Linguaggio del corpo: quando sembriamo più attraenti?
Oltre le parole, il nostro corpo comunica qualcosa, soprattutto nella sfera relazionale: come ci sentiamo, come ci fa sentire l’altra persona, quali sono le nostre intenzioni. Ma quali sono gli aspetti che ci rendono più attraenti? Scopriamolo.
La postura, il tono di voce, la gestualità sono solo alcuni modi con i quali si manifesta il linguaggio del corpo, ovvero l’insieme di segnali non verbali attraverso i quali comunichiamo e che si accompagnano al linguaggio verbale. Spesso il linguaggio del corpo è più inconscio e istintivo rispetto alle parole, e può per questo non solo rispecchiare quel che diciamo, ma anche contraddirlo. Nell’ambito dell’attrazione e delle relazioni, poi, il linguaggio del corpo può dirci molto dell’altra persona e di come la nostra presenza – in senso ampio, quindi quello che diciamo ma anche come ci poniamo fisicamente – la fa sentire. Il linguaggio del corpo non agisce però soltanto sull’altro: diventarne maggiormente consapevoli e saperlo sfruttare a nostro vantaggio può cambiare la percezione che si ha di noi e il nostro modo di sentirci. In particolare, come il nostro corpo può aiutarci ad essere più attraenti?
Cos’è il linguaggio del corpo?
Esiste una vera e propria scienza che studia il linguaggio del corpo, chiamata cinetica, dal greco “kinesis”, che significa “movimento”. Il suo campo di studio è proprio il modo in cui il nostro corpo, in tutte le sue parti, dagli occhi alla punta dei piedi, si muove per esprimere le nostre emozioni.
Il fatto che anche quello del corpo si definisca “linguaggio” rimanda a una necessaria interazione fra più persone, che a sua volta crea una comunicazione, in questo caso non verbale.
Il linguaggio del corpo, nonostante la sua caratteristica principale sia la non-verbalità, può dunque dirci molto, non solo dell’interlocutore, ma anche di noi stessi; accade ad esempio quando un malessere psicologico si manifesta con un disturbo fisico, che viene detto appunto psicosomatico.
Lo stesso linguaggio del corpo dipende in parte da fattori biologici. A determinati atteggiamenti fisici possono infatti corrispondere diversi livelli di ormoni; ad esempio, è stato studiato come in chi assume un atteggiamento di forza (di solito espansivo, come stare in piedi ben eretti con le mani sui fianchi) i livelli di testosterone siano più alti e quelli di cortisolo (l’ormone dello stress) siano più bassi.
Allo stesso modo l’iperidrosi delle mani – ovvero le mani che sudano, e che denotano nervosismo e agitazione – è dovuta alla noradrenalina, che agisce anche sulle ghiandole sudoripare.
Contribuiscono poi all’interpretazione del linguaggio del corpo anche aspetti personali (cioè le nostre esperienze e la nostra educazione) e aspetti culturali. Il contatto visivo, fondamentale nel linguaggio del corpo, quando è prolungato in Occidente denota interesse e self-confidence; al contrario, nelle culture orientali è percepito come sfrontato, mentre uno sguardo più remissivo, verso il basso, è inteso come un segno di rispetto.
L’interpretazione del linguaggio del corpo, ovvero la cinetica, viene poi completata dalla prossemica. Questa studia il variare della disposizione dei corpi nello spazio, a sua volta indicativo delle emozioni di chi partecipa all’evento comunicativo.
Linguaggio del corpo e attrazione
Linguaggio del corpo e prossemica sono ancora più intrecciati nell’ambito delle relazioni sessuali e romantiche, nelle quali la componente fisica gioca un ruolo di primo piano.
Ecco quindi che l’attrazione si manifesta principalmente proprio attraverso il linguaggio del corpo. Chi la prova potrebbe fare determinati movimenti o assumere una determinata postura. I segnali del corpo di qualcuno a cui piaci potrebbero essere:
- cambiamento nel tono di voce: che sia più profonda (come capita spesso nelle persone di sesso maschile) o più squillante (per la controparte femminile), si tende a cambiare tonalità e volume, per catturare l’interesse o per manifestarlo
- imitazione dei gesti dell’altro: questo meccanismo, chiamato mirroring, è in generale fondamentale per acquisire i comportamenti sociali che ci permettono di partecipare alla vita in comune di una società
- dilatazione delle pupille: anche questa è una reazione organica mediata dagli ormoni, in particolare dalla dopamina, secreta quando proviamo eccitazione
- loquacità: vedere qualcuno che ci attrae scatena una reazione nel nostro cervello; la noradrenalina che secerne la ghiandola surrenale in questi casi attiva a sua volta quei meccanismi cerebrali legati all’agire, il che può tradursi con una grande voglia di chiacchierare
- assumere una postura protratta verso l’altra persona: se il busto tende in avanti, verso l’interlocutore, l’interesse è evidente e spinge a cercare una maggiore vicinanza fisica
- anche appoggiare il mento sul palmo della mano denota interesse (mentre appoggiarci la fronte indica piuttosto noia)
In alcuni casi, l’attrazione che si prova e che si manifesta con questi segnali del corpo può essere accompagnata da un certo nervosismo, dato magari dal proprio bagaglio di insicurezze e dal non sapere ciò che pensa l’altra persona. Esempi di un linguaggio del corpo di questo tipo sono la sudorazione delle mani, il giocare con le mani, con i capelli o con accessori come anelli o collane, muovere ritmicamente un piede.
