Benedetta Skincare, la skincare adattiva che riscrive le regole della bellezza

Quando la routine viso diventa empowerment, accessibilità e body acceptance.

Oggi parlare di diversity è parte del nostro quotidiano, ma non è sempre stato così: la strada verso un’inclusività reale è ancora lunga e richiede un impegno costante per superare barriere culturali, sociali e di rappresentazione. Anche prendersi cura della pelle può diventare un gesto politico, un atto di autodeterminazione e di rappresentazione. Il brand Benedetta Skincare nasce esattamente qui: all’incrocio tra inclusione, self-care e innovazione, portando nel mondo beauty italiano il primo kit di skincare davvero adattivo, pensato per corpi e vite diverse, non per un astratto standard.

Che brand è Benedetta Skincare

Iniziamo col conoscere di più questa realtà. Benedetta Skincare è una marca italiana di skincare viso quotidiana che propone un kit completo di prodotti pensati per tutti i tipi di pelle, con formule idratanti e illuminanti e una routine semplice da seguire ogni giorno. I prodotti lavorano in sinergia per coprire i diversi bisogni della pelle, riducendo lo stress legato alla scelta e aiutando a mantenere una routine costante, elemento chiave per il benessere cutaneo.

Nel posizionamento del brand, la skincare è definita come “coccola per l’anima”: un’esperienza di benessere per corpo e mente che sostiene anche la self-confidence, in linea con i più recenti approcci di psicodermatologia che collegano cura della pelle, percezione di sé e qualità di vita.

L’anima del progetto: Benedetta De Luca

Alla guida del brand c’è la content creator e attivista per i diritti delle persone con disabilità Benedetta De Luca: volto dell’inclusività digitale in Italia, Benedetta è nata con una malattia rara (l’agenesia del sacro, una rara malformazione congenita in cui l’osso sacro triangolare alla base della colonna vertebrale è assente o incompleto, collegata nelle forme più gravi alla sirenomelia), che l’ha spinta a trasformare quella che da bambina considerava la sua “coda” da limite in simbolo di unicità e forza, diventando punto di riferimento nel dibattito su body positivity e diversity.

Nei suoi contenuti e nelle sue interviste racconta come la disabilità sia parte della sua identità, non qualcosa da nascondere: il suo lavoro digitale punta ad abbattere stereotipi e pregiudizi, mostrando corpi non conformi nei contesti in cui per anni sono stati esclusi – compreso quello della bellezza, che affronta anche dal punto di vista della moda con il suo brand Italian Inclusive Fashion, un progetto nato con l’idea di creare abiti eleganti ma pratici, pensati per chi ha una disabilità e vuole sentirsi bello/a senza rinunciare al comfort e alla funzionalità.

“La coda che mi rende unica”: la narrazione del brand

Il racconto di Benedetta Skincare ruota attorno a una metafora potente: la “coda” che ci rende inimitabili, ispirata alla figura della Sirenetta e alla storia personale della founder. L’idea è chiara: ognuno ha un tratto che vorrebbe nascondere – fisico o caratteriale – ma proprio quella caratteristica può diventare la propria firma, non un difetto da cancellare.

In questo TOV, il brand promuove l’accettazione del corpo così com’è, senza filtri, incoraggiando a trasformare vulnerabilità e insicurezze in risorse identitarie. Al contempo, nel proprio contesto, collega il gesto quotidiano della skincare a un percorso di empowerment, non solo estetico ma anche mentale.

Il risultato è un linguaggio diretto, empatico, motivazionale, che parla alla persona prima che alla “pelle problematica”, evitando retoriche perfezioniste e promesse irrealistiche. Come afferma Benedetta De Luca, “Non devi adattarti al prodotto, è il prodotto che si adatta a te”.

