Farmacisti comunitari e digital health: a che punto siamo?
Il ruolo dei farmacisti comunitari nella diffusione della digital health
Il ruolo che dovrebbe avere la digital health all’interno dei sistemi sanitari per il PGEU (Pharmaceutical Group of the European Union) è molto chiaro:
- essere di supporto alla cura del paziente e migliorarla
- aiutare nella standardizzazione dei processi e nell’organizzazione sia a livello nazionale che europeo
Un’implementazione utile che non deve però prevaricare il rapporto diretto tra pazienti e personale sanitario – che deve rimanere la modalità preferibile e primaria – ma agevolare la comunicazione e fornire strumenti utili.
Questo è quello che è emerso dal Position Paper on Digital Health condiviso da PGEU lo scorso giugno, un documento di 35 pagine che riassume i progressi della Digital Health, focalizzando l’attenzione sul ruolo delle farmacie comunitarie e sulle best practice di alcuni Paesi europei.
Qual è il ruolo dei farmacisti comunitari nella digital health?
I farmacisti hanno un ruolo chiave all’interno del sistema sanitario: sono il ponte, il perno che collega i pazienti a tutti i prodotti e servizi legati alla loro salute.
Lo abbiamo visto già durante la pandemia, i farmacisti devono essere delle guide, dei professionisti che non possono più limitarsi a “dispensare” farmaci, ma devono svolgere un ruolo di consulenza nei confronti dei pazienti.
Monitorare, prevenire, consigliare, gestire, organizzare, agevolare: sono queste le parole chiave che riassumono il ruolo che oggi deve avere un farmacista, un ruolo sempre più complesso ma che può contare sul supporto di numerosi strumenti tecnologici per poter essere portato avanti.
In questo contesto si inserisce la digital health, che, grazie all’utilizzo di big data, intelligenza artificiale e automazione, può rendere farmacia più efficiente e sempre più pronta a rispondere alle esigenze dei pazienti.
Monitoraggio pazienti e dati
La diffusione di strumenti come le cartelle sanitarie e le ricette elettroniche ha permesso ai farmacisti di avere accesso a molti più dati riferiti alla storia clinica dei pazienti.
Questo aspetto, unito al fatto che grazie a internet gli utenti hanno la possibilità di reperire autonomamente informazioni riguardanti l’ambito sanitario (ma spesso senza avere le competenze per poterle interpretare nella maniera più corretta), ha posto il farmacista in una posizione privilegiata per quanto riguarda il monitoraggio continuativo della salute.
Essendo infatti il professionista sanitario più vicino e accessibile ai pazienti, è compito del farmacista supportare nella gestione quotidiana delle cure, monitorando il corretto andamento delle terapie, aiutando a fare chiarezza riguardo prescrizioni e dubbi e facendo attenzione a trasmettere e diffondere il concetto di prevenzione.
Particolare attenzione dovrà essere posta nei confronti della privacy e nella salvaguardia dei diritti dei pazienti, a cui deve comunque essere garantita la libertà di poter scegliere la farmacia a cui rivolgersi, la scelta delle terapie e la decisione di rinunciare ai servizi digital.
Utilizzo di piattaforme e app
E-Health (Electronic Health) e M-Health (Mobile Health) così come l’utilizzo di Big Data, A.I e automazioni in ambito farmaceutico sono declinati in piattaforme e applicazioni utili sia per i pazienti che per i farmacisti, che il PGEU approva e sostiene.
Il loro utilizzo agevola infatti l’efficienza dei servizi a cui i pazienti possono accedere (dalle prenotazioni online, all’acquisto dei farmaci) alleggerendo e supportando “da remoto” il lavoro delle farmacie, permettendo una gestione del lavoro più organizzata ed efficiente.
Per i farmacisti sono anche supporti fondamentali per poter consolidare la relazione con i pazienti, attraverso una comunicazione che si muove anche al di fuori del negozio e che gli permette di lavorare ancora di più sul loro ruolo consulenziale.
Attenzione all’accessibilità
L’utilizzo di strumenti digitali per consentire un miglior servizio nei confronti dei pazienti non è il solo compito che i farmacisti hanno all’interno del settore della digital health.
Come abbiamo visto all’inizio dell’articolo, infatti, secondo il paper position di PGEU è fondamentale che l’online non vada a sostituire né a prevaricare sul lavoro e soprattutto sulla relazione offline tra paziente e farmacia.
E questo non solo perché il rapporto in presenza è più efficace di quello da remoto, ma anche per evitare discriminazioni legate all’accessibilità dei servizi digital.
Secondo un rapporto della Commissione Europea del 2017, infatti, sono 169 milioni gli europei tra i 16 e 74 anni (44%) che non hanno competenze digitali di base e una percentuale significativa di famiglie non ha accesso garantito a internet (specialmente nelle zone più rurali dove la popolazione è tendenzialmente più anziana).