Per rendersi conto nell’immediato cosa ci comunica il corpo di un’altra persona andrà poi valutato il contesto. Tutti sanno che posizioni aperte e che tendono a espandersi nell’ambiente circostante denotano sicurezza e posizioni più ritrose e schive una chiusura. Questo però non significa per forza che chi abbiamo di fronte non si sente a proprio agio, anzi: le braccia conserte potrebbero ad esempio denotare la volontà di mettere in mostra il petto, o la persona che sta in una posizione raccolta potrebbe ancor più banalmente avere freddo.
Come l’attrazione cambia il linguaggio del corpo
Se escludiamo chi si riconosce nell’orientamento sapiosessuale, quindi, il linguaggio non verbale è quello privilegiato fra le persone che provano attrazione e vogliono sedurre. Non per niente l’etimologia latina di sedurre, “se-ducere”, significa condurre, attrarre a sé.
Chi vuole attrarre l’altro manifesterà quindi il proprio interesse stando ben dritto, protendendosi verso il o la partner, e cercherà di attrarl* con gesti come inumidirsi o sfregare le labbra, accarezzarsi le mani, sorridere, mostrare il collo (inclinando la testa o scostando i capelli, ad esempio). Quest’ultimo gesto in particolare denota fiducia nell’altro, mentre al contrario toccarsi il collo richiama a un primordiale tentativo di proteggere un punto vitale.
L’attrazione, per finire, se predilige il linguaggio del corpo, ha probabilmente la sua massima espressione negli occhi, “strumenti di seduzione” forse un po’ stereotipici (pensiamo alle inquadrature di quasi tutti i film d’amore) ma fondamentali per stabilire un contatto e quindi una comunicazione.
Guardare al di là o di lato rispetto all’interlocutore indica infatti il desiderio di essere altrove, di spostare la propria attenzione su qualcos’altro, tutto il contrario di guardarsi negli occhi.
Il genere influenza il linguaggio del corpo?
Ci si può chiedere se ci sia qualche differenza fra il linguaggio del corpo maschile e il linguaggio del corpo femminile, e la risposta – data dalla scienza – sembrerebbe essere sì.
Se è vero che il linguaggio verbale è ormai una caratteristica connaturata della nostra specie, gli studi hanno da tempo dimostrato che nasce proprio a partire dal linguaggio del corpo. Da un punto di vista evolutivo, infatti, erano proprio i gesti usati un tempo per comunicare a essere affiancati da suoni, diventati poi le varie lingue parlate.
Forse anche per questo alcuni gesti sembrano universali e innati. Ad esempio è stato osservato come anche persone non vedenti dalla nascita esultino aprendo le braccia, in una postura di forza che denota sicurezza, proprio come quella che dà una vittoria.
Come abbiamo visto, però, nel valutare il linguaggio del corpo non dobbiamo tenere in considerazione solo l’aspetto biologico, ma anche quello personale e culturale.
Proprio questo ultimo sembra essere responsabile delle differenze nell’interpretare e nell’agire il linguaggio del corpo rilevata fra persone di sesso maschile e femminile.
Negli uomini l’attrazione si manifesterebbe attraverso i movimenti del torso e la postura, mentre nelle donne con segnali come toccarsi le mani o il collo o passarsi la lingua sulle labbra.
In generale le persone di sesso femminile sembrano poi avere un atteggiamento più remissivo, usando il corpo per occupare meno spazio possibile, ancora conseguenza di una società patriarcale.
Si può usare il linguaggio del corpo per essere più attraenti?
Ripartendo dal fatto che il linguaggio del corpo sia molto spesso più inconscio rispetto a quello verbale, come e quanto possiamo diventarne consapevoli e modificarlo?
Innanzitutto dobbiamo osservare come la scarsa coscienza del linguaggio del corpo è da imputare in gran parte a una sua scarsa conoscenza: per fare un esempio banale, a scuola si studia la grammatica e si amplia il proprio lessico, approfondendo così la conoscenza del linguaggio; il linguaggio del corpo, invece, si impara in modo adattivo e raramente si studia.
La buona notizia, però, è che diventandone più consapevoli è possibile cambiarlo, assumendo così anche un diverso atteggiamento nei confronti di noi stessi. La psicologa e studiosa Amy Cuddy, che ha approfondito il linguaggio del corpo in particolare rispetto al concetto di “powerfulness”, riporta studi che sembrano confermare il detto «Fake it till you make it», ovvero «fingi fino a quando l’ottieni».
Il linguaggio del corpo non influenza solo la percezione che gli altri hanno di noi, ma anche quella che abbiamo su noi stessi: se usiamo gesti che indicano attrazione, rinforzati da un feedback positivo, inizieremo a sentirci più attraenti, e questo anche perché c’è uno stretto legame fra linguaggio del corpo e quelle sostanze chimiche che influenzano i nostri stati d’animo.