Inclusività concreta: non solo parole

La particolarità di Benedetta Skincare è che l’inclusività non resta un claim di marketing, ma diventa design, formula e fruizione del prodotto. I prodotti di Benedetta Skincare sono adattivi per tutti i tipi di pelle, senza distinzione rigida per genere o stereotipi di età, in linea con la tendenza alla “inclusive beauty” che supera gli standard unici di bellezza. Si basano su formule senza siliconi e senza parabeni, con un focus su delicatezza e tollerabilità – aspetto importante per chi vive condizioni cutanee croniche o prende farmaci che possono influire sulla pelle.

Il packaging è stato studiato per essere riutilizzabile e i dispenser per essere pratici e ridurre ostacoli motori (facili da usare al contrario di tappi difficili, confezioni scivolose, gesti complessi). Inoltre, le etichette sono stampate anche in Braille e sono dotate di codice NFC, per rendere il prodotto fruibile anche a persone cieche o ipovedenti, in linea con gli standard di packaging inclusivo che uniscono elementi tattili e digitali.

Questa attenzione al dettaglio avvicina il brand alle esperienze più avanzate di design inclusivo nel beauty, come i pack tattili o le aperture facilitate sviluppate da grandi player internazionali, mostrando che anche un marchio indipendente italiano può porsi su questa linea di innovazione sociale. Benedetta Skincare non usa l’inclusività come estetica di superficie, ma la integra in ogni dettaglio del prodotto.

Attenzione (anche) al territorio e alla persona

In aggiunta, l’identità di Benedetta Skincare affonda le radici nella Costiera Amalfitana e Cilentana, terra d’origine di Benedetta De Luca: le formulazioni esaltano ingredienti naturali tipici del territorio come il fico del Cilento, il limone di Amalfi e le alghe marine.

Queste aree della Campania sono note per il loro ricco patrimonio naturale e agricolo, con coltivazioni di piante e frutti che beneficiano di un clima unico, terreno fertile e tradizioni secolari: ingredienti che sono un vero e proprio tesoro botanico locale, ricchi di proprietà nutrienti, antiossidanti e rigeneranti per la pelle. Un valore simbolico per il brand per parlare di sostenibilità, autenticità e legame con la natura e con la cultura del territorio: un’attenzione al naturale e al made in Italy.

Cosmetici inclusivi: cosa significa davvero

Parlare di cosmetici inclusivi oggi significa andare oltre la sola ampiezza delle shade di fondotinta o la comunicazione con testimonial diversi. Come visto attraverso Benedetta Skincare, l’inclusività in cosmetica tocca almeno quattro livelli:

  • rappresentazione di corpi, generi, etnie e abilità differenti nelle campagne e sui social, affinché più persone possano riconoscersi;
  • formulazione dei prodotti per essere adatti a differenti fototipi, tipi di pelle, condizioni dermatologiche, senza escludere chi ha esigenze specifiche;
  • accessibilità fisica attraverso packaging apribili, impugnabili e riconoscibili anche da chi ha disabilità motorie o visive;
  • accessibilità informativa con istruzioni leggibili, scritte in Braille, presenza di QR o NFC per ascoltare contenuti audio, fondamentali per chi non può fruire di un’etichetta tradizionale.

Secondo dati italiani e internazionali, le persone con disabilità rappresentano una quota consistente della popolazione – solo in Italia se ne stimano oltre 3 milioni di persone, circa il 5% della popolazione – eppure una minima parte dei cosmetici è progettata pensando a loro. In questo contesto, ogni scelta inclusiva in ambito beauty non è un dettaglio, ma un cambio di paradigma. Come piano piano è stato sfatato il tabù legato a sesso e disabilità, allo stesso modo oggi tocca alla cosmetica.

Appare chiaro in questo contesto che in un settore che per anni ha chiesto alle persone di cambiare per assomigliare a un ideale, Benedetta Skincare prova a fare il contrario: invita ad accogliere la propria “coda”, trasformando la routine viso in un momento per credere in sé un po’ di più, ogni giorno.