Le 30-day challenge funzionano?
Benefici e rischi, tutto sulle sfide personali di un mese
Nascono dal desiderio di cambiare e di migliorarsi. Le 30-day challenge (come le chiamano nei paesi anglofoni) impazzano sul web già da molti anni, sbandierate da influencer ed esperti del settore, e hanno lo scopo di far raggiungere un obiettivo personale in poco tempo, oppure di far acquisire o consolidare una buona abitudine.
I vantaggi delle 30-day challenge
Ci sono due macro tipologie di 30-day challenge, quelle che propongono attività quotidiane ogni volta diverse per imparare una cosa nuova o raggiungere un traguardo e quelle che, invece, cercano di rafforzare o introdurre una buona abitudine attraverso la ripetizione della solita attività quotidiana. Entrambi i tipi di sfida (quasi in ogni caso) vogliono migliorare la vita di chi sceglie di intraprenderle.
Impegnarsi in una sfida di 30 giorni ha tre vantaggi principali:
- Fornisce il giusto stimolo per iniziare un percorso verso un cambiamento che desideriamo da tempo. Il limite dei 30 giorni ci permette di visualizzare il goal finale in maniera abbastanza nitida, senza cadere in scoraggiamenti iniziali.
- Avere l’obbligo di rispettare le regole della sfida ogni giorno aiuta, soprattutto all’inizio, a non adagiarsi sugli allori e a non mollare prima del termine del mese. La fatica sarà avvertita sempre meno, in modo graduale, e il senso di obbligo verrà attenuato dai piccoli successi quotidiani.
- Se affrontata in contemporanea ad altre persone all’interno di un gruppo, crea una sana competizione amichevole e rende più divertente e avvincente il percorso necessario per raggiungere l’obiettivo.
Come scegliere una challenge
Se siamo stanchi di alcuni nostri vizi e crediamo di averle davvero provate tutte per cambiare, scegliere una sfida di 30 giorni può essere un buon modo per fare un altro tentativo. In fase iniziale, occorre tenere a mente qualche trucchetto per evitare di perdersi nel mare magnum delle challenge che circolano su internet.
Di seguito, cerco di sintetizzare le cose a cui è bene pensare prima di prendere una decisione affrettata:
- Assicurarsi che la challenge sia volta a raggiungere gli obiettivi prefissati e che questi obiettivi siano realistici in base allo stile di vita che si ha. Una sfida che ha come obiettivo risparmiare 800 euro in un mese se se ne guadagna solo 600 non è ovviamente da prendere in considerazione.
- Valutare se una challenge può incidere negativamente sulla salute o su altre sfere personali. Per chi è anemico, le challenge che eliminano il consumo di carne potrebbero essere alquanto nocive.
- Chiedere il parere di un esperto per assicurarsi che la challenge non influisca in modo negativo sullo stile di vita: spesso gli influencer promuovono challenge irrealistiche, sia nell’area del fitness che dell’alimentazione, per aumentare l’engagement con i follower; ciò che potrebbe creare false aspettative nell’utente.
- Capire che non portare a termine la challenge (o fare una pausa di qualche giorno), qualsiasi sia il motivo, non significa che la nostra vita è un fallimento totale: potremmo aver avuto validi motivi per interrompere la sfida.
Queste sono indicazioni generiche da seguire nella scelta di ogni tipo di challenge. Per rendersi conto di quale sia la più adatta a noi, si può procedere esplorando le varie categorie:
Alimentazione e dieta
Sono fra le sfide più diffuse, online e non solo, e vogliono insegnare un corretto regime alimentare o frenare l’abuso di certe sostanze nutritive. In 30 giorni, si può provare a smettere di bere caffè, a non mangiar più la carne, a mettere in pausa il consumo di carboidrati. In alcuni casi, invece, si può decidere di trascorrere un mese alcol free. Ad eccezione dell’ultimo caso, è sempre opportuno consultarsi con un nutrizionista o con il medico generico prima di scegliere una challenge di questa categoria.
