Partorire con l’HPV
Cosa comporta gestire una gravidanza con il Papilloma virus e quali sono i rischi durante il parto?
Frequente, spesso innocuo, ma potenzialmente pericoloso: stiamo parlando dell’HPV (o Papilloma virus umano), un’infezione che colpisce principalmente le mucose genitali, composta da oltre 100 tipologie di virus diversi.
Cosa succede se ci accorgiamo di avere l’HPV in gravidanza? Esistono varie infezioni diffuse prese prima di concepire o durante la gravidanza che possono essere trasmesse da madre a figlio come la rosolia, la toxoplasmosi o la varicella; non sono le sole: tra queste c’è anche il Papilloma virus. Ecco cos’è e come affrontarlo in caso di gravidanza.
Cos’è l’HPV?
Abbiamo detto che conosciamo circa 100 varianti del virus Papilloma; viene trasmesso attraverso il contatto con cute e mucose e, solitamente, non è un’infezione grave: spesso viene eliminato dal sistema immunitario stesso, senza il subentro di nessun sintomo. Altre volte, però, il virus persiste nell’organismo creando verruche dolorose o sanguinamenti, fino a degenerare in malattie più gravi. Secondo alcuni dati, è proprio l’infezione da Papilloma virus umano che causerebbe l’insorgere dei tumori, come quello alla cervice uterina: si stima che in Italia l’8,5% di tutti i tumori è legato alla presenza di virus.
Come si prende il Papilloma Virus?
L’HPV è una malattia sessualmente trasmissibile, quindi il modo più comune di contrarre il virus è attraverso i rapporti sessuali. Oltre al sesso, è possibile trasmettere il virus attraverso il contatto fisico se ci sono lacerazioni o tagli di pelle e mucose.
Quali sono i sintomi dell’HPV?
Purtroppo i sintomi dell’HPV non sono così evidenti: possono comparire delle verruche genitali che spesso non provocano nessun dolore. Essendo un virus spesso del tutto asintomatico questo fa sì che si diffonda in modo del tutto indisturbato e inconsapevolmente.
Tra i sintomi più comuni a cui prestare attenzione:
- fastidio e prurito della verruca
- sanguinamento anomalo
- dolore nella parte bassa della schiena durante la minzione e/o i rapporti sessuali
Quali sono i trattamenti da affrontare?
Come abbiamo visto, spesso l’HPV è un’infezione che il nostro sistema immunitario riesce a combattere, altrimenti ci sono dei trattamenti medici o chirurgici adeguati alla guarigione delle verruche. Se invece le lesioni interessano la cervice uterina, in questo caso si procede con le asportazioni parziali del collo dell’utero.
La gravidanza con HPV
Uno dei modi per prevenire il Papilloma virus è effettuare il Pap-test che viene previsto dalla sanità italiana ogni 3 anni nelle donne tra i 25 e i 30 anni o con l’HPV DNA test, ogni 5 anni, tra le donne di età compresa tra i 30 e i 65 anni. Che succede se il test risulta positivo in gravidanza? Niente panico: il bambino tendenzialmente non corre rischi. La mamma dovrà necessariamente procedere a ulteriori accertamenti per verificare lesioni al collo dell’utero e, in caso di esiti positivi, procedere con la colposcopia.
Le problematiche da conoscere sulla gravidanza e il Papilloma virus
Purtroppo può capitare che, in una fase delicata e particolare come la gravidanza, i cambiamenti ormonali che l’organismo subisce abbiano un effetto “rinvigorente” per il virus che si sviluppa e cresce in modo più veloce. In casi più gravi, l’HPV può anche causare degli aborti spontanei; in ogni caso, il personale medico saprà indicare le analisi da effettuare. Se esistono condilomi (dette anche “creste di gallo”) e i medici lo ritengono necessario, si può anche intervenire ambulatorialmente su queste piccole escrescenze che compaiono intorno ai genitali esterni ed eliminarli con il laser o la diatermocoagulazione prima del parto.
Partorire con l’HPV
Avere l’HPV in gravidanza può significare rinunciare ad alcuni aspetti, soprattutto per il benessere della mamma e del bambino: ad esempio, se sui genitali vengono fuori delle piccole lesioni che causano dolore e prurito, il parto potrebbe avvenire con taglio cesareo.
Il parto con l’HPV e i rischi per il bambino
Non risultano esserci rischi dimostrati per il bambino, ma ovviamente è fondamentale tenere la situazione sotto controllo in quanto può capitare che, durante la nascita, il Papilloma virus possa essere trasmesso al neonato. In questo caso non ci sono particolari preoccupazioni o cure: spesso, come nell’adulto, l’infezione guarisce da sola in poco tempo, ma i controlli sono fondamentali per non provocare patologie serie al neonato. Per la mamma, invece, se si necessita di terapia, questa verrà posticipata a dopo il parto in quanto non sono state rese note problematiche in fase di allattamento.
La prevenzione dell’HPV in gravidanza
Un aspetto fondamentale per prevenire questo tipo di virus, e quindi del tumore alla cervice e al collo dell’utero, è effettuare gli screening. Esiste il Pap-test e ultimamente è possibile effettuare anche l’HPV DNA test: quest’ultimo permette di rilevare la presenza nel DNA dei ceppi di HPV ad alto e medio rischio. Cosa cambia in gravidanza? Assolutamente niente. Il Pap-test non fa male al bambino né alla mamma, al contrario, diventa un modo per individuare l’eventuale presenza della malattia in tempo. Come per un qualsiasi Pap-test viene prelevato il muco cervicale e analizzato (ovviamente in casi particolari vengono utilizzati strumenti alternativi indicati dai medici).
Unica vera arma che abbiamo oggi, grazie alla ricerca, è il vaccino, da effettuare alle ragazze intorno ai 12 anni di età.