Riuscire a districarsi tra la sintomatologia tipica del Covid-19 e quella delle malattie tipiche della stagione fredda, come raffreddore e influenza, risulta ad oggi ancora molto difficoltoso. Questo è dovuto al fatto che moltissimi sintomi sono comuni e sovrapponibili ai vari disturbi, con il risultato frequente di trovarsi preoccupati anche alle prime avvisaglie di un raffreddamento: tossire in pubblico è diventato un tabù vero e proprio.
Chiariamoci subito: è fondamentale continuare a fare attenzione a ogni singolo sintomo, senza sottovalutarne mai nessuno, per essere in grado di riconoscere tempestivamente la malattia e prevenire eventuali contagi. D’altra parte, è naturale che la natura “comune” dei sintomi del Covid-19 generi ansia e confusione.
Il Covid-19 può colpire persone diverse in modi diversi: la maggior parte dei soggetti infetti sviluppa disturbi da lievi a moderati e tende a guarire senza bisogno di un ricovero. Tuttavia, uno studio condotto sulle informazioni raccolte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è riuscito comunque a creare le basi per comprendere quantomeno con quale frequenza le varie sintomatologie si presentino in caso di raffreddore, influenza o Covid-19 (almeno stando alle conoscenze attuali, le informazioni a disposizione possono cambiare).
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Ovviamente i dati sono in continuo aggiornamento e bisogna sottolineare il fatto che alcune volte il nuovo coronavirus tende a manifestarsi con sintomatologie inattese e fuori dalle varie statistiche. Questo rende difficile se non impossibile riuscire a creare una formula universalmente corretta per l’individuazione, motivo per cui ancora esiste tanta confusione a riguardo.
Oltretutto non è rara la manifestazione di sintomi atipici da coronavirus, che possono andare da un singhiozzo persistente (durato 4 giorni nel caso di un paziente di 62 anni) fino ad arrivare a danni alla tiroide da Covid-19.
Altro aspetto da sottolineare è che nonostante i sintomi non si manifestino affatto o lo facciano solo in parte questo non mette al riparo da eventuali infezioni. L’unica diagnosi attualmente sicura è il tampone o comunque qualsiasi altro metodo diagnostico suggerito dal proprio medico.
È fondamentale rivolgersi immediatamente al medico se si presentano sintomi più o meno gravi, ma senza recarsi fisicamente in nessuna struttura sanitaria. Mediamente possono occorrere 5-6 giorni dal momento dell’infezione alla manifestazione dei primi sintomi, tuttavia possono essere necessari anche 14 giorni o più.
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