Psico-oncologia nei reparti: in Senato la proposta di legge per il benessere dei pazienti oncologici

Scopriamo assieme cos’è la psico-oncologia, innovativo approccio integrato che allevierebbe il dolore dei pazienti con tumore

È notizia dell’ultimo mese la proposta di legge 481 in Italia per introdurre la psico-oncologia nei reparti di oncologia e oncoematologia. Una figura, quella dello psico-oncologo, che aiuterebbe a offrire un importante riconoscimento dell’importanza del supporto psicologico durante il percorso di cura dei pazienti oncologici.

Ma cos’è esattamente la psico-oncologia? Di cosa si tratta, e come può supportare i pazienti in questa delicata fase della loro vita, lo scopriamo assieme.

Cos’è la psico-oncologia

La psico-oncologia è una disciplina che si occupa degli aspetti psicologici e sociali legati alla malattia oncologica. Essa mira a supportare i pazienti, le loro famiglie e i caregiver nel gestire le emozioni e le difficoltà associate alla diagnosi e al trattamento del cancro. In molti casi, viene aiutato anche l’operatore sanitario che si trova nella posizione di comunicatore della malattia, per comprendere come trattare al meglio l’accompagnamento verso la cura o, nella situazione più grave, alla fine del percorso del tumore terminale.

Gli psico-oncologi infatti forniscono strumenti per affrontare l’ansia, la depressione e lo stress, problemi derivati dalla preoccupazione per il proprio stato di salute o quello altrui, migliorando così la qualità della vita dei pazienti e contribuendo a una guarigione più completa.

La disciplina ha iniziato a svilupparsi negli anni Settanta, in risposta alla crescente consapevolezza dell’impatto psicologico del cancro. In Italia, il primo servizio di psicologia oncologica è stato istituito nel 1980 a Genova, mentre nel 1985 è stata fondata la Società Italiana di Psico-Oncologia (SIPO), che ha contribuito a promuovere questa disciplina in tutto il Paese. Negli anni successivi, l’interesse per l’integrazione tra aspetti fisici e psicologici nella cura del cancro è cresciuto, portando a un approccio multidisciplinare sempre più consolidato, che è arrivato fino alla proposta approdata oggi in Senato.

L’importanza della psico-oncologia

I pazienti che si avvalgono dell’aiuto di uno psico-oncologo riescono a gestire e controllare maggiormente le emozioni legate alla malattia, e ricevono in parallelo un supporto per la comunicazione tra pazienti, familiari e medici. Inoltre, presenza di psico-oncologi nel team di cura fin dalla prima comunicazione della malattia può alleviare il carico emotivo della diagnosi e migliorare l’efficacia delle interazioni all’interno del team sanitario.

In questo momento sul territorio italiano l’approccio alla disciplina è piuttosto eterogeneo, ma la proposta di legge potrebbe essere la svolta decisiva per identificare indirizzi e buone pratiche professionali quanto più omogenee, uniformi e condivise, come le indicazioni per l’equipe sanitaria sui criteri di invio dei pazienti al servizio di supporto psicologico o la modalità di restituzione di informazioni volte al miglioramento dell’aderenza ai trattamenti.

Dati e prospettive psico-oncologia

I dati provenienti dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) indicano che il 20% delle persone con tumore è colpito da depressione, il 10% da ansia e oltre il 50% sviluppa disagio psicologico. Malgrado questi numeri, però, più del 70% delle persone con cancro affette da depressione non riceve alcuna terapia per la malattia mentale, e, in Europa, solo il 37% dei Paesi stanzia un budget specifico per il supporto psiconcologico, con il risultato che spesso questo bisogno di cure resta insoddisfatto. In Italia attualmente esiste lo psicologo dedicato all’oncologia in circa la metà dei centri dedicati all’oncologia, ma meno di un paziente su 5 riceve effettivamente questo tipo di supporto.

È stato osservato che la cura del disagio mentale non solo migliora il benessere emotivo, ma può anche portare a una gestione più efficace dei sintomi correlati al cancro. Uno studio significativo viene dalla Scozia: il trial multicentrico controllato e randomizzato SMaRT Oncology-2 ha confrontato un programma integrato di trattamento della depressione con le cure tradizionali per pazienti oncologici. I risultati hanno mostrato che i pazienti trattati con il programma integrato hanno riportato una riduzione significativa dei sintomi di depressione e ansia, nonché un miglioramento della qualità della vita. In particolare, il 62% dei partecipanti al programma integrato ha risposto positivamente al trattamento, rispetto solo al 17% nel gruppo di controllo. Ciò dimostra che gli interventi psico-oncologici possono promuovere il benessere psicologico che è essenziale per affrontare le sfide del trattamento oncologico.

La proposta di legge attuale rappresenta dunque un passo fondamentale verso una medicina più umana e attenta alle necessità reali dei malati. Attraverso il riconoscimento della psico-oncologia come una componente essenziale dell’assistenza oncologica moderna e dell’integrazione della psico-oncologia nei reparti si potrebbero così garantire risposte sistematiche al disagio psicologico dei pazienti e di chi sta loro attorno durante tutto il loro percorso di cura.