Il test dello psicopatico: come riconoscere e contrastare uno psicopatico

Abili manipolatori, dissimulatori e possessori di un discreto fascino (seppur superficiale). Ecco come individuare e contrastare uno psicopatico.

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    Quando si parla di psicopatici, solitamente, tendiamo a immaginare scene di violenza brutale e inspiegabile (figlie del cinema, di fiction e di serie tv a tinte noir), ma la vita reale offre un’altra versione: quella di personaggi insospettabili, talvolta gentili e simpatici.

    Giusto per ricordare un tristemente noto psicopatico (e killer seriale), Ted Bundy: studente di legge e volenteroso aiutante del governatore dello Stato di Washington. Ted si è reso famoso per il suo modo di fare affabile ed estremamente cortese (oltre che per i suoi crimini ovviamente). Gli psicopatici, dopotutto, sono persone simpatiche quando vogliono esserlo e soprattutto se questo può risultare utile a raggiungere i loro scopi.

    Un vecchio film, intitolato “In compagnia dei lupi”, aveva al suo interno una sorta di nenia, utile a descrivere in poche righe come un soggetto psicopatico può presentarsi. Recitava:

    Da quanto dura questa cantilena. Non correre da sola dentro il bosco. Non fermarti da sola per la strada. Non devi mai fidarti dell’estraneo che si avvicina a te con gentilezza. La beltà s’accompagna alla saggezza. Il lupo assume le più strane forme, con l’ambigua parola che t’inganna. Mai lui rivelerà i propri intenti. Più dolce la sua lingua, più aguzzi i denti”.

    Non sono per niente come solitamente li immaginiamo, non hanno gli occhi freddi e spenti e non mostrano sorrisi da satanassi. Molti, al contrario, sono spiritosi e abbastanza socievoli (all’apparenza, ricorda questo dettaglio). Sono tipicamente narcisisti, impulsivi e, poiché mancano di empatia, vedono le altre persone come oggetti da usare.

    Tieni a mente che solo perché non provano empatia non significa che non la capiscano. E oltretutto, molti diventano bravi a fingere, soprattutto se questo risulta funzionale alla manipolazione.

    Se poi vogliamo dirla tutta, ammettiamo anche che “c’è un po’ di psicopatico in ognuno di noi”. La psicopatia è uno spettro e tutti, da qualche parte in quello spettro, siamo presenti rivelando alcuni tratti caratteristici della personalità psicopatica. Lo siamo quando manchiamo di colpa o rimorso, o quando non empatiziamo con il prossimo, o quando seduciamo qualcuno, in qualsiasi forma, per ottenere ciò che desideriamo. Forse, in alcuni frangenti siamo risultati impavidi o abbiamo corso grossi rischi, anche questi sono dei tratti da psicopatici.

    Tuttavia, quando si parla di psicopatia ci si riferisce ad una patologia seria, che rientra in dei parametri ben definiti e individuabili da un professionista e non sono certamente da confondere con tratti caratteriali o con atteggiamenti causati da una giornata stressante.

    Per questo motivo, ho chiesto alla nostra psicologa e psicoterapeuta di fiducia, Elisa Chiappinelli, di rispondere ad alcune domande e spiegarci se esiste un modo per riconoscere un soggetto psicopatico ed eventualmente come inibire la sua influenza negativa. Iniziamo con l’intervista, buona lettura!

    Chi è lo psicopatico?

    La psicopatia descrive un insieme di tratti della personalità e comportamenti frequentemente associati alla mancanza di sensibilità emotiva ed empatia, come:

    • impulsività;
    • una certa forma di fascino superficiale;
    • insensibilità alle conseguenze delle proprie azioni.