Fitness
Questa è una delle aree più sperimentate in tempi di Covid-19. La sedentarietà del nuovo stile di vita ci fa sentire di aver bisogno di fare del sano movimento. Cercando sui social e su YouTube non è difficile trovare personal trainer ed esperti promuovere i loro corsi mensili da seguire in diretta o con registrazioni. Lo yoga è sicuramente ai primi posti delle challenge dell’ultimo periodo, seguito dai 30 giorni di squat per rassodare i glutei. Chi desidera andare offline per un po’ di tempo può decidere di andare a camminare mezz’ora ogni giorno per un mese, oppure di fare esercizi posturali per prendere coscienza della propria posizione durante lo smart working.
Benessere psicologico
Non è mai troppo presto per iniziare a prendersi cura della salute mentale. Fare meditazione trascendentale, imparare le basi della mindfulness e prendere dimestichezza con i vari tipi di respirazione per mettere in pratica alcune tecniche di rilassamento sono attività consigliabili a chiunque, ansiosi e non. Fra le 30-day challenge alla portata di tutti c’è anche quella del diario della gratitudine, uno strumento di presa di consapevolezza spesso sottovalutato.
Buone abitudini
E se ci interessa acquisire o consolidare una buona abitudine non è difficile trovare la giusta ispirazione per fare qualcosa di buono in tal senso. Si può provare a bere 2L d’acqua al giorno per un mese, si può impostare un limite di tempo da trascorrere al cellulare per aumentare la produttività, si può voler prendere l’abitudine di leggere un capitolo di un libro tutte le sere prima di dormire, oppure si può decidere di anticipare il risveglio alle 6:00 ogni giorno e sbrigare qualche piccola mansione di buon ora.
Le 30 day challenge funzionano?
Dopo tutte queste belle parole sulle sfide di 30 giorni ci si può chiedere se siano davvero così miracolose come ci dicono influencer e altri, o se, invece, non portino a un cambiamento veramente duraturo. Funzionano solo se si trasformano in una buona abitudine? Portano davvero a un risultato riscontrabile? Le challenge spesso promettono un percorso infallibile verso uno stile di vita migliore, una salute più salda, un umore più sereno. Ci sono casi in cui, purtroppo, il risultato atteso non viene raggiunto, altri in cui viene raggiunto solo in modo parziale.
Sono così tanti i fattori che incidono sul raggiungimento di un traguardo che è impossibile dire con sicurezza se le 30-day challenge giorni funzionano o meno. Non è detto che dopo un mese di esercizio a tutti spuntino fuori degli addominali scolpiti. Certo è che allenare il corpo e/o la mente a un (nuovo) comportamento virtuoso ogni giorno non può che essere uno stimolo necessario a tendere verso un miglioramento personale.
Acquisire nuove abitudini richiede tempo. Una sfida di 30 giorni può essere un modo per dare il calcio d’inizio, ma potrebbe non bastare per determinare un cambiamento duraturo. Da uno studio del 2010 pubblicato sull’European Journal of Social Psychology sappiamo che il tempo necessario affinché un nuovo comportamento diventi automatico varia da 18 giorni a 254 giorni: più sostanziale è il cambiamento comportamentale, più tempo ci vuole per trasformarlo in una nuova abitudine.
Consigli per far funzionare le 30 day challenge
Perseverare, avere tanta forza di volontà, credere in se stessi sono indubbiamente carte vincenti per riuscire nelle 30-day challenge, ma esistono alcuni trucchi (molti di nuova generazione) per arrivare al traguardo in modo più agile.
- Ripetere l’attività quotidiana della sfida sempre nello stesso contesto.
- Inserire l’attività quotidiana della sfida all’interno di un’altra routine giornaliera. Per fare un esempio, se si vuol meditare 10 minuti ogni giorno lo si può fare approfittando di un tragitto su qualche mezzo pubblico che non possiamo evitare.
- Utilizzare tracker e schemi per annotare i progressi fatti giorno dopo giorno.
- Utilizzare app e community online, come MyFitnessPal, FitBit, Habitify o Todoist (magari a pagamento) per avere uno stimolo interattivo.