Covid-19 news: aggiornamenti continui sulla lotta al Coronavirus

I nostri approfondimenti, le notizie, i progressi sullo studio del vaccino e delle cure per sconfiggere il Covid-19.

Aggiornamenti cure e vaccino covid19

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    Una grande parte della comunità scientifica mondiale in questo momento è impegnata su un unico fronte: riuscire a trovare il vaccino e le terapie in grado di prevenire e curare il Covid-19. La situazione è in continua evoluzione, ogni giorno arrivano nuove notizie e i riflettori sono sempre puntati sugli studi che vengono intrapresi dalle migliori équipe sanitarie mondiali. Cerchiamo allora di fare il punto per riuscire ad avere una visione generale e seguire gli sviluppi dello studio dei vaccini, delle cure e della tecnologia attraverso le ultime news e gli aggiornamenti. 

    Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio 2021

    • Possibile nuova terapia anti-Covid. Come spiega la rivista Science, i ricercatori svedesi dell’Istituto Karolinska, in collaborazione con l’università di Bonn e lo Scripps Research Institute della California, stanno studiando nuovi nanoanticorpi (su lama e alpaca) che impedirebbero l’ingresso del virus nelle cellule. Fra poco il via alla sperimentazione clinica sull’uomo.
    • Il governo britannico incoraggia gli operatori sanitari a utilizzare due farmaci per l’artrite per trattare i casi di Covid-19 più gravi, a seguito del reperimento dei dati di uno studio clinico che non è tuttavia ancora stato sottoposto a una revisione scientifica formale.
    • Alcuni studi hanno dimostrato che il plasma, se somministrato all’insorgenza dell’infezione da Covid-19, può aiutare nel decorso della malattia. Attualmente è un trattamento in via sperimentale.
    • L’EMA e l’Aifa hanno approvato anche il vaccino anti-covid di Moderna. Al via la distribuzione anche in Italia.
    • Johnson & Johnson sta testando una versione del suo vaccino a iniezione singola, al contrario di quelli di Pfizer e Moderna che ne richiedono due.
    • Moderna, Pfizer e Biontech hanno avviato le indagini per valutare l’efficacia dei propri vaccini sulla nuova mutazione del virus. La nostra Benedetta fa chiarezza sull’argomento in questo articolo.
    • Pfizer, AstraZeneca e Moderna: abbiamo fatto un’analisi sintetica dei tre vaccini anti-covid per capire il loro funzionamento e quali sono i target per cui sono più indicati in base alle loro caratteristiche.

    Che cos’è il Covid-19

    I coronavirus sono una vasta famiglia di virus RNA a filamento positivo che possono causare malattie più o meno gravi, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie acute (SARS).  Il Covid-19 è l’abbreviazione di Coronavirus Disease 2019 e indica il nome della malattia causata dal virus SARS-CoV2, ossia il nuovo ceppo di Coronavirus responsabile della pandemia globale.  Il nome Coronavirus deriva proprio dalla forma del virus: circolare con una serie di protuberanze proprio come corona. Sono proprie le protuberanze del virus a legarsi con le cellule umane e a penetrare all’interno dell’organismo per infettarlo.  Il virus è infatti in grado di introdursi nelle cellule delle mucose, colpendo prima le vie aeree superiori e poi i polmoni.
    I sintomi più comuni sono:

    • Febbre;
    • Tosse;
    • Difficoltà respiratorie.

    Nei casi di infezione più gravi possono manifestarsi sintomi più preoccupanti quali: 

    • Polmonite;
    • Sindrome respiratoria acuta;
    • Insufficienza renale.

    Per cercare di guidare le persone nella distinzione dei sintomi del Covid da quelli di altre malattie stagionali abbiamo creato questa pratica Infografica: Raffreddore, influenza o Covid-19? Un’infografica per riconoscere i sintomi.

    Trasmissione del COVID-19

    Il periodo, cosiddetto di incubazione, fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi varia da un minimo di 2 a un massimo di 14 giorni, ma può anche succedere che i sintomi non si manifestino e che il soggetto infetto risulti asintomatico
    Le mutazioni del virus non sono equamente distribuite nell’intero profilo genetico del virus: alcune parti del SARS-CoV-2 continuano a mutare poco e proprio su questo punto si sta concentrando la ricerca di vaccini e terapie.
    Il virus può entrare direttamente in contatto con una persona oppure può passare attraverso con oggetti contaminati. I soggetti più a rischio sono per lo più anziani e persone con malattie preesistenti come diabete, patologie cardiache e soggetti immunodepressi. Nonostante ciò, nessuno può considerarsi completamente estraneo alla possibilità di contrarre l’infezione.

