Report STADA 2021: gli europei scelgono ancora la farmacia

Nuove abitudini post Covid, salute online e acquisti in farmacia, con alta fiducia verso i professionisti

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    Pubblicata l’edizione 2021 del nuovo report del gruppo STADA, che indaga il rapporto che i cittadini europei hanno con il mondo della salute e del benessere. La ricerca, svolta tra marzo e aprile 2021, ha coinvolto 15 Nazioni, con domande sui temi della prevenzione, della salute digitale, del mondo farmaceutico, ma anche inevitabilmente del Covid-19. Focus di quest’anno, appunto, è stato comprendere se e come la pandemia abbia cambiato il punto di vista degli europei sulla salute.

    Covid 19 e salute mentale

    Nell’ultima pubblicazione del report, la diffusione del Covid 19 era già alta e pesava enormemente nella vita dei cittadini, tanto che in molti (il 42% degli europei e più del 50% degli italiani) aspettavano con grandi speranze un vaccino. Tra i timori più grandi, all’epoca, spiccava quello di ammalarsi per ben la metà degli intervistati; oggi la paura è un po’ più contenuta, ma rimane un 42% che ancora vive nell’ansia di contrarre l’infezione. Non certo per caso, i Paesi in cui la percentuale è più alta corrispondono a quelli che hanno subito più morti, proprio come l’Italia, dove chi ha paura di ammalarsi è un notevole 53% di popolazione.

    Incertezze e stress che hanno aggiunto all’emergenza sanitaria vera e propria un’emergenza psicologica di egual peso. Nell’ultimo report 1 persona su 3 ha dichiarato di avere visto incrementato il proprio livello di ansia durante la pandemia, in particolare per i giovani tra i 18 e i 34 anni. Il 15% ha serie difficoltà a riposare bene e proprio in quest’ultimo anno e mezzo i prodotti per il sonno e per migliorare l’umore hanno visto un balzo, sia nell’interesse (come provano i trend di ricerca online), sia nelle vendite in farmacia.

    Il virus, però, è solo una delle angosce più sofferte dagli europei, perché più di tutto ha pesato la lontananza dalle persone care, come amici e parenti. Per il 52% degli interpellati è stata questa la sfida più grande, accompagnata anche dal pensiero di avere ripercussioni a livello lavorativo ed economico (32%).

    Nuove abitudini più salutari?

    Il Covid ci ha cambiati; ma in meglio? Forse. Sicuramente ci ha fatto imparare alcune abitudini basilari, norme che probabilmente ci porteremo anche nel futuro, ad esempio il lavaggio delle mani e il distanziamento come strumenti di prevenzione delle malattie. Accanto a questi, in diversi stanno provando a modificare anche il proprio stile di vita, con cibi più sani e attività fisica.

    Tra gli intervistati, il 45% si è promesso di lavarsi le mani con più regolarità dopo il Covid per prevenire le infezioni; il 22% preferirebbe mantenere ancora il distanziamento sociale e un altro 22% probabilmente continuerà a indossare le mascherine, per esempio sui mezzi pubblici. Un’attenzione speciale sarà riservata anche alle abitazioni: il 31% degli europei la pulirà con prodotti disinfettanti più spesso da qui in avanti.

    Tra app per il fitness e yoga in salotto, l’attività fisica è stata per molti di gran compagnia durante i mesi di lockdown: il 19% ha percepito molto l’impatto sul corpo di uno stop forzato e per il 35% fare esercizio in casa è stato di vitale importanza. Ora un 20% promette che anche in futuro curerà di più il movimento e l’alimentazione.

    Secondo l’indagine, 1 europeo su 10 ha compensato consumando vitamine e integratori, il 73% dei cittadini ora li acquista con regolarità e il 70% è oggi propenso a investire più soldi e tempo per la propria salute.

    Durante l’emergenza, tra un impasto e l’altro, è cresciuta l’attenzione alla dieta e a un’alimentazione più salutare (45%), tanto che il 42% degli intervistati dice che ora è pronto a pagare di più per del cibo che sia di fresco e di qualità.

