Cosa succede al nostro cervello quando ammiriamo un paesaggio bellissimo

Se al cospetto di tanta bellezza la sensazione è proprio quella di sentirsi togliere il fiato, sappi che potresti soffrire di Sindrome di Stendhal. Sai di cosa si tratta?

Alzi la mano chi non è mai rimasto a bocca aperta di fronte a un bellissimo paesaggio.
Impossibile restare impassibili di fronte a montagne imponenti e tramonti da capogiro. Se al cospetto di tanta bellezza la sensazione è proprio quella di sentirsi togliere il fiato, sappi che tutto accade per un motivo ben preciso e l’origine di questa reazione risiede proprio nel cervello. Insomma, di fronte a ciò che è bello, ma bello davvero, la corteccia cerebrale si mette letteralmente in moto e l’impatto emotivo con l’estetico può essere davvero destabilizzante.
Potresti soffrire di Sindrome di Stendhal, ne hai mai sentito parlare?

La sindrome della bellezza

Quando il bello è troppo bello, può far star male. Assurdo vero?
La sindrome di Stendhal è un disturbo psicosomatico. Quando si manifesta?  Di fronte a opere d’arte o paesaggi di molto belli. Le persone che sperimentano la Stendhal si ritrovano investiti da una gamma di sintomi (transitori e improvvisi) che possono variare per tipologia e intensità.

Come si manifesta la sindrome di Stendhal

Le persone che sperimentano la sindrome di Stendhal si sentono sopraffatte dalla bellezza dell’opera d’arte o del paesaggio che si trovano di fronte. Che sia terrore o un profondo senso di impotenza, ci sono alcuni sintomi che, anche se con intensità diversa, possono manifestarsi. Coloro che hanno provato la sindrome di Stendhal testimoniano di aver sentito: malessere generale, sudorazione, agitazione, pianto, vertigini e giramenti di testa, nausea, vomito, palpitazioni, tachicardia, euforia, senso di depressione e dolore epigastrico, ma anche in casi gravi difficoltà respiratorie, attacchi di panico e svenimento.

Come si innesca la sindrome di Stendhal?

Quando una persona si trova di fronte a un’opera d’arte si attivano determinate aree cerebrali come l’amigdala, la corteccia anteriore del cingolo, la corteccia orbitofrontale laterale e mediale e lo striato ventrale, zone deputate alla regolazione della sfera affettiva ed emotiva. È così che mettendo in funzione i neuroni specchio si origina un particolare fenomeno per il quale l’individuo che sta osservando un’opera d’arte o un paesaggio prova forti stati emozionali.

Sindrome di Stendhal: come si cura

La sindrome di Stendhal non necessita di cure o trattamenti specifici. Trattandosi di manifestazioni improvvise che scompaiono in breve tempo, basta semplicemente allontanarsi dall’opera in questione o dal paesaggio per riportare tutto alla normalità.
Solo quando a distanza di tempo, i sintomi non si affievoliscono è necessario l’intervento medico, ma si tratta di casi rari, perché generalmente la sintomatologia tende a risolversi da sola. Nei casi più rari può essere necessario ricorrere alla somministrazione di tranquillanti con una posologia definita dal medico. A lungo termine invece è possibile trattare la sindrome con un adeguato supporto psicoterapico.

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