Vaccino antinfluenzale: perché farlo ai nostri figli
Il pediatra Marco Granchi ci racconta il ruolo essenziale che il vaccino antinfluenzale gioca contro il Coronavirus.
Quest’anno più che mai, il vaccino antinfluenzale ricopre un ruolo fondamentale non solo alla lotta contro la classica influenza stagionale, ma anche contro il Covid-19.
Questo perché è probabile che “circoleranno due influenze: una classica, di stagione, proveniente dall’emisfero australe, e il Coronavirus, che presumibilmente sarà ridotto a influenza”, ci spiega il pediatra Marco Granchi che aggiunge “non possiamo permetterci di prendere tutte e due le influenze perché sarebbe una situazione catastrofica, quindi possiamo vaccinare i bambini contro l’influenza stagionale”, una strategia anti-Covid con l’obiettivo di ridurre al minimo le persone con i sintomi influenzali, tipici proprio del Coronavirus. Considerando che ancora dovremo aspettare per il vaccino anti-Covid, non ci rimane che correre ai ripari con quello antinfluenzale, ormai da anni disponibile per adulti e bambini.
Non è un caso che proprio in questo 2020 l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’autorizzazione all’aggiornamento della composizione dei vaccini antinfluenzali secondo la procedura registrativa nazionale e che, considerata la situazione epidemiologica relativa alla SARS-CoV-2, venga richiesto di anticipare la campagna di vaccinazione antinfluenzale, a partire dall’inizio di ottobre. Solitamente, si veniva sottoposti alla vaccinazione antinfluenzale tra metà ottobre fino a fine dicembre, all’inizio di ogni nuova stagione influenzale; quest’anno, considerata la presenza del Covid, è indicato partire prima, sia per quanto riguarda gli adulti che i bambini.
“Tutti dovremmo essere vaccinati contro l’influenza, soprattutto i più piccoli, che sono da sempre i classici “untori”, portatori dell’influenza stagionale, in questo caso. Non a caso, infatti, alcuni studi hanno dimostrato che vi è un aumento della mortalità degli adulti laddove ci sono più bambini” con malattie contagiose, ci spiega il dottor Granchi, confermando che i vaccini sono fondamentali, sono “la più grande invenzione dopo l’acqua potabile”. Vaccinando i bambini, quindi, si “aiuta” anche il mondo degli adulti, soprattutto dei nonni, una delle fasce più duramente colpite dal Coronavirus.
Per questo, ogni regione ha accordato una serie di somministrazioni facoltative di vaccini antinfluenzali ai bambini a partire dai 6 mesi. Il fine, ormai è chiaro: limitare la diffusione di due tipologie di virus e individuare in modo più immediato l’eventuale contagio da Coronavirus, considerato anche le stesse tipologie di sintomi. Riuscire a limitare uno dei due virus, faciliterebbe la diagnosi del rimanente (il Coronavirus), agire più tempestivamente e in modo più mirato.
Effetti collaterali? Sì, ma impercettibili
Ci sono degli effetti indesiderati dei vaccini sui bambini? Ci sono due limiti per quanto riguarda i vaccini: uno è strettamente legato agli effetti collaterali e l’altro è l’eventuale mutamento del virus nel corso del tempo. “Gli effetti collaterali del vaccino possono riguardare dei malesseri, come febbre, anche alta, è vero, ma tutto controllabile e risolvibile con medicinali come il paracetamolo”, ci spiega il Dottor Granchi, che prosegue: “l’influenza del periodo autunnale arriva dall’emisfero australe quindi può essere che il virus cambi nel corso del tempo” e che quindi in alcuni casi il vaccino non sia efficace al 100% contro quel tipo di influenza.
Conclusioni
Forse il vero effetto collaterale è il decidere, “per partito preso e/o su convinzioni antiscientifiche di non vaccinare i bambini o di non vaccinare se stessi”; i vaccini sono lo strumento più efficace per proteggersi e proteggere gli altri dalle malattie infettive.