    La salute online, tra webcam e influencer

    Per cause di forza maggiore, nell’ultimo anno e mezzo la nostra vita si è spostata online, un mondo ormai complementare e non solo parallelo a quello fisico. Anche la salute da tempo si fa in rete, tra visite a distanza, acquisti di medicinali e prevenzione, ma nell’ultimo periodo l’accelerazione è stata evidente.

    Nonostante ciò, i numeri che raccontano il rapporto dei cittadini con il digitale non sono particolarmente in linea. Il report 2020, infatti, aveva messo in luce una forte apertura verso la medicina digitale, basti pensare che un buon 70% degli intervistati vedeva nei trattamenti via webcam una buona soluzione. Quest’anno, però, il calo è stato significativo, perché solo il 57% prende in considerazione questa alternativa.

    Nonostante ciò, le persone continuano a cercare online notizie e informazioni sulla salute, tanto che il 54% degli europei ha dichiarato di aver fatto più ricerche su internet sul tema rispetto al passato. Tra le fonti di informazione più affidabili, oltre a medici (73%) e farmacisti (60%), c’è la stampa specializzata, ritenuta più credibile rispetto a quella generalista (29% contro il 10%).

    Il report ha osservato anche l’attività degli influencer in ambito salute. Sebbene sia riconosciuto un particolare ruolo a questi personaggi online, gli europei ancora faticano ad affidarvisi e a farsi, appunto, influenzare. Un 13% del totale crede che presto condizioneranno maggiormente le scelte su questo tema, ma un più sostanzioso 36% lo ritiene piuttosto improbabile. Un timido 7% rivela di essere stato ispirato a migliorare le proprie abitudini da una personalità online, con un picco al 13% nella fascia di età tra i 18 ai 34 anni. In generale, la totale fiducia manca ancora, specialmente quando gli influencer non hanno comprovate competenze nell’ambito salute.

    E-commerce vs farmacia fisica: vince il consiglio

    Lo shopping online di prodotti per la salute e il benessere è cresciuto, senza dubbi, ma, proprio come si vedeva nel report STADA dello scorso anno, c’è ancora una rilevante fiducia verso le farmacie sul territorio e a fare la differenza è la presenza del farmacista e del suo consiglio professionale.

    Quando è stato chiesto quale fosse la prima scelta su dove acquistare farmaci OTC, per il 43% degli intervistati la risposta è stata presso le farmacie di comunità, seguite dalle altre farmacie (21%), i supermercati (15%) e le farmacie online (12%). Solo il 14% degli europei, infatti, ha dichiarato di aver acquistato di più dalle farmacie online rispetto al periodo precedente. Stabile anche il dato che dice quanto le persone si siano rivolte al proprio farmacista per informazioni sulle terapie (40%), mentre – probabilmente per le limitazioni date dal Covid – il consulto con il medico è stato meno diffuso (lo ha scelto il 39%, differentemente dal 51% dell’anno prima).

    Questione di fiducia: le opinioni su case farmaceutiche e prodotti

    Come visto, le informazioni sulla salute fornite dalle imprese farmaceutiche sono ritenute dai cittadini tra le più affidabili, subito dopo quelle date da medici, farmacisti e scienziati. L’importanza del ruolo delle aziende pharma viene riconosciuta anche nella battaglia contro il Covid: accanto ai professionisti sanitari (per l’81% determinanti), ci sono infatti i farmacisti (49%) e le case farmaceutiche (47%).

    Si osserva poi a quali livelli gli europei si affidino alla medicina convenzionale, per la quale la fiducia è alta (68%), anche se in calo rispetto all’anno precedente (70%). Interessante anche vedere quali fattori siano determinanti nella scelta di certi farmaci o integratori alimentari: per il 38% è il brand a influire, perché porta con sé più o meno fiducia. A seguire, ci sono la prescrizione del medico (31%) e l’attenzione alla sostenibilità dell’azienda farmaceutica e dei packaging, tenuta d’occhio dal 25% degli intervistati. Per il 20% è importante che siano prodotti in Europa, per il 17% è il consiglio del farmacista a indirizzare l’acquisto e infine un 16% sceglie in base alla compatibilità con le proprie intolleranze alimentari.

    Fonti

    STADA Health Report 2021

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