Perché su alcuni alimenti troviamo scritto “può contenere una fonte di fenilalanina”?
Conosciamo più a fondo la Fenilalanina e rispondiamo alle domande più frequenti su questo amminoacido.
La Fenilalanina è un amminoacido essenziale, che serve per la biosintesi delle proteine del nostro corpo e per produrre neurotrasmettitori come la dopamina, la noradrenalina e l’adrenalina. Stiamo parlando quindi di un amminoacido fondamentale per il funzionamento del nostro sistema nervoso e per regolare il nostro umore.
La Fenilalanina è presente in diverse fonti alimentari e il suo consumo è molto discusso perché può causare la cosiddetta Fenilchetonuria: una malattia metabolica ereditaria che impedisce al corpo di metabolizzare l’amminoacido come dovrebbe.
In questo articolo andremo a conoscere più da vicino la Fenilalanina, scoprendo a cosa serve e quali sono i rischi connessi alla sua assunzione.
A cosa serve la fenilalanina?
La Fenilalanina viene utilizzata soprattutto sotto forma di integratori per trattare condizioni come artrosi, artrite reumatoide, sintomi di astinenza dall’alcol, vitiligine, depressione, disturbo da deficit di attenzione/iperattività (scopri cos’è l’ADHD), malattia di Parkinson o dolore cronico. Nonostante la sua vasta possibilità di applicazione, il suo meccanismo di assunzione e la sua efficacia però non sono ancora stati chiariti da un punto di vista scientifico.
Ecco perché l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) non ha ancora autorizzato l’utilizzo della dicitura secondo cui l’assunzione di Fenilalanina contribuirebbe al mantenimento della salute del cervello, stimolando la lucidità mentale e aiutando la memoria.
Questo significa che la Fenilalanina fa male? Vediamolo nel dettaglio.
La fenilalanina fa male? Cosa vuol dire “contiene una fonte di fenilalanina”?
L’assunzione dell’amminoacido non sembra avere particolari rischi per la nostra salute.
Dobbiamo però considerare un aspetto molto importante: sui prodotti che lo contengono, troviamo un’etichetta specifica con la dicitura “Contiene una fonte di Fenilalanina”.
Questo perché ci sono individui con condizioni specifiche per cui l’assunzione potrebbe essere pericolosa.
Stiamo parlando delle persone affette da Fenilchetonuria (PKU), un disturbo metabolico ereditario, che non sono in grado di metabolizzare adeguatamente la Fenilalanina. Per questo motivo, potrebbero soffrire un accumulo tossico e successivi danni cerebrali se la sua assunzione non viene gestita con una dieta appropriata.
Ci sono altre Controindicazioni?
Oltre alle persone con fenilchetonuria (PKU), ci sono altre situazioni specifiche in cui sarebbe meglio prestare attenzione all’assunzione di Fenilalanina, le vediamo qui di seguito.
Gravidanza e allattamento
Anche se non ci sono dati precisi sul rischio della Fenilalanina per donne in gravidanza o che allattano, in queste situazioni è sempre consigliato consultare un medico. Servirà a sapere se la quantità di amminoacido assunta sia nei limiti sicuri, soprattutto quando la donna sta seguendo una dieta ricca di proteine o di integratori.
Disturbi dell’umore e ansia
Abbiamo visto che la Fenilalanina può influenzare la produzione di neurotrasmettitori come la dopamina e la noradrenalina. Per questo motivo, le persone che soffrono di ansia, depressione o altri disturbi dell’umore potrebbero notare un impatto maggiore dell’amminoacido sul loro stato emotivo. Quindi anche in questi casi è importante discutere con un professionista sanitario gli effetti che un aumento o una diminuzione della Fenilalanina potrebbe comportare per la propria condizione.
Malattie della tiroide
La Fenilalanina incide sulla produzione di tirosina, un altro aminoacido responsabile della produzione degli ormoni della tiroide. Le persone affette da malattie della tiroide dovrebbero quindi monitorare l’assunzione di Fenilalanina per evitare possibili squilibri ormonali.
Quali alimenti contengono fenilalanina?
Tra gli alimenti che contengono Fenilalanina in quantità maggiori ci sono sicuramente quelli proteici sia di origine animale che vegetale:
- Carne: manzo, maiale, pollo e tacchino;
- Pesce: salmone, tonno e altri pesci grassi;
- Latticini: formaggi, latte e yogurt;
- Legumi: lenticchie, fagioli e ceci;
- Frutta secca e semi: noci, mandorle, arachidi e semi di sesamo;
- Cereali integrali: prodotti a base di grano integrale, come pane, pasta o riso
La Fenilalanina gioca un ruolo importante in diverse funzioni del nostro organismo, inclusa la sintesi di neurotrasmettitori e proteine.
Come abbiamo visto, la sua assunzione è sicura per la maggior parte delle persone, ma per chi soffre di condizioni specifiche come la Fenilchetonuria è essenziale monitorarne l’assunzione attraverso un regime alimentare controllato. Ecco perché conoscere gli alimenti o gli integratori che contengono fenilalanina è importante, come è cruciale rivolgersi al medico ed evitare di prendere scelte poco informate o in autonomia prima di consumarla.