzato, io avevo solo la mia pagina personale. Però mi sono resa conto da subito che sarebbe stata una buona idea, così ho fatto la richiesta a l’ordine e mi è stato accordato il permesso di aprire la pagina. Per quanto riguarda la gestione, cerco di pubblicare giornalmente. Nei miei post cerco di dare consigli e informazioni utili che possano servire ai miei pazienti. Inoltre, possono utilizzare messenger per prenotare gli appuntamenti o richiedere ricette e richieste.≫
Utilizzi altri canali per comunicare con i tuoi pazienti?
≪Come app di messaggistica, oltre a Messenger utilizzo sia le email che Whatsapp. Poi ovviamente mi possono contattare telefonicamente, tramite cellulare e tutti i lunedì e venerdì mattina mi avvalgo anche dell’aiuto di una segretaria.≫
Quali sono i pro e i contro di essere così interconnessa?
≪Il vantaggio è sicuramente quello di essere raggiungibile su più canali. Una comodità non da poco. Agevola la comunicazione e mi permette di poter interagire con il paziente anche a distanza. Di svantaggi per ora, sinceramente, non ne ho visti.≫
Nemmeno per la gestione della tua privacy? Ho notato che hai il tuo numero sulla pagina Facebook
≪Per ora non ci sono stati problemi. Come tutte le cose, l’importante è saper dare delle regole e fare in modo che vengano rispettate. Io faccio ambulatorio da lunedì a venerdì e sono raggiungibile tutti i giorni dalle 8 alle 20 -festivi inclusi-. È chiaro che se vengo contattata anche fuori orario, specialmente la sera, mi sembra normale rispondere, per poter essere di aiuto. Avendo svolto il lavoro di guardia medica per anni, capisco le difficoltà che può avere un paziente, specialmente se anziano, in certe situazioni, c’è bisogno di un ponte, di un lavoro in sinergia tra medico di base e guardia medica.≫
A proposito di pazienti anziani, come comunichi con loro?
≪I pazienti anziani sono la maggioranza dei miei assistiti. Ne ho circa 240 ultra settantacinquenni e con la maggioranza comunico esclusivamente tramite chiamate. Devo dire però che tra gli utenti più attivi sulla mia pagina Facebook ci sono tre pazienti donne che hanno tra gli 80 e gli 82 anni e che mi contattano anche su Whatsapp!≫
Con l’arrivo del Covid, cos’è cambiato nella comunicazione?
≪Da marzo in poi è cambiata la percezione delle cose. Non c’è stato un incremento dal punto di vista delle richieste, ma è cambiata la modaltà di approccio. Per consegnare le ricette ad esempio, utilizziamo solo mail o Whatsapp. Per le visite in studio abbiamo dovuto programmare gli appuntamenti in maniera che ci fosse un adeguato scarto tra l’uno e l’altro. La situazione è complicata. Specialmente i pazienti più anziani, sono spesso spaventati e non sanno cosa sta capitando, quindi mi scrivono, per avere consigli. Per loro era normale venire dal medico, come si va alla posta, faceva parte della routine. Adesso non è più così, quindi c’è bisogno di accompagnarli in questo passaggio.≫
Nonostante la pandemia, da quello che ho potuto vedere sui social, non sono molti i medici che decidono di essere così connessi: come mai secondo te?
≪Non sono l’unica, ma effettivamente siamo ancora in pochi. Qui a Savona, che io sappia non siamo più di 2 o 3 ad avere una pagina sui social. Sicuramente il fattore età incide e senza dubbio molti colleghi, specialmente quelli vicini alla pensione, hanno più difficoltà con la tecnologia. E poi è sempre un qualcosa in più da gestire, a cui dover dedicare del tempo. Anche se per me le comodità sono talmente tante, che non lo trovo un peso, ma un’incredibile risorsa.≫
Devo dire che parlare con Cinzia mi ha dato speranza: è vero di strada da fare ce n’è ancora molta e, se è chiaro, anche da questa intervista, che poter comunicare con il proprio medico in maniera semplice e accessibile è fondamentale per ogni paziente – non solo durante la pandemia -, è altrettanto vero che risulta ancora troppo spesso difficoltoso. Ma nel 2020, era della connessione e degli smartphone non possiamo più prescindere da un cambio di rotta e, per fortuna, le cose sembra stiano iniziando a cambiare.
La dottoressa Cinzia Peri, 34 anni, ha frequentato il corso di formazione specifica in medicina generale a Genova. Ha svolto per sei anni il lavoro di guardia medica. Attualmente svolge la professione di medico di famiglia a Savona. A questo link la sua pagina Facebook.