    La psicopatia è osservabile in circa l’1% della popolazione (certamente non una percentuale trascurabile) ed è molto più diffusa negli uomini rispetto che nelle donne. È probabile che ognuno di noi abbia avuto a che fare con uno psicopatico, almeno una volta nella vita, senza rendersene minimamente conto. Ricordiamoci che la psicopatia è una vera e propria patologia e come ogni morbo, talvolta, può essere di difficilissima identificazione, nascondendosi dietro la maschera della “normalità statistica”.

    Questa apparenza di normalità (la cosiddetta maschera della sanità mentale) ha reso spesso complesso lo studio dei soggetti psicopatici. Essi, sebbene possano essere artefici dei più irregolari e irresponsabili comportamenti (talvolta distruttivi e violenti), non mostrano nessuno dei classici segni di malattia mentale. Infatti non mostrano, ad esempio, allucinazioni visive e/o uditive. Non mostrano segni di confusione, ansia, smarrimento o comportamenti guidati da compulsioni schiaccianti. Sono spesso di un’intelligenza superiore alla media. A tutto questo aggiungiamo anche che non esprimono un vero rimorso o desiderio di cambiare davanti ai loro sbagli ed ecco che risulta estremamente semplice vedere gli psicopatici non come vittime di una terribile instabilità mentale, ma semplicemente come opportunisti.

    Gli psicopatici sono diversi dalle persone “comuni”

    La ricerca sulle neuroscienze mostra che i centri emotivi del loro cervello non rispondono come fanno i tuoi. Per individuarli sono stati utilizzati approcci psicofisiologici per spiegare i meccanismi neurobiologici che sono alla base dei tratti tipici della psicopatia. Da questi si è visto come una mancanza di reattività emotiva sia supportata dai risultati di diversi paradigmi psicofisiologici. Ad esempio, la risposta di conduttanza cutanea (SCR) è ridotta in presenza di stimoli avversi (o negativi che dir si voglia), ma alcuni rapporti mostrano come l’SCR sia attenuata anche in presenza di stimoli piacevoli, supportando modelli che ipotizzano che una reattività emotiva carente sia una caratteristica fondamentale della psicopatia.

    Le persone con psicopatia mostrano inibizione della risposta allarmante sia a stimoli emotivamente piacevoli che spiacevoli. Pertanto, le persone psicopatiche sembrano avere una specifica insensibilità a qualsiasi tipo di stimolo, rispondono quindi in maniera equivalente sia a stimoli piacevoli che spiacevoli. La psicopatia è altamente refrattaria alla psicoterapia, forse proprio a causa di una mancanza di sensibilità emotiva o consapevolezza richieste per l’empatia.

    In uno studio sono state mostrate parole reali e senza senso sia a soggetti psicopatici che non psicopatici, chiedendo di premere un pulsante non appena compresa la parola. La maggior parte delle persone sono state più veloci a riconoscere parole vere, specie se emotivamente suggestive. Gli psicopatici, d’altra parte, non sono risultati sensibili a queste influenze emotive: questo si è tradotto in una differenza pressoché inesistente nei tempi di risposta. Le letture dell’EEG tendevano ad essere coerenti indipendentemente dal tipo di parola che stavano visualizzando, mentre gli EEG di altre persone cambiavano distintamente quando individuano un’emozione in una parola. Inoltre, indipendentemente dal tipo di parola che stavano visualizzando, gli psicopatici hanno mostrato onde cerebrali dalla forma insolita. Questi risultati hanno evidenziato come i cervelli degli psicopatici rispondano in maniera diversa da quelli delle altre persone.

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    Grafico estratto da “Inside the Mind of a Psychopath By Kent A. Kiehl and Joshua W. Buckholtz”, Scientific American Mind, Settembre/Ottobre 2010.

    Come molte sindromi e disturbi psichiatrici, la psicopatia ha una componente genetica moderatamente forte, oltre a componenti ambientali uniche. Alcune influenze genetiche sembrerebbero spiegare tutte le dimensioni della psicopatia, ma anche i fattori ambientali sembrano essere strettamente correlati al disturbo. Ciò che è chiaro è che i tratti psicopatici, una volta presenti, sono relativamente stabili durante lo sviluppo. Il verificarsi di psicopatia non sembra essere più diffuso in un gruppo razziale o etnico rispetto ad altri.

