La vitamina C previene l’influenza?

Molti considerano la vitamina C un rimedio per prevenire il raffreddore e l'influenza. Ma è davvero efficace? Ecco cosa ci dicono gli scienziati.

Ragazza che tiene in mano mezza arancia

Ragazza con arancia in mano

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    In sintesi

    • la vitamina C o acido L-ascorbico è una molecola biologica idrosolubile fondamentale per il corretto funzionamento dell’organismo
    • secondo le ricerche, la vitamina C non previene raffreddore e influenza e non fa guarire prima chi è ammalato

    Se stiamo a sentire le nonne, le mamme o le zie, la vitamina C è il rimedio perfetto contro raffreddori e influenze. E anche i produttori di medicinali sembrano essere di questa opinione: durante la stagione invernale in TV è tutto un mostrare pubblicità di farmaci, pasticche e caramelle “con vitamina C”. L’idea è che la vitamina C ci aiuti a prevenire il raffreddore e l’influenza o a guarire più in fretta.

    Si tratta di una bufala. Ci dispiace darvi questa delusione. Non ditelo a vostra nonna, che vi prepara le spremute con tanto amore. Dobbiamo dirvelo, la vitamina C non ha nessun effetto sui sintomi del raffreddore: non lo previene, non ne allevia i sintomi e non aiuta a guarire più in fretta.

    Perché allora la maggior parte delle persone pensa che la vitamina C riesca abbia questi effetti? Davvero non aiuta a prevenire l’influenza? In questo articolo facciamo chiarezza sulla più dibattuta tra le vitamine.

    Prima di addentrarci nel mondo delle vitamine facciamo una precisazione. In questo articolo parleremo genericamente di raffreddore o influenza, come se fossero la stessa malattia. Sono però due malattie differenti, provocate da virus differenti.

    La vitamina C, un nutriente indispensabile

    L’acido L-ascorbico – nome corretto della vitamina C – fu isolato per la prima volta intorno agli anni ‘30 del Novecento da diversi gruppi di ricercatori. Fra questi però, il nome di Albert Szent-Györgyi è quello più conosciuto poiché questo scienziato vinse il premio Nobel nel 1937 per ricerche legate a questa scoperta.

    Anche se la scienza ha dato un nome alla sostanza solo nel Novecento, gli uomini conoscevano la vitamina C da diversi millenni a causa degli effetti causati dalla sua carenza.

    I navigatori furono forse i primi ad accorgersene. Durante i lunghi mesi di navigazione capitava che gli equipaggi si ammalassero e morissero di una strana malattia, chiamata scorbuto. Le cause dello scorbuto rimasero sconosciute finché non fu fatto il collegamento con l’alimentazione.

    In passato le navi passavano lunghi mesi in mare senza toccare terra. Per sopravvivere gli equipaggi si nutrivano di cibi a lunga conservazione come gallette, biscotti, carne e frutta essiccate. Tutti questi alimenti duravano a lungo, ma avevano lo svantaggio di non contenere vitamina C che è presente nella frutta e nella verdura fresche.

    Quando i comandanti delle navi capirono che era questo il problema, cominciarono a fare soste più frequenti per rifornirsi di frutta e verdura con cui sfamare gli equipaggi che così smisero di ammalarsi di scorbuto.

    In effetti la vitamina C è un nutriente indispensabile per il nostro organismo:

    • produce un effetto antiossidante, in quanto aiuta le cellule a proteggersi dai danni provocati dai radicali liberi
    • consente la formazione del collagene, una proteina fondamentale nei processi di cicatrizzazione
    • migliora l’assorbimento del ferro proveniente dagli alimenti di origine vegetale
    • rafforza il sistema immunitario

    Tra queste proprietà non c’è però quella per cui la vitamina C è universalmente nota, cioè la cura contro l’influenza.

    Questa convinzione fu introdotta pubblica da un libro scritto da uno scienziato molto autorevole, Linus Pauling.

