Turbanti solidali contro il cancro per vincere la malattia

Un’opportunità per aiutare le pazienti oncologiche a sentirsi a proprio agio con il corpo che cambia. Un turbante realizzato nei laboratori del carcere milanese di San Vittore e destinato alle donne sottoposte alle cure contro il tumore. ‘Il filo di Arianna’ è stato sviluppato dalla Struttura di Psicologia Clinica dell’Istituto Nazionale dei Tumori per aiutare le pazienti con il tumore metastatico al seno a mettere in campo le risorse necessarie per una vita il più normale possibile.

Turbanti contro la malattia

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    Un’opportunità per aiutare le pazienti oncologiche a sentirsi a proprio agio con il corpo che cambia e con la propria immagine. Un turbante realizzato nei laboratori del carcere milanese di San Vittore e destinato alle donne sottoposte alle cure contro il tumore. Nasce così un simbolo di solidarietà tutto al femminile e di integrazione sociale per aiutare chi ha più bisogno.
    L’iniziativa si ispira alla solidarietà femminile Go5 per mano con le donne, associazione di volontariato che opera all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e che un paio di anni fa è scesa in campo con ‘La vita sotto il turbante – Progetto Cristina’.
    A realizzare i turbanti, pezzi unici per le donne con tumore, ma non solo, sono le detenute delle carceri milanesi che si sono messe in gioco per regalare un sorriso alle donne che stanno lottando per tornare a una vita normale.
    Il nuovo progetto nato dalla costola dei precedenti si chiama ‘Il filo di Arianna’ ed è stato sviluppato dalla Struttura di Psicologia Clinica dell’Istituto Nazionale dei Tumori per aiutare le pazienti con il tumore metastatico al seno a mettere in campo le risorse necessarie per una vita il più normale possibile.
    Un progetto quello dei turbanti colorati realizzati con sete e tessuti provenienti da tutto il mondo, confezionati dalle donne in carcere o in semi libertà che lavorano per Cooperativa Alice, che permette alle donne di avere un alleato che consente di giocare con la propria femminilità, dando una carica positiva all’umore.

    Donne che aiutano le donne

    I turbanti solidali sono un’opportunità importante anche per le detenute.
    Un’occasione per instaurare un dialogo con le pazienti all’insegna di una integrazione sociale.
    L’iniziativa nel 2019 ha ricevuto il premio Valore Responsabile di Mediobanca nell’ambito di ‘StartupItalia Open Summit 2020‘.

    Oltre la malattia, c’è di più

    I progetti dell’Istituto Tumori non si fermano e l’idea che la qualità della vita sia sempre messa al primo posto è uno dei pilastri delle numerose iniziative messe in piedi dall’Istituto. Negli ultimi due anni la struttura ha lavorato per mettere a punto percorsi diagnostico-assistenziali e terapeutici specifici per la malattia.
    Primo fra tutti un programma di video-incontri gratuiti e con cadenza settimanale con oncologi, nutrizionisti, radioterapisti, terapisti del dolori, esperti in di bellezza e make-up e psicologi in grado di aiutare le donne ad affrontare nel modo migliore il loro percorso di cura. Non mancheranno esercitazioni in coppia o in piccoli gruppi, pratiche meditative e compiti a casa orientati allo sviluppo della resilienza.
    Le iscrizioni (che saranno replicate) sono state aperte dalla metà di maggio e si chiuderanno quando sarà raggiunta la quota di 20 persone.
    Le pazienti che parteciperanno avranno la possibilità di documentare in un’agenda consegnata dal reparto l’impatto ricevuto da questa esperienza sulla quotidianità e nel ritrovare le risorse positive che spesso in situazioni così difficili, vanno perse.

    Sentirsi belle, fa bene!

    La salute psicologica va di pari passo con quella fisica. Sentirsi belle può essere un valido aiuto nell’affrontare le cure oncologiche. Attraverso una maggiore attenzione all’estetica, possono migliorare i tassi di successo della riuscita della terapia.
    A sostenerlo una ricerca condotta dagli specialisti dello Spazio Benessere dell’Ieo. Protagoniste dello studio 170 donne colpite da tumore al seno. L’obiettivo era quello di valutare quanto i trattamenti con prodotti specifici fossero efficaci nel migliorare la qualità della vita durante e dopo le terapie.
    Come si è svolta la ricerca? Le pazienti sono state suddivise in due gruppo: le prime cento donne sono state sottoposte a trattamenti sperimentali secondo il protocollo messo a punto dall’Associazione Professionale di Estetica Oncologica (Apeo), le altre settanta non hanno ricevuto nessun trattamento estetico, se non ricorrere a cosmetici di uso comune.

    Le estetiste oncologiche

    I risultati del test sono stati fin da subito soddisfacenti. La conferma è arrivata fin dal primo stadio della ricerca: le estetiste oncologiche sono un supporto essenziale per le donne in terapia e non solo. Anche per gli uomini possono essere un valido aiuto nell’affrontare delle cure così invasive.
    È bastato un mese del loro intervento per migliorare il tono dell’umore e ad attenuare le manifestazioni cutanee delle donne in cura. Al contrario, il decorso delle donne non sottoposte ai trattamenti.
    Il lavoro delle estetiste oncologiche va a limitare gli effetti indesiderati della chemioterapia come gonfiore, fragilità delle unghie, secchezza ed eruzioni cutanee, ma anche quello della radioterapia come l’ispessimento della cute e il cambiamento di colore della pelle.
    L’introduzione della figura dell’estetista formata per trattare le manifestazioni cutanee nel malato di tumore in diversi reparti di oncologia italiani sta contribuendo ad accendere i riflettori sulla qualità della vita dei pazienti in terapia.
    Purtroppo questi trattamenti non fanno ancora parte dei protocolli di cura. L’auspicio è che vengano inseriti al più presto.

    Fonti

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