    Arieggiare le stanze aprendo le finestre potrebbe essere una valida arma per contrastare la diffusione del Covid-19. Lo ha dimostrato uno studio condotto da un gruppo di fisici dell’Università del New Mexico. Tramite la ventilazione, infatti, è possibile ridurre la concentrazione di minuscole particelle di virus sospese nell’aria. I risultati sono pubblicati sulla rivista Physics of Fluids.

    Un nuovo studio confronta la risposta immunitaria al virus nei bambini con quella negli adulti e suggerisce che nei bambini un ramo del sistema immunitario si è evoluto per proteggere le persone da patogeni sconosciuti, distruggendo il virus prima che possa entrare nel loro corpo. I corpi dei bambini in genere reagiscono con una risposta innata, rapida e travolgente, perché la maggior parte dei patogeni che incontrano sono nuovi. I corpi adulti, invece, reagiscono in modo più specializzato e sofisticato, poiché è raro che incontrino nuovi germi. Rimanendo in tema, Apoorva Mandavilli del New York Times spiega che i bambini sviluppano con meno probabilità la sintomatologia del Covid-19: producono una risposta immunitaria più debole al virus e questa è una buona cosa. Il fatto che abbiano meno anticorpi significa che rimangono positivi per poco tempo e che diffondono il virus meno attivamente degli adulti.

    Ma il virus è in grado di sopravvivere sulle superfici? I ricercatori australiani dello Csiro hanno rilevato che il Covid sopravvive su alcune superfici lisce come vetro, acciaio e banconote fino a 28 giorni. Ma questo non sembra preoccupare la comunità scientifica più di tanto. Lo studio, infatti, è stato condotto in laboratorio, in assenza di luce; le condizioni reali di luce e temperatura, invece, indeboliscono il virus. In più, la via principale di contagio resta quella aerea, non quella da contatto.

    Un’équipe di ricerca dell’Healthcare Technologies dell’Università di Birmingham è alle prese con la sperimentazione di uno spray nasale ad azione profilattica che potrebbe ridurre il rischio di contagio per circa 48 ore. Al suo interno, due polimeri già utilizzati nella preparazione di alimenti e farmaci. Il primo ha la funzione di ostacolare il virus; il secondo quella di rivestire la mucosa nasale con una sorta di gel per garantire l’aderenza dello spray. Lo studio non è ancora pubblicato ma è disponibile su BioXRiv.

    I nostri approfondimenti:

    Test per infezione da Covid-19

    Per diagnosticare l’infezione da Covid-19 inizialmente si aveva a disposizione soltanto il tampone naso-faringeo, in seguito è stato messo a punto il test sierologico per analizzare la presenza degli anticorpi diretti contro il virus. Il primo serve per rilevare l’eventuale contagio al momento del test. Il secondo, per capire se una persona ha già avuto il virus tramite un prelievo del sangue, senza indicare se la persona è guarita. Anche se la loro efficacia è stata validata, l’uno non esclude l’altro. Il Ministero della Salute, infatti, raccomanda di fare il tampone in caso di positività al sierologico.

    L’unico lato negativo di questi test è il tempo necessario per avere un risultato: possono volerci ore o anche giorni prima che la persona sia informata sul suo stato di salute. Il nuovo test di Menarini Diagnostics, presentato a fine settembre, in soli 12 minuti rileva la positività o meno al virus e se l’individuo ha sviluppato anticorpi allo stesso. Si tratta, infatti, di un test doppio effettuato con la strumentalizzazione Afias che permette di avere gli esiti sia del tampone che del sierologico in una volta sola. Con la riapertura delle scuole, invece, c’è stato il bisogno di adottare un test antigenico rapido meno come strumento di prevenzione.

    Cellex, invece, azienda di biotecnologie statunitense, ha sviluppato un nuovo test rapido con un kit fai-da-te, senza bisogno di sottoporsi al tampone. Per avere la diagnosi si usa una app sviluppata in collaborazione con Gauss, azienda informatica specializzata in intelligenza artificiale. Le due aziende sperano di poter commercializzare il test fra non molto, previa approvazione di emergenza da parte della FDA. Questo il meccanismo di fondo del test: invece di cercare il materiale genetico del Coronavirus, va alla ricerca di proteine tipiche del virus. Per questo si chiama test antigenico, perché rileva la presenza di sostanze estranee al nostro organismo con la conseguente produzione di anticorpi.