    Pauling e la vitamina C come rimedio universale

    Quando nel 1970 Pauling pubblicò negli Stati Uniti Vitamin C and the Common Cold, era uno scienziato rinomato e autorevole. Aveva ricevuto un premio Nobel nel 1954 per i suoi studi sulla biologia molecolare, e aveva fatto il bis nel 1962 vincendo il Nobel per la pace

    Nel libro, Pauling sosteneva la seguente tesi: ingerire dosi massicce di vitamina C protegge contro il raffreddore. Non solo, ogni persona avrebbe dovuto assumere ogni giorno 2000 mg di Vitamina C, cioè 25 volte la dose giornaliera consigliata. Questo avrebbe avuto grandi effetti benefici su tutto l’organismo e avrebbe protetto dall’influenza e dal raffreddore.

    Il libro di Pauling fece nascere un dibattito nella comunità scientifica. Da un lato c’erano quelli che sostenevano le sue teorie; dall’altro quelli che sostenevano l’idea opposta, che cioè la vitamina C non avesse poi tutti questi effetti benefici sui sintomi dell’influenza.

    Vitamina C contro raffreddore e influenza: le ultime ricerche

    Pauling non era certo uno sprovveduto. Anche chi sosteneva le sue idee lo faceva in buona fede. Lo scienziato basava le sue tesi sullo studio della letteratura scientifica a sua disposizione e sulle conclusioni che poteva trarne logicamente, come farebbe oggi qualsiasi scienziato. Il problema era che gli studi sull’argomento erano ancora limitati, e quindi Pauling non aveva accesso alle conoscenze che abbiamo oggi.

    Dagli anni ’60 la ricerca scientifica è andata avanti, e numerosi studi sono stati effettuati, anche per risolvere il dibattito innescato dal libro di Pauling.

    Uno studio del 2013 sembra aver chiarito la questione sull’efficacia o meno della vitamina C. Si tratta di una revisione sistematica di tutti gli studi clinici effettuati nel corso di 60 anni sul rapporto tra influenza e vitamina C.

    Lo studio prende in considerazione quegli studi in cui i ricercatori avevano somministrato ai pazienti dosi elevate di vitamina C, come suggeriva di fare Pauling, e poi ne avevano studiato gli effetti. L’idea alla base di questi studi era che se, la vitamina C avesse avuto un qualche effetto sull’influenza, sicuramente si sarebbero visti gli effetti previsti dallo scienziato statunitense.

    I risultati dello studio però smentiscono Pauling:

    • assumere alte dosi di vitamina C non previene il raffreddore tranne nel caso in cui le persone sono sottoposte a stress fisici estremi in breve tempo, come ad esempio maratoneti, sciatori e soldati impegnati in esercitazioni in clima artico
    • se si assumono alte dosi di vitamina C prima di ammalarsi, si hanno più probabilità che i sintomi del raffreddore e dell’influenza abbiano una durata leggermente inferiore: si parla di qualche ora sulla durata tipica di un raffreddore

    La vitamina C è comunque fondamentale

    La vitamina C è molto importante per l’organismo e bisogna assumerla con regolarità. Non è necessario prendere integratore alimentari se non dietro prescrizione medica. Una dieta ricca di alimenti freschi ci fornisce tutta la vitamina C che ci serve.

    Gli agrumi sono la fonte più famosa di vitamina C. Ma sono soprattutto i peperoni, la rucola, i kiwi, i broccoli, la lattuga e i cavolfiori che ne contengono una grande quantità (per una lista completa consultate le tabelle di composizione degli alimenti del CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e per  l’economia agraria, e selezionate il nutriente Vitamina C).

    P.S.: Pauling, che in tarda età si dice che prendesse fino a 18 grammi di vitamina C al giorno, morì di cancro alla prostata all’età di 93 anni.

    Fonti

    Linus Pauling su Wikipedia

    Linus Pauling, Vitamin C and Common Cold, 1970

    Linus Pauling, Come vivere più a lungo e sentirsi meglio

    Ministero della Salute, Dose giornaliera consigliata degli alimenti

    Vitamin C for preventing and treating the common cold – PMID: 23440782

    CREA – AlimentiNUTrizione, Tabelle di composizione degli alimenti

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