    Gli psicopatici hanno connessioni ridotte tra la corteccia prefrontale ventromediale. Questa parte del cervello è responsabile di sentimenti come il senso di colpa, il pentimento e l’empatia. Anche l’amigdala, che si occupa di mediare le paure e le ansie, mostra connessioni ridotte.

    Immagini spiacevoli e/o parole dal forte impatto emotivo non producono negli psicopatici, secondo alcuni studi svolti, l’aumento dell’attività delle regioni limbiche del cervello normalmente associate all’elaborazione del materiale emotivo.

    Inoltre, sempre in questo studio, si è visto come dopo aver somministrato loro anfetamine, la sezione del nucleo accumbens della loro materia grigia abbia prodotto quattro volte più dopamina.

    E tu mi chiederai: “e quindi?”. Beh, tutto questo ci dice innanzitutto che sono sensibili alle gratificazioni e lo sono in maniera estremamente superiore rispetto a chi non soffre di psicopatia. Perciò unisci il fatto di non avere sensi di colpa per delle azioni cattive all’essere quattro volte più gratificato da dei risultati raggiunti, cosa ottieni? Immagino che la risposta sia facilmente individuabile.

    Troviamo tra le cause della psicopatia, oltre alla predisposizione genetica, anche le cause ambientali, spesso derivanti da un’infanzia difficile in contesti sociali disagiati, ma anche da un’educazione eccessivamente rigida. A questo possono unirsi alcune lesioni cerebrali gravi in zone come l’amigdala, la corteccia prefrontale, orbitofrontale e prefrontale ventromediale.

    Esistono anche ipotesi inerenti alle cause evolutive legate alla psicopatia, che vedono in essa una strategia adattiva di “parassitismo sociale”, che può funzionare fintanto che esiste una vasta popolazione di persone altruiste e fiduciose. Inoltre, i tratti della psicopatia associati alla sessualità precoce, promiscua, adultera e coercitiva possano contribuire notevolmente ad aumentare il successo riproduttivo e quindi la sopravvivenza della specie.

    Come si riconosce uno psicopatico?

    Innanzitutto se ti preoccupi di poter essere psicopatico puoi tranquillizzarti: chi è psicopatico non si preoccupa di essere o meno psicopatico. In linea teorica non si preoccupa proprio di niente in maniera reale.

    Detto ciò, per riconoscere un soggetto psicopatico, gli esperti si avvalgono di un test noto comunemente come “Il test dello psicopatico”, ma che tecnicamente risponde al nome di Psychopathy Checklist–Revised (PCL-R).

    Questo test consiste in 20 criteri di valutazione, a ciascuno dei quali viene attribuito una sorta di punteggio pari a 0, 1 o 2. I criteri includono comportamenti e tratti come la menzogna patologica, la propensione alla noia e alla promiscuità sessuale, che vengono valutati durante un colloquio nonché consultando rapporti estratti da documenti ufficiali (se esistenti).

    Il punteggio più alto possibile è 40 (ottenendo un punteggio di 2 su tutti e 20 i criteri), ma chiunque consegua 30 punti, o più, viene considerato uno psicopatico. Il fatto è che tutti cadono da qualche parte nel continuum della psicopatia. La persona media ottiene un punteggio di circa 4, ma ce ne sono molti che si classificano tra i 10 e i 20 punti, non abbastanza per ricevere una diagnosi ufficiale ma in possesso di significative (e spesso evidenti) tendenze psicopatiche: il capo prepotente, il vagabondo, il ragazzo irresponsabile che sfrutta sempre la generosità di amici e amanti più o meno occasionali.

