Il disturbo di personalità borderline: ecco che cos’è

Facciamo chiarezza su un disturbo di cui sappiamo ancora molto poco: il disturbo di personalità borderline

Il processo tra Johnny Depp e Amber Heard si è concluso con la vittoria dell’attore di “Pirati dei Caraibi”. Ma mettiamo un attimo da parte tutte le implicazioni giuridiche e sociali legate a questo evento. Il processo, oltre a far emergere i momenti più bui e personali della coppia, ha affrontato diversi argomenti: rapporti tossici, violenza domestica, dipendenza da sostanze, ma soprattutto disturbi della personalità e su come questi appaiono davanti all’opinione pubblica e come devono essere trattati. Uno dei punti più importanti è legato alla diagnosi fatta dalla psicologa forense su Amber Heard: secondo questa analisi, l’attrice soffre di disturbo di personalità borderline. Ma di cosa si tratta?

Che cos’è il disturbo di personalità borderline?

La diagnosi è legata a un disturbo di personalità caratterizzato da intensa instabilità e conflittualità nelle relazioni interpersonali; spesso si presenta insieme ad altri disturbi psichiatrici, come il disturbo dell’umore, il disturbo narcisistico di personalità, dell’ansia, del comportamento alimentare o con abuso di sostanze stupefacenti e alcol. L’immagine di sé è completamente alterata e l’umore subisce sbalzi costanti, unendosi a un’impulsività che impedisce alla persona di rendersi conto della pericolosità delle proprie azioni. Tra i disturbi della personalità, è quello che giunge più comunemente all’osservazione clinica. Emerge in particolare in adolescenza o nella prima età adulta e colpisce l’1,1-2,5% della popolazione, venendo diagnosticato soprattutto al 75% negli individui di sesso femminile.

Come capire se una persona è borderline

Le persone che soffrono di disturbo borderline sperimentano sbalzi d’umore e possono mostrare incertezza su come vedono se stessi e il proprio ruolo nel mondo. Nonostante siano dotati di ogni tipo di risorsa, tendono a raggiungere con molta difficoltà i propri obiettivi. Anche i loro interessi e valori possono cambiare rapidamente e lo stesso vale per la loro idea nei confronti delle persone: tendono a idealizzarle e poi a svalutarle, credendo che l’altro non si occupa abbastanza di loro o non è abbastanza presente. Non esistono vie di mezzo. Le relazioni che hanno sono spesso turbolente, intense e molto caotiche. Se una persona a voi vicina che soffre di questo disturbo e vi tratta in questo modo, non è per cattiveria: la sua percezione della realtà, di se stessa e delle altre persone è sfalsata e compromette tutto il resto. In alcuni casi le persone borderline manifestano ricorrenti comportamenti suicidari o autolesivi, facendo gesti incoscienti. Possono autosabotarsi facilmente: non è infatti raro che molti di loro abbandonino il percorso di studi, il lavoro o una relazione duratura perché non si sentono più in grado. Alcuni individui più gravi possono presentare anche sintomi simil psicotici, come ad esempio avere allucinazioni in periodi di forte stress. Chi soffre di questo disturbo, inoltre, ha una grandissima paura dell’abbandono e un’emotività capace di disgregarsi più facilmente degli altri.

Per riassumere, dunque

Le persone che soffrono di disturbo della personalità borderline hanno le seguenti caratteristiche:

  • Una visione di se stessi difettata: sono vulnerabili all’abuso, al tradimento e alla trascuratezza. Alcuni dei loro pensieri ricorrenti sono: “Sono cattivo”, “Non so chi sono”, “Sono debole e mi sento sovrastato”, “Non riesco ad aiutarmi”…
  • Una visione degli altri distorta: sono capaci di vedere le persone vicine in modo affettuoso, ma li considerano poi inaffidabili perché potrebbero ferirli o abbandonarli da un momento all’altro
  • Ha idee e credenze ben radicate e profonde, come ad esempio: “Devo chiedere solo quello di cui ho bisogno”, “Devo rispondere quando mi sento attaccato”, “Lo devo fare perché devo sentirmi meglio”, “Se sono solo, non sarò in grado di affrontare la situazione”, “Se mi fido di qualcuno, questi prima o poi mi abbandonerà e starò male”…
  • Ha delle strategie di coping, come ad esempio sottomettersi agli altri, alternare l’inibizione con una protesta drammatica, punire gli altri, lasciar andare la tensione con azioni autolesive…