Evitare un gap nei servizi e garantire equità nell’offerta ai pazienti senza creare discriminazioni è un impegno necessario e importante che le farmacie comunitarie (ma non solo) devono portare avanti.
Best practice di digital health in Europa
Nel paper position di PGEU sono raccolti molti casi di best practice provenienti da farmacie comunitarie europee, che sono stati raccolte in 5 categorie:
- eHealth
- mHealth
- A.I e automazioni
- integrazioni di dati reali e prove
- altre tecnologie
Best Practice di eHealth: l’esempio della Danimarca
In Danimarca è stato adottato il sistema di prescrizione elettronica all’avanguardia: una tessera sanitaria elettronica condivisa. Ogni cittadino possiede una tessera elettronica che contiene tutto lo storico dei trattamenti ricevuti e i relativi farmaci. Tutti i professionisti del settore sanitario (medici, ospedali, farmacie, personale di assistenza domiciliare, ecc.) hanno accesso ai dati di loro pertinenza e hanno l’obbligo di garantire che i dati da loro trattati siano aggiornati. Grazie a questa nuova tecnologia, oggi meno dell’1% delle prescrizioni danesi sono in formato non elettronico.
Best Practice di mHealth: dal Portogallo l’app “Farmácias Portuguesas”
Le farmacie portoghesi possiedono un’applicazione che avvicina la farmacia e il farmacista al paziente. L’app “Farmácias Portuguesas” permette di portare i servizi farmaceutici in tutto il Paese: può essere utilizzata per aiutare l’acquisto di prodotti per la salute o medicinali (anche senza prescrizione medica), per trovare informazioni riguardanti i farmaci e per gestire la propria salute. A seconda della disponibilità della farmacia scelta, l’utente può perfino ricevere senza ricetta medicinali a casa. L’app consente inoltre all’utente di trovare la farmacia più vicina. Farmácias Portuguesas condivide anche promemoria terapeutici, che possono essere generati attraverso l’inserimento del piano terapeutico certificato all’interno dell’applicazione da parte del farmacista.
Best practice del settore A.I e automazioni: Sifarma Clinica
Anche in questo caso, la best practice arriva dal Portogallo, dove le farmacie utilizzano un nuovo software creato per supportare la professione. Si tratta di un modulo che consente la registrazione delle informazioni cliniche dei pazienti (previo consenso) per finalità di follow-up e monitoraggio delle farmacia di comunità. Sifarma Clinica è in grado di condividere le informazioni dei pazienti con altri operatori sanitari, migliorando la comunicazione e collaborazione in un contesto multidisciplinare
Best practice nell’integrazione di dati reali e prove: dai Paesi Bassi la fondazione olandese per la statistica farmaceutica SFK
Nei Paesi Bassi il 99% delle farmacie comunitarie sono volontariamente collegate alla Fondazione Olandese per la statistica farmaceutica (SFK), istituita dalla Royal Dutch Pharmacists Association (KNMP). L’SFK raccoglie dati riguardo all’utilizzo di prodotti farmaceutici nei Paesi Bassi dal 1990, coinvolgendo 240 milioni di attività di erogazione di medicinali e dispositivi medici ogni anno. Inoltre, SFK raccoglie i dati settimanali da grossisti per tutti i medicinali che non sono direttamente disponibili per i farmacisti. Per ogni prescrizione, SFK registra le informazioni circa il farmaco fornito, il dosaggio giornaliero prescritto, la farmacia, l’assicurazione sanitaria, la società che rimborsa o meno il rimedio, il medico curante e il paziente per il quale è stata rilasciata la prescrizione. Grazie a questo lavoro, la SFK possiede la raccolta di dati più elaborata in questo campo in Olanda, materiale utile per report e ricerche condotte dal Ministero della Salute.
Best practice di avanzamento tecnologico: l’esempio dell’Italia
Da molti anni le farmacie italiane sono pienamente impegnate come un importante punto di accesso elettronico per il sistema sanitario attraverso il CUP (Centro Unico Prenotazione) progetto attivo nella maggior parte delle Regioni italiane. I pazienti possono recarsi presso la farmacia più vicina per ordinare, prenotare e fare una visita da un medico specialista del SSN oppure diversi test sanitari in un punto di cura del SSN o presso un laboratorio privato convenzionato. È una grande opportunità per i pazienti con basso tasso di alfabetizzazione digitale di ottenere servizi erogati dal SSN attraverso luoghi più raggiungibili e vicini a casa. Secondo gli ultimi dati di Federfarma, quasi il 65% delle farmacie comunali offre il servizio CUP ai propri pazienti. Inoltre, Federfarma ha attivato alcuni anni fa un propria piattaforma nazionale per i servizi di telemedicina che ora sta coinvolgendo circa 5.400 farmacie comunali (il 29% delle farmacie italiane) al lavoro per la prevenzione delle malattie cardiovascolari.