    Gli psicopatici sono abili nel valutare la tua utilità, i tuoi punti deboli e le difese di coloro che li circondano. Manipolano gli altri per legarsi con loro e ottenere ciò che vogliono, poi solitamente li abbandonano e vanno avanti. Questo ultimo scenario è uno dei migliori.

    Sono abilissimi nell’accendere nel prossimo una sorta di empatia e di fascino artificiali. Ascoltano per sentire cosa pensi di te stesso e rinforzano questo pensiero, sfruttandolo. Fingono di condividere ideali, sono camaleontici e sanno far sentire le persone apprezzate per come sono, ma è tutto un tranello, la trappola di un predatore.

    Solitamente, alcuni tratti spesso riscontrabili in un psicopatico possono essere:

    Comportamento antisociale

    • Necessità di stimolazione e predisposizione alla noia;
    • stile di vita parassitario;
    • scarso controllo comportamentale;
    • promiscuità sessuale, ipersessualità;
    • mancanza di obiettivi realistici a lungo termine;
    • impulsività;
    • irresponsabilità;
    • problemi di comportamento precoci;
    • delinquenza minorile.

    Tratti emotivi/interpersonali

    • Disinvoltura e fascino superficiale;
    • grandioso senso di autostima;
    • menzogna patologica;
    • capacità di manipolazione;
    • mancanza di rimorso o senso di colpa;
    • superficialità;
    • insensibilità e mancanza di empatia;
    • nessun senso di responsabilità per le proprie azioni.

    Altri fattori

    • Possibile impegno in un’ampia varietà di crimini;
    • tendenza ad avere molti coniugi e relazioni a breve termine.

    Con l’aiuto dell’EEG e di scansioni cerebrali, gli scienziati hanno scoperto, come abbiamo anticipato, che gli psicopatici possiedono menomazioni significative che influenzano la loro capacità di provare emozioni, leggere i segnali di altre persone e imparare dai loro errori. Queste carenze possono essere evidenti nei bambini che sono piccoli, come quelli di cinque anni.

    Esistono differenze tra donne psicopatiche e uomini psicopatici?

    Le psicopatiche sono un po’ diverse rispetto al loro corrispettivo maschile. Sebbene gli psicopatici maschi e femmine siano simili in molti modi, alcuni studi hanno trovato differenze. Infatti, le psicopatiche sembrano più inclini all’ansia, ai problemi emotivi e alla promiscuità sessuale rispetto agli psicopatici.

    Alcuni psicologi sostengono che alla psicopatia femminile venga a volte diagnosticata come un disturbo borderline di personalità, caratterizzato da emozioni scarsamente regolate, reazioni impulsive e scoppi di rabbia. Questo potrebbe spiegare perché la maggior parte degli studi mostri tassi di psicopatia più bassi nelle donne.

    Alcune ricerche mostrano come le donne psicopatiche sembrano preferire uomini non psicopatici per frequentazioni a breve termine, forse proprio per consentire facili inganni e manipolazioni, tratto in comune con la controparte maschile. Ma per le relazioni a lungo termine, una psicopatica tenderebbe a cercare un “collega” psicopatico. Alla fine, “chi si assomiglia si piglia”.

    Esiste un modo per resistere all’influenza di uno psicopatico, di inibire il suo carisma?

    Sebbene sia vero che la maggior parte dei serial killer sono psicopatici, è anche vero che la stragrande maggioranza degli psicopatici non sono serial killer. Come abbiamo già visto gli psicopatici costituiscono circa l’1% della popolazione generale e possono essere membri produttivi della società.

    La loro mancanza di emozioni, come ansia e paura, li aiuta a mantenere la calma in situazioni spaventose per la maggior parte delle persone. Gli psicopatici reagiscono molto meno intensamente in situazioni che evocano paura, rimangono calmi. Questo può essere un tratto utile se sei un manager, un soldato, un chirurgo o un pompiere.