Le cause del disturbo borderline

Tra le possibili cause del disturbo borderline di personalità, vi è senz’altro un ambiente invalidante e fattori genetici che potrebbero predisporre di più una persona allo sviluppo di questa diagnosi. L’esordio del disturbo, tuttavia, varia da persona a persona: l’andamento più frequente è legato da un’instabilità cronica nella prima età adulta, con episodi gravi di discontrollo delle emozioni. Un ruolo chiave lo svolge soprattutto l’ambiente familiare invalidante, dove l’espressione di emozioni e di pensieri non viene riconosciuta, ma anzi è banalizzata o punita. Un ambiente simile non tollera le manifestazioni di sofferenza, considerate un ostacolo alla risoluzione dei problemi, e ogni tentativo autonomo del soggetto viene denigrato. Alla base ci sono violenze psicologiche e fisiche, oltre a uno stile educativo basato sulla punizione. Le violenze sessuali, inoltre, sono un’altra grande causa dell’emergere di questo disturbo.

Il trattamento del disturbo borderline

Questo disturbo è tra i più studiati al mondo. Il trattamento ideale e più efficace per la sua cura è la psicoterapia individuale, affiancata spesso dalla farmacoterapia. Non si tratta di un disturbo incurabile, anzi: intorno ai 40/50 anni gli individui borderline raggiungono una maggiore stabilità nelle relazioni e nel lavoro, fino a non mostrare più i pattern riconoscibili del disturbo. Sono molti i fattori che influenza il tempo necessario affinché i sintomi migliorino, perciò è importante avere molta pazienza con le persone con disturbo borderline. Ecco alcuni dei trattamenti più conosciuti.

Psicoterapia

La psicoterapia è il trattamento principale per le persone con disturbo borderline di personalità. Un terapeuta fornisce un trattamento individuale o di gruppo, a seconda di quello che ritiene più necessario. L’obiettivo di ogni seduta è quello di aiutare il paziente a esprimersi in modo adatto, aiutandolo a gestire la propria emotività in ogni situazione. Ecco alcuni esempi di psicoterapia utilizzati per trattare il disturbo borderline di personalità:

  • Terapia cognitivo comportamentale: questo tipo di terapia aiuta le persone a identificare e cambiare credenze e comportamenti che sono alla base di percezioni imprecise di se stessi e degli altri. Riduce una serie di sintomi dell’umore e dell’ansia e il numero di comportamenti suicidari o autolesionistici
  • La Schema Therapy di Jeffrey Young: un trattamento che integra l’approccio cognitivo-comportamentale con approcci basati sulle relazioni oggettuali e sulla Gestalt. Secondo quest’approccio, nel paziente borderline sarebbero attivi degli schemi disadattivi precoci e delle strategie di padroneggiamento delle difficoltà che darebbero origine ad altri specifici schemi
  • Dialectical Behavior Therapy: sviluppata specificatamente per gli individui con disturbo borderline di personalità, la DBT utilizza concetti di consapevolezza, accettazione e attenzione alla situazione attuale e allo stato emotivo.

Farmaci

Laddove ce n’è bisogno, insieme alla psicoterapia vengono consigliati alcuni farmaci per trattare il disturbo. In particolare, per trattare sintomi specifici come gli sbalzi d’umore, la depressione e altri disturbi mentali concomitanti. Tuttavia è bene parlarne con il proprio psicoterapeuta prima di procedere.

Come aiutare una persona borderline

Se vicino a te hai una persona che soffre di questo disturbo, può esserti capitato di rimanere vittima dei suoi sbalzi affettivi e umorali: non lo fa con cattiveria. Però puoi darle sostegno quando è necessario, senza però trasformarti nella sua valvola di sfogo: è molto facile, in questi casi, che si instaurino dei rapporti di co-dipendenza molto tossici. Dare supporto emotivo, comprensione e incoraggiamento è un enorme passo in avanti per aiutare la persona borderline; ci vuole molta pazienza, ma vedrai che ne gioverà. Informati bene su questo disturbo, così da capire cosa sta vivendo la persona a te vicina. Incoraggiala a chiedere aiuto a un professionista: farsi aiutare è il primo passo per uscirne. Ma cerca anche tu stesso un aiuto psicologico quando affronti le fasi più critiche della relazione con la persona borderline: il tuo benessere è importante quanto il suo. Non svalutarti mai.