    A Firenze, invece, si fanno passi da gigante con “Uffa”, l’auto-tampone da fare a casa con un pratico kit. Nato dal laboratorio di immunologia dell’ospedale pediatrico Meyer, il test è pensato soprattutto per i bambini, ma non solo. Anche dal Veneto arrivano buone notizie: al via la sperimentazione di tamponi fai-da-te con esito in un minuto e mezzo, pronti (se efficaci) da essere distribuiti nelle farmacie.

    Ei test sindromici? A quanto dicono gli eserti, questi facilitano la diagnosi differenziale con l’esito in due ore. La sintomatologia del Covid può essere confusa con quella influenzale. Con i pannelli sindromici è possibile unire più patogeni in un singolo campione e individuare l’antibiotico-resistenza.

    I nostri approfondimenti:

    Vaccino COVID-19: a che punto siamo?

    Dal momento in cui è stata dichiarata emergenza sanitaria globale, le migliori équipe di tutto il mondo si sono cimentate nello studio di quella che potrebbe rappresentare l’arma più efficace per la prevenzione da COVID-19, ossia il vaccino. Gran parte della comunità scientifica sembra concorde nell’affermare che questa pandemia sarà sconfitta solo quando verrà sviluppato un vaccino in grado di generare gli anticorpi contro il Coronavirus.

    Il vaccino è già disponibile e approvato in alcuni paesi. Servirà sicuramente una forte e stretta collaborazione tra governi, finanziatori ed enti di sanità pubblica per garantire la distribuzione e la copertura completa di tutte le zone colpite dal virus.

    Per le ultime notizie sui progressi della ricerca in tutto il mondo puoi leggere l’articolo dedicato, Vaccino anti-Covid: gli ultimi aggiornamenti.

    Cure e farmaci per combattere il COVID-19

    Se da un lato si stanno effettuando studi e sperimentazioni continue per la ricerca di un vaccino, dall’altro si tenta di trovare anche una cura efficace per combattere il COVID-19. Non esistono ancora effettive terapie che si siano dimostrate sicuramente efficaci in tutti i casi di infezione da SARS-CoV-2, ma la ricerca continua. 

    I farmaci più utilizzati al momento sono:

    • Antivirali 

    Inibitori delle protreasi, come quelli utilizzati per la terapia dell’HIV, sembrano riuscire a contrastare la replicazione virale dei coronavirus, ma la diversità fra questi rende più difficile l’impresa, essendo classificati in quattro generi diversi e possedendo 4 proteasi diverse fra loro.

    • Inibitori dell’infiammazione

    Una parte importante del danno provocato dal virus è legato a una risposta infiammatoria alterata e in alcuni pazienti si riconosce anche un elevato rilascio di citochine pro-infiammatorie, perciò vengono utilizzati farmaci anti infiammatori come quelli usati spesso per i pazienti affetti da reumatismi, al fine di inibire la risposta immunitaria.

    • Anticorpi terapeutici

    Gli anticorpi che vengono prelevati dal sangue dei pazienti guariti dal Covid-19 rappresentano una delle migliori opzioni terapeutiche ma attualmente ancora in fase di studi ed elaborazione.

    In Italia, nell’ambito di questa emergenza sanitaria, tutte le sperimentazioni cliniche sui farmaci sono state affidate all’AIFA, che autorizza l’utilizzo di trattamenti farmacologici sui pazienti infetti da Covid-19. Il numero delle sperimentazioni è in costante crescita. 

