Dalla vita dietro al banco a farmacista consulente
La farmacista Cristina Strini racconta gli step del suo percorso professionale, dal consiglio in farmacia alla consulenza online
Negli ultimi anni, con l’incessante evoluzione tecnologica, l’associazione delle due parole – farmacista e consulente – è sempre più sulla bocca di tutti. Si tratta di una nuova sfaccettatura intrigante del ruolo del farmacista nel contesto digitalizzato. Con questa nuova opportunità il farmacista offre la sua specializzazione e alta formazione per consulenze personalizzate online e non solo.
Basti pensare che negli ultimi mesi le opportunità e le piattaforme in cui anche il farmacista può offrire la propria consulenza sono proliferate a dismisura e si ha sempre più una vastità di vetrine in cui pubblicare materiale, corsi, video-consulti a pagamento e protocolli di consiglio personalizzati.
La farmacista consulente Cristina Strini, protagonista dell’intervista, ha scorto con lungimiranza il trend degli ultimi mesi e ha anticipato i tempi fiutando l’opportunità di consulenza, permessa al farmacista come nuova prospettiva occupazionale già da un paio d’anni.
Dal 2022 ad oggi, dopo anni di formazione e specializzazione continua in Nutraceutica, Fitoterapia, Floriterapia, Omeopatia, Integrazione e Dermocosmesi, la Dottoressa Strini ha lasciato poco alla volta la vita dietro al bancone della farmacia per dedicarsi a tempo pieno alla sua attività di consulenza online.
Chi è il farmacista consulente?
Il farmacista consulente si definisce, nel contesto professionale, un professionista sanitario che dopo essersi specializzato con corsi di formazione e master e aver acquisito competenze tecniche specifiche, è in grado di condividerle, insegnarle e comunicarle attraverso la vendita gratuita o a pagamento della propria prestazione.
Le tematiche in cui prestare la propria consulenza sono le più disparate, dal mondo farmacia, salute, benessere alla nutrizione, lo sport, la cosmesi fino al mondo digitale, i social, la comunicazione e il marketing e così via. Questa attività è possibile svolgerla in prestazione da libero professionista: online attraverso le proprie piattaforme social, sul proprio sito web e/o attraverso piattaforme terze che ti offrono la piattaforma come supporto oppure fisicamente in spazi appositamente adibiti all’interno della farmacia o in uno studio al di fuori della stessa farmacia.
Nell’ultimo anno la farmacista Cristina Strini ha scelto la strada del digitale ed è stata tra le prime colleghe ad intraprendere con coraggio questa scelta. Tant’è vero che in poco tempo si è costruita il proprio spazio digitale sui social focalizzando l’attività di consulenza come @pharmacist_wellness; si è creata il suo seguito; ha creato il proprio sito web; avviato il rapporto in autonomia con le aziende; ha dato il via all’e-commerce e ha ingranato contestualmente con l’attività di consulenza online lasciando poco alla volta l’attività dietro al bancone della farmacia.
La spinta al cambiamento
Il cambiamento che ha voluto fortemente la farmacista per sé stessa e la sua carriera è stato enorme, infatti i motivi che l’hanno spinta verso questa scelta sono stati diversi e tutti quanti con solide motivazioni come l’insoddisfazione personale, la retribuzione non idonea e la necessità di una migliore qualità del tempo.
Come afferma la dottoressa: “Erano anni che ero estremamente insoddisfatta del lavoro in farmacia ed ero perfettamente conscia di non avere una retribuzione adeguata rispetto a quello che era il mio profitto. Non c’era una corrispondenza economica che potesse essere appagante per me e di conseguenza mi sentivo sfruttata. Dopo dieci anni con lo stesso stipendio non sentivo di avere la giusta motivazione per fare sempre meglio e dopo vent’anni di lavoro non sentivo il giusto riconoscimento per il mio impegno”.
Altra tematica importante è la motivazione psicologica che si cela dietro alla scelta di cambiamento, ovvero l’insoddisfazione e la frustrazione personale che provocava il non avere una retribuzione che rispecchiasse le proprie aspettative. Come confida la farmacista: “La mancata retribuzione giocava un ruolo penalizzante sul mio carattere e sul mio stato emotivo. Quando il farmacista inizia ad essere un po’ esperto ha la necessità di avere una escalation, un po’ come succede nelle grandi aziende. Noi farmacisti, invece, possiamo crescere personalmente per quella che è la nostra attitudine alla formazione, all’ascolto e al consiglio, ma non c’è di pari passo un’evoluzione di carriera, quello che sei quando entri lo sei quando vai in pensione. E questo è estremamente avvilente. Non c’è la possibilità di crescita professionale, capacità decisionale e responsabilità. Anzi le responsabilità te le prendi, ma non sono adeguatamente corrisposte”.
