Come assumere Vitamina D in inverno
E’ conosciuta come la "vitamina del sole": ma nei mesi in cui il sole e la luce scarseggiano, come evitare che l’organismo ne sia carente? Prima di tutto, con un occhio alla dieta…
“Hai preso le vitamine?”. Quante volte, da piccoli, ci siamo sentiti dire dai nostri genitori questa frase! Soprattutto se la nostra alimentazione non era sufficiente a supportare le richieste del nostro organismo in crescita e il pediatra, quindi, interveniva facendoci integrare questi elementi sotto forma di pasticche o polvere da sciogliere in acqua. C’è però una vitamina – che, in realtà, proprio vitamina non è – che non avrebbe bisogno di essere assunta solo per bocca perché viene assimilata dall’organismo tramite il sole. Si tratta della vitamina D che, partecipando alla fissazione del calcio, contribuisce a mantenere la mineralizzazione delle ossa. In realtà, come detto, non è una vitamina in senso stretto poiché solo grazie alla luce del sole l’organismo può sintetizzarla e accumularla nei mesi estivi, per utilizzarla in modo costante anche in inverno. Sembrerebbe quindi facile non rimanere mai senza questa preziosa molecola: purtroppo, invece, sono sempre più frequenti i casi di carenza di vitamina D per mancata esposizione alla luce diretta del sole, uso di filtri solari, inquinamento atmosferico, aumento di grasso corporeo. Nei mesi freddi e grigi dell’autunno e dell’inverno, poi, ottenere abbastanza vitamina D in maniera naturale può essere impresa quasi impossibile. Come rimediare, allora? Ve lo spieghiamo in quest’articolo.
Vitamine: cosa sono?
Essenziali per le funzioni vitali, le vitamine permettono all’organismo di crescere e svilupparsi. Poiché l’organismo stesso non è in grado di produrle, esse devono venire assunte attraverso la dieta. Sono 13 e si dividono in:
- vitamine liposolubili, ovvero solubili nei grassi e per questo immagazzinate nel tessuto adiposo (vitamina A, D, E e K);
- vitamine idrosolubili, ovvero solubili in acqua e per questo velocemente eliminate tramite urina (vitamina C e le 8 vitamine del gruppo B – tiamina, riboflavina, niacina, acido pantotenico, biotina, vitamina B6, vitamina B12 e acido folico).
Quante vitamine assumere ogni giorno non è un dato fisso: può variare in base alle caratteristiche individuali, quali età, sesso e condizioni fisiologiche particolari come gravidanza o allattamento al seno.
Vitamine: dove trovarle e le loro funzioni
La prima ad essere stata scoperta è stata la Vitamina A, importante per vista, sistema immunitario e differenziazione cellulare. Si trova negli alimenti di origine animale (fegato, latte, uova, pesce), nei vegetali e frutti di colore giallo-arancione, ma anche in quelli color verde intenso. Le vitamine del gruppo B sono otto e sono estremamente diffuse sia nel regno vegetale (tranne la B12), che in quello animale (tutte). Aiutano il sistema nervoso e la formazione delle cellule del sangue. Poiché si trova esclusivamente nei cibi di origine animale, una dieta vegetariana stretta o vegana predispone più facilmente a carenze. La fonte principale di vitamina C è la frutta fresca, essenziale per il buono stato di vasi sanguigni, ossa, denti. La vitamina E, invece, è presente in natura come tocoferolo, un potente antiossidante tipico dei grassi vegetali ovunque essi si trovino (cereali integrali, ortaggi, frutta, semi, frutta secca in guscio e oli vegetali). A cosa serve? A combattere l’ossidazione dei grassi sia negli alimenti che nelle membrane cellulari e a promuove il corretto funzionamento del sistema nervoso centrale. Infine, la vitamina K, di cui sono ricchi gli ortaggi a foglia verde, la carne, i legumi, i formaggi e i prodotti lattiero caseari, è coinvolta nel processo di coagulazione del sangue.
Vitamina D: cosa c’è da sapere
E’ chiamata la “vitamina del sole” proprio per questa sua particolarità di essere un ormone sintetizzato nella cute per effetto delle radiazioni ultravioletta B o UV-B, e assunta, solo in parte, dalla dieta. Negli adulti, è utile per mantenere un adeguato metabolismo del calcio e delle ossa mentre in età pediatrica la sua azione principale è garantire un’adeguata calcificazione delle ossa. E’ inoltre essenziale per migliorare la funzionalità dell’insulina, ormone necessario a metabolizzare gli zuccheri. Una carenza di vitamina D può portare all’indebolimento delle ossa, stanchezza e altre complicazioni, quali il rachitismo nei bambini. Va da sé che essendo legata a doppio filo al sole, la Vitamina D non trovi nella stagione invernale un grande alleato. Le ore di luce diminuite, il clima che impone di coprire tutto il corpo, la permanenza prolungata in ambienti chiusi portano, inevitabilmente, a esaurire le “scorte” estive accumulate nell’organismo. La sua carenza, in questo periodo, diventa quindi problema comune e diffuso.
Vitamina D e inverno: raccomandazioni
Tre sono essenzialmente le strade da percorrere per ovviare al problema della carenza di Vitamina D nell’organismo nel periodo invernale. Prima di tutto, occorre mettere in tavola gli alimenti – pochi, purtroppo – che la contengono. Rispondono all’appello i pesci grassi (salmone, sgombro, aringhe) e oli di pesce (incluso l’olio di fegato di merluzzo), formaggi grassi e carni rosse. Anche i tuorli d’uovo concorrono alla causa. Secondariamente, considerato che per garantire all’organismo tutta la vitamina D di cui ha bisogno non è sufficiente inserire nella dieta gli alimenti sopra elencati, resta necessaria l’opzione dell’esposizione quotidiana al sole: in inverno, ovviamente bisognerà scegliere le ore più calde (da mezzogiorno alle tre di pomeriggio) con un tempo stimato di oltre 20 minuti , lasciando scoperti almeno collo, viso, mani e braccia. L’esposizione deve essere diretta, perché sia davvero efficace. Infine, la terza strada prevede l’utilizzo di integratori, ovviamente da concordare con il proprio medico curante.