    Scoperte recenti e ricerca

    • Il supercalcolo per individuare nuove terapie contro il Coronavirus è italiano. Il consorzio pubblico-privato Exscalate4Cov, con il supporto della Commissione europea e sotto il coordinamento di Dompé Farmaceutici, ha testato 70 miliardi di molecole su 15 siti attivi del virus elaborando miliardi di interazioni. Lo studio è stato possibile anche grazie al software di screening virtuale prodotto dal Politecnico di Milano e Cineca.
    • In Gran Bretagna è iniziato uno studio clinico sugli effetti dell’Aspirina come trattamento antinfiammatorio per i pazienti ospedalizzati per il Coronavirus.
    • Csl Behring e Takeda portano avanti la CoVig-19 Plasma Alliance, un trial internazionale di fase 3 sulle immunoglobuline iperimmuni contro il Coronavirus. Per lo studio sono stati reclutati i primi 500 pazienti adulti in centri sparsi in tutto il mondo. L’obiettivo è verificare la sicurezza e l’efficacia del farmaco ancora in via sperimentale a base di H-Ig per il trattamento dei casi più a rischio.
    • Al Sacco di Milano sono stati scoperti due potenti anticorpi che impediscono l’ingresso del Covid-19 nell’organismo. I due anticorpi monoclonali hanno meccanismi leggermente diversi fra loro, ma se somministrati in piccole dosi, insieme o separatamente, prevengono l’infezione nei criceti. Questa scoperta può porre le basi per nuove terapie basate su miscele di anticorpi. Il nostro Lorenzo, biotecnologo, ha approfondito l’argomento in questo articolo: Super anticorpi contro il Covid-19.
    • In USA, i ricercatori hanno individuato un componente anticorpale capace di neutralizzare completamente il virus SARS-CoV-2, la causa del Covid-19. La piccola molecola biologica è stata utilizzata per costruire un farmaco, l’Ab8, da essere usato come terapeutico e profilattico contro il SARS-CoV-2.
    • La quercetina inibisce il Covid. Il Cnr-Nanotec di Cosenza, nell’ambito di uno studio internazionale, ha annunciato che la quercetina (un composto di origine naturale presente in molte verdure) inibisce la Sars-CoV-2 destabilizzando la 3CLpro, una delle proteine fondamentali per la riproduzione del patogeno.
    • I ricercatori del Bambino Gesù, in collaborazione con il Karolinska Institutet di Stoccolma, hanno individuato nella patologia MIS-C (Multisystem Inflammatory Sindrome in Children), il meccanismo che innesca la risposta infiammatoria nei bambini colpiti dal Covid-19. Lo studio apre le porte a test specifici, a trattamenti mirati e alla diagnosi precoce. I risultati della ricerca suggeriscono di trattare l’infiammazione con alte dosi di immunoglobuline per contenere l’effetto degli autoanticorpi.

    I nostri approfondimenti

    La tecnologia al servizio della sanità 

    Un ruolo molto importante nella gestione dell’emergenza Coronavirus è ricoperto dalla tecnologia. Dall’intelligenza artificiale alle app per il “contact tracing” vediamo come l’innovazione stia avanzando al fianco della comunità medico-scientifica nella lotta al Covid-19.

    Vocalis Health, startup israelo-statunitense specializzata nello sviluppo di sistemi di riconoscimento vocale, vuole riuscire a riconoscere le persone affette da Covid-19 attraverso il modo in cui parlano in poco tempo. Questo potrebbe rendere gli assistenti vocali, come Siri o Alexa, capaci di diagnosticare alcune malattie negli interlocutori. Dalla rivista Nature sappiamo che tempo fa Vocalis aveva creato una app per rilevare affezioni croniche polmonari. Da qui, ha creato un’app sperimentale con l’aiuto di persone risultate positive al Covid che hanno registrato la loro voce una volta al giorno. Attraverso un processo di machine learning la app fa ben sperare e adesso è in fase di sperientazione in alcuni ospedali.

    Anche il Massachusetts Institute of Technology (MIT) e la University of Cambridge stanno portando avanti uno studio per identificare l’infezione da Covid servendosi della registrazione di decine di migliaia di colpi di tosse, provenienti sia da pazienti Covid, che da pazienti sani.

    Google Maps ha introdottoun nuovo layer che indica la diffusione del Covid e la densità del contagio. I dati arrivano da autorità come la Johns Hopkins University e il New York Times dopo la loro raccolta da parte di vari istituti come l’OMS. Anche i wearable sono d’aiuto alla diagnosi del Covid. I dispositivi indossabili MARTWATCH e fitness tracker, solitamente utilizzati per fare sport, potrebbero aiutare a capire se chi li indossa è stato contagiato, alla comparsa dei sintomi o subito prima. L’algoritmo ‘magico’ è stato sviluppato da un gruppo di ricerca dello Scripps Research Translational Institute in California.

    I nostri approfondimenti 

    Immuni

    Proprio in questo contesto si colloca l’italiana “Immuni” la app anti-pandemia che si propone di tracciare la prossimità tra le persone consentendo di ricostruire i contatti, anche se casuali, e se qualcuno dovesse risultare positivo, ci dovrebbe essere la possibilità di essere subito aggiornati e di limitare così la diffusione del virus.

    Testimonianze e opinioni degli esperti sul Covid-19

    Cosa ne pensano esperti, dottori e studiosi sul Covid-19 e in particolare sui vaccini e sulle possibili cure per combatterlo? 

    Stiamo raccogliendo testimonianze e opinioni autorevoli per capire sempre meglio e sempre come combattere questo nemico silenzioso, ma potentissimo che ha stravolto in poco tempo le dinamiche globali: 

     

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