Tema altrettanto importante è la gestione del tempo libero e un migliore rapporto tra tempo famigliare e tempo lavorativo. Come racconta la dottoressa: “Io lavoro da casa e il mio costo attuale è la gestione del magazzino, dell’e-commerce e dell’Enpaf. Da casa mi gestisco il mio tempo, per me non passare 40 ore a settimana fuori di casa è una vittoria impagabile. La mia qualità di vita è migliorata“.
I contro della nuova scelta professionale
Il cambiamento lavorativo ha portato alla farmacista il miglioramento della propria qualità di vita e l’acquisizione di una nuova libertà personale, d’altro canto la decisione è stata dura e come racconta la dottoressa Strini: “Questa decisione è stata un salto nel vuoto. Ho rinunciato a 20 anni di contributi Enpaf come dipendente e quelle poche certezze non le hai più”.
Una scelta altrettanto difficile e coraggiosa soprattutto quando appuri che questa tipologia di servizio non lo offre nessun altro collega che conosci. La consulente racconta: “Credo che la consulenza che propongo io sia abbastanza particolare perché è data dalla preparazione, dai tanti anni passati al banco, dall’ascolto, dalla condivisione, dai feedback unitamente a una crescita professionale in termini di preparazione e al consiglio di precisione. Sicuramente appena laureata non sarei stata in grado di proporre questo genere di consulenza. Il banco che ho voluto mollare è stato quello che mi ha permesso di fare quello che sto facendo“.
A seguito di questa premessa la farmacista racconta i suoi contro della nuova scelta professionale: “Per fare questo lavoro ci vuole esperienza e contestualmente mi porto dietro i miei 47 anni e questi 47 anni mi pongono anni luce distante da alcune tipologie di tecnologie. Divario che i farmacisti di oggi hanno colmato con una dimestichezza diversa con i social”.
Le difficoltà tecnologiche riscontrate dalla collega sono state appianate in autonomia e con forza di volontà imparando giorno dopo giorno nuovi strumenti e programmi, ma è stato necessario affidarsi a un Social Media Manager e imparare a comunicare in modo completamente diverso dal passato. Altra questione è la necessità di avere sempre nuove idee e argomenti da portare sul proprio canale così come è necessario molto tempo per creare sempre nuovi contenuti divulgativi. Come esclama la Strini: “Per andare avanti bisogna continuare ad avere il cervello in evoluzione!”
Le soddisfazioni della consulenza
I pro dell’attività sono tutte quelle motivazioni e soddisfazioni che incentivano a continuare e a credere fermamente nel progetto.
La farmacista consulente spiega: “Se lavori bene, il riscontro da parte della gente c’è. Il problema di fondo è che le persone sono abbandonate a sé stesse, specialmente dopo il Covid-19. La disponibilità dei medici si è ridotta, così come le prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale. La mia consulenza si incastra bene in questa mancanza, in quanto lavoro sui disturbi cronici dei pazienti che sono tenuti sotto controllo medico, ma che, essendo cronici, nessuno aiuta a gestire”.
Inoltre, la consulenza dà margine di miglioramento, si impara strada facendo; infatti, come racconta la dottoressa, le consulenze sono cambiate da un anno all’altro e se si dimostra di avere le competenze giuste le persone avide di soluzioni immediate non faranno fatica a trovarti, a contattarti e a fidarsi. La farmacista consulente confida: “Ho la fortuna di seguire gli stessi pazienti anche dopo un anno. Ho la possibilità di consigliare in modo personalizzato, questo significa che ti consiglio quello che per me in questo momento è utile per te in base a quello che mi hai raccontato nella consulenza e in base ai tuoi obiettivi. Non sono schiava delle direttive del mio titolare né delle aziende che mi forniscono il materiale”.
Consigli ai farmacisti per diventare farmacista consulente
Decidere di diventare farmacista consulente è un cambiamento che va analizzato e studiato in modo dettagliato in ogni singolo passaggio. Sebbene ci siano all’orizzonte soddisfazioni personali, il percorso non è tutto rosa e fiori, infatti preserva notevoli scogli. Come spiega la Dottoressa Strini: “Per diventare farmacisti consulenti è necessario seminare. Questo percorso non è per tutti. Lo possono fare tutti, ma dipende tutto da cosa semini”. Prosegue: “L’online è un’arma a doppio taglio soprattutto con tutte le recensioni che ci sono: se lavori male e non sei competente, parti, ma poi torni indietro. Bisogna seminare e questo significa dedicarsi veramente al proprio cliente”.
Oltre a una attitudine caratteriale imprenditoriale, intraprendenza, una specializzazione verticale ed empatia da vendere, bisogna darsi il tempo per creare una propria agenda di contatti e prendersi cura della propria community. I primi frutti arrivano dopo un po’ di tempo se si inizia questa attività completamente da zero.
Mettersi in gioco e non smettere mai di imparare è il segreto che si cela dietro questa nuova attività, come sostiene la farmacista: “Per fare in modo che la macchina non si fermi bisogna imparare il più possibile ogni giorno”.