    Gli psicopatici possono anche essere molto affascinanti (anche se solo superficialmente) e hanno la capacità di assumersi dei rischi con sicurezza, essere spietati, orientati agli obiettivi e prendere decisioni coraggiose.

    Gli psicopatici provano sentimenti. Strano vero? Beh, ovviamente non tutti, ma sono comunque sensibili ad alcuni. Mostrano una specifica mancanza di ansia, paura e tristezza, ma possono provare felicità, gioia, sorpresa e disgusto, in un modo simile alla maggior parte di noi. Quindi, sebbene possano faticare a riconoscere volti paurosi o tristi e siano meno sensibili alle minacce e alle punizioni, possono identificare volti felici e rispondono positivamente quando vengono premiati.

    Tuttavia, per sentirsi gratificati hanno bisogno di ricompense molto alte. Possono anche arrabbiarsi, soprattutto in risposta alle provocazioni, o sentirsi frustrati quando i loro obiettivi vengono vanificati. Quindi è possibile ferire i sentimenti di uno psicopatico, ma probabilmente sentimenti diversi rispetto alle persone non psicopatiche e per motivi diversi. Questo dimostra come non siano emotivamente inattaccabili, seppur sia sconsigliabile provocarli.

    Una curiosità davvero molto interessante? Alcuni studi dimostrano come gli psicopatici siano capaci di provocare un reale senso di nausea in alcune persone. Perché? I ricercatori sospettano che potrebbe essere una risposta evolutiva a un “predatore intraspecie“.

    In uno studio, i ricercatori J. Reid Meloy e MJ Meloy hanno studiato le reazioni dei professionisti della salute mentale e della giustizia penale riguardo alle loro “reazioni fisiche” mentre intervistavano criminali psicopatici o pazienti. Le reazioni erano varie e includevano sensazioni e sentimenti negativi di natura gastrointestinali, muscolari (tremori, debolezza), cardiovascolari (batticuore), polmonari (mancanza di respiro). Gli autori hanno suggerito che i loro risultati potrebbero essere interpretato come prova suggestiva di una risposta primitiva, autonoma e paurosa a un predatore. Hanno descritto lo psicopatico come un predatore intraspecie.

    La ricerca mostra, tuttavia, come anche gli psicopatici siano dotati di una sorta di super-senso: possono dire quali persone sono bersagli vulnerabili, semplicemente guardandole.

    È importante mantenersi scettici nei confronti delle persone che attivano in modo aggressivo il fascino. Una volta che si ha il sospetto di trovarsi al cospetto di un caso di psicopatia è importante:

    • allontanarsi dal soggetto;
    • accettare il fatto che alcune persone sono solo un pericolo;
    • prestare attenzione alle azioni, non alle parole;
    • coltivare la propria reputazione e le proprie relazioni: hai bisogno di una buona difesa e di buoni consigli, perciò non allontanarti dalle altre persone;
    • cercare accordi vantaggiosi per tutti: se non puoi allontanarti da questa persona rendi più facile “attraversarti che distruggerti”.

    Gli psicopatici sono stati tradizionalmente considerati intrattabili, ma nuove forme di terapia si mostrano promettenti. Alcuni tentativi di trattamento hanno dimostrato che gli sforzi per aumentare l’empatia in questi individui sono in gran parte infruttuosi. Invece, i trattamenti cognitivo-comportamentali incentrati sullo sviluppo di comportamenti prosociali per soddisfare i propri bisogni hanno ottenuto il maggior successo.

    Ringraziamo la dott.ssa Elisa Chiappinelli per la gentilezza dimostrata nell’intervista.

    I commenti

    paola18 ottobre 2022

    si parla di narcisismo con partner bipolari , borderline,empatici con dipendenza affettiva..ma una compagno con sindrome asperger come risolve un rapporto con un narcisista o psicopatico oppure in tale contesto può avere la meglio ?

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