Un cartone animato per spiegare l’importanza dei vaccini

'Leo e Giulia - Noi come voi' è il nome del cartone animato per l’educazione sanitaria di bambini e bambine

“Leo e Giulia – Noi come voi” è un progetto ideato da Anna Odone, professoressa ordinaria di Igiene all’Università di Pