Tampone, sierologico, antigenico: guida ai test diagnostici per il Covid-19
Il sierologico è accurato? Quando devo fare il tampone? Cos'è il test antigenico? Vi spieghiamo nel dettaglio il funzionamento di tutti i test diagnostici per il Covid-19, con le linee guida del Ministero per orientarsi all'interno del DPCM vigente.
Covid-19, come tutte le malattie infettive, è causata dalla presenza all’interno del nostro corpo di un organismo patogeno: in questo caso è un virus chiamato Sars-Cov 2 appartenente alla sottofamiglia dei Coronavirus, che entra nelle cellule polmonari danneggiandole gravemente, fino a provocare la reazione biologica dell’infiammazione potenzialmente in grado di trasformarsi in polmonite, causando il quadro clinico che ormai ci è noto dalla fine dello scorso inverno (tosse secca, febbre, vie aeree chiuse, difficoltà respiratorie).
La sintomatologia del Covid-19 nelle sue prime fasi è purtroppo assai simile ad altre infezioni virali come l’Influenza e il raffreddore comune, quindi lo studio dei sintomi può fuorviare la diagnosi (anche se ci sono alcune accortezze per riconoscere i sintomi Covid) e di conseguenza per avere la prova univoca della presenza del virus Sars-Cov2 sono necessari esami di laboratorio che vanno a ricercare caratteristiche molecolari tipiche del virus del Covid19.
Vediamo di fare un po’ di chiarezza.
Il test molecolare
Il test molecolare è quello a cui fanno riferimento i media quando parlano di “tampone”: si tratta di un esame che va a cercare il genoma a RNA del virus tramite una reazione biologica artificiale che prende il nome di PCR (“Polymerase chain reaction” “Reazione a catena della polimerasi”).
La reazione della PCR prevede l’incubazione in una provetta del DNA o RNA di un organismo, insieme a delle piccole molecole di DNA chiamate primers e all’enzima DNA polimerasi o RNA polimerasi (a seconda del tipo di acido nucleico di cui è composto il genoma dell’organismo) che duplicano in maniera esponenziale le molecole di DNA o RNA in modo che siano “visibili” agli strumenti informatici.
Per fare in modo che la polimerasi amplifichi l’RNA è necessario che il primers vada a legarsi all’RNA del virus: la polimerasi usa il primers legato all’RNA come una linea di partenza per iniziare a duplicare, se non la vede non inizia nemmeno.
Questi primers sono specifici per ogni organismo, quindi in questo caso verranno inseriti nella provetta i primers che riconoscono l’RNA del coronavirus: se c’è, avremo l’attacco dei primers e quindi l’amplificazione da parte della polimerasi che sarà visto come un segnale positivo da parte delle strumentazioni, altrimenti non ci sarà nessun segnale se il virus non è presente.
Il tampone sterile viene strofinato dall’operatore sanitario lungo le vie aree dell’individuo, raccogliendo cellule di sfaldamento delle mucosa interna, laddove dovrebbe annidarsi il virus se fosse presente.
Il tampone giunge nel laboratorio di biologia molecolare laddove, grazie a particolari solventi, viene estratto il DNA presente sulla sua estremità e raccolto in una provetta: nel caso di presenza del Coronavirus, nella provetta finirà anche il suo RNA.
A questo punto viene allestita la PCR che darà l’esito della presenza o meno dell’agente virale: la presenza di amplificazione dell’RNA testimonia la persistenza del virus nel tampone e quindi nell’individuo.
Il test molecolare si effettua nei seguenti casi:
- Caso sospetto sintomatico anche se non c’è stato contatto con altri positivi
- Soggetto in quarantena qualora compaiano i sintomi
- Contatto stretto di caso confermato che vive o frequenta regolarmente soggetti fragili a rischio di complicanze o soggetti non collaboranti
- Asintomatico per ricovero programmato, ingresso in larghe comunità chiuse laddove previsto (es. RSA, prigioni, strutture per soggetti con disabilità mentale, altro)
- Operatori sanitari che lavorano in ambienti ad alto rischio
- Soggetto in quarantena che ha superato i sintomi per confermare la guarigione
- Individuo in quarantena asintomatico, dopo che sono passati 10 giorni dalla manifestazione della positività
Il test sierologico
Il test sierologico è una tecnica d’indagine di laboratorio che va a cercare gli anticorpi anti-coronavirus presenti nel sangue dell’individuo.
Il sistema immunitario è il nostro personale corpo di guardia che ci difende dall’intrusione di organismi patogeni: quando avviene l’infezione da parte di un fungo, un batterio o un virus, le difese immunitarie iniziano a produrre delle proteine chiamati anticorpi che vanno ad attaccare molecole specifiche del patogeno chiamate antigeni, per metterlo fuori gioco.
Gli anticorpi sono chiamati più precisamente Immunoglobuline (Ig) e ne esistono diverse classi a seconda delle loro caratteristiche molecolari e del periodo dell’infezione in cui vengono prodotte; quelle che ci interessano di più sono:
- IgM: vengono prodotte all’inizio dell’infezione (4 -5 giorni dopo l’incontro con il patogeno) poi scompaiono
- IgG: vengono prodotte 15 giorno dopo la comparsa dei sintomi e permangono per molto tempo nel circolo sanguigno andando a costituire la memoria immunologica
Il test sierologico va a ricercare la presenza di questi anticorpi come una prova dell’infezione virale:
- se si trovano solo le IgG significa che in passato c’è stata un’infezione e le nostre difese hanno già montato la risposta immunitaria anticorpale
- se invece si trovano le IgM l’individuo potrebbe avere il patogeno in incubazione pronto a mostrare i primi sintomi a breve, quindi il segnale diagnostico della presenza dell’agente infettivo, in questo caso il Sars-Cov 2
La ricerca degli anticorpi contro il Coronavirus può essere fatta con due tipi di test, quello rapido e il test ELISA:
- Il test ELISA è una tecnica che prevede l’interazione su un micro – pozzetto da laboratorio dell’anticorpo anti Sars-Cov 2 con anticorpi che riescono a tracciarlo emanando un segnale chimico: sul pozzetto viene fissato l’antigene del virus, dopodiché si aggiunge il siero sanguigno dell’individuo campionato tramite un prelievo per fare in modo che avvenga la reazione antigene – anticorpo; in seguito vengono aggiunti ulteriori anticorpi detti “secondari” che attaccano il complesso anticorpo-antigene che dovrebbero essere legati insieme. Questo anticorpo secondario, se trova l’anticorpo anti virus legato all’antigene, emette un segnale chimico che viene percepito dagli strumenti informatici così che l’operatore riesca a capire se l’individuo risulti positivo o negativo alla presenza di anticorpi anti-Covid.
- Il test rapido è caratterizzato da una piccola lastrina su cui si fa depositare una goccia di sangue dell’individuo; sulla lastrina sono presenti due linee sulle quali sono depositate delle particelle artificiali rivestite con le proteine antigeniche del virus: gli anticorpi migrano dal plasma depositato sulla lastrina verso queste due linee, una per l’individuazione delle IgM e una per le IgG; se gli anticorpi sono presenti reagiranno con le particelle antigeniche e rilasceranno un colorante che contrassegna la presenza dell’anticorpo.
Mentre il test ELISA risulta molto preciso, il test rapido è stato dimostrato rendere risultati falsi positivi con percentuali elevate pertanto il test di tipo rapido non è da considerarsi molto attendibile a scopo diagnostico.
Il Ministero della Salute considera l’esame sierologico quello meno utile per tracciare l’andamento dell’epidemia a causa dei suoi limiti nell’individuare un’infezione in atto; infatti in caso di positività alle IgM è comunque obbligatorio sottoporsi al test molecolare.
Il test sierologico ci dice con molta precisione se abbiamo sviluppato le difese contro il virus, ma è poco affidabile nel diagnosticare la presenza o meno dell’agente patogeno all’interno dell’individuo.
Il test antigenico rapido
Il test antigenico rapido va a individuare gli antigeni del coronavirus, ossia quelle molecole esposte sulla superficie esterna del patogeno che vengono riconosciute dal sistema immunitario.
Grazie a un tampone viene prelevato un campione di saliva o uno striscio naso-faringeo dell’individuo e cosparso su una lastrina di materiale inerte su cui sono fissati degli anticorpi anti Covid: quando il campione salivare giunge in prossimità degli anticorpi avviene una reazione antigene anticorpo che libera un segnale chimico il quale può essere visto dall’operatore con la comparsa di una linea sulla lastrina.
Questo tipo di test è molto veloce e pratico (risultati in 30 minuti), tanto che può essere processato da chiunque senza l’aiuto di personale specializzato; il difetto è che è poco attendibile, ossia commette errori diagnostici molto frequentemente, per questo motivo il test d’elezione per la diagnostica dell’infezione da Sars-Cov 2 in corso è il tampone molecolare.
Il test antigenico rapido viene effettuato, singolarmente, nei seguenti casi:
- Soggetto pauci-sintomatico (che presenta scarsi sintomi) in assenza di link epidemiologico
- Contatto stretto di caso confermato (incluso in ambiente scolastico o lavorativo) che è asintomatico senza conviventi che siano fragili o non collaboranti
- Soggetto asintomatico proveniente da paese a rischio come da DPCM
Si richiede invece, se il risultato fosse positivo, di combinarlo con il test molecolare nei seguenti casi:
- Screening di comunità (ricerca di persone con infezione in atto in un gruppo esteso di persone) per motivi di sanità pubblica
Altri esami Covid-19
Tamponi, sierologici e antigenici non sono gli unici strumenti diagnostici a disposizione: in ospedale, esami come la TAC o la broncoscopia possono far parte dell’iter di identificazione del virus: ne abbiamo parlato in questo articolo.
Vuoi avere notizie sempre aggiornate sulla situazione Covid-19 in Italia e nel mondo? Leggi il nostro articolo!
FAQ
Quando devo fare il test molecolare?
- Se hai i sintomi anche se non hai avuto contatto con altri positivi
- Se sei un soggetto in quarantena qualora compaiano i sintomi
- Quando hai avuto contatto stretto con un caso confermato che vive o frequenta regolarmente soggetti fragili a rischio di complicanze o soggetti non collaboranti
- Asintomatico per ricovero programmato, ingresso in larghe comunità chiuse laddove previsto (es. RSA, prigioni, strutture per soggetti con disabilità mentale, altro)
- Operatori sanitari che lavorano in ambienti ad alto rischio
- Se sei un soggetto in quarantena che ha superato i sintomi e deve confermare la guarigione
- Individuo in quarantena asintomatico, dopo che sono passati 10 giorni dalla manifestazione della positività
Quando devo effettuare il test antigenico rapido?
- Se sei un soggetto con scarsi sintomi senza essere stato in contatto con altri casi o cluster epidemici
- Se sei entrato a stretto con un caso confermato (incluso in ambiente scolastico o lavorativo) che è asintomatico senza conviventi che siano fragili o non collaboranti
- Se sei un soggetto asintomatico che rientra da paesi a rischio
Quando devo effettuare il test antigenico rapido insieme al test molecolare?
- Solo nei casi di screening epidemiologici delle comunità si richiede di fare il test molecolare dopo l’esito positivo del test antigenico
Quando devo fare test sierologico?
- Anche in questo caso solo per screening epidemiologici di comunità: spesso lo richiedono le aziende per valutare il livello dell’immunità anti covid tra i propri dipendenti
Quando un paziente Covid deve fare il tampone a fine quarantena?
- Per poter ritornare in società è necessario effettuare due tamponi a distanza di 48 ore l’uno, entrambi i quali devono risultare negativi
Quanto tempo rimane in quarantena domiciliare obbligatoria il caso Covid positivo?
- Dopo 3+14 giorni dalla completa guarigione clinica, vengono effettuati due tamponi: se entrambi sono negativi il paziente è fuori dalla quarantena
I contatti stretti di caso Covid positivo devono essere sottoposti a tampone?
- Sì, in presenza di sintomi suggestivi di infezione respiratoria, è indicata l’effettuazione del tampone diagnostico (1 solo); in assenza di sintomi, verrà effettuato il test alla fine del periodo di sorveglianza (14 giorni).
Chi è sottoposto a quarantena?
- Isolamento domiciliare obbligatorio: tutti i casi confermati di Covid-19
- Isolamento domiciliare fiduciario: tutti i contatti stretti familiari e tutti quelli che hanno avuto contatto diretto senza protezioni per almeno 15 minuti di tempo, fino a 2 giorni prima della comparsa dei sintomi
Sono stato identificato come un contatto stretto di un caso confermato di Covid-19, ma ho effettuato un test con esito negativo: posso esonerarmi dal periodo di quarantena?
- No, se si è stati a contatto con un caso confermato positivo nessun test negativo può esonerare dal periodo di isolamento domiciliare di 14 giorni, oppure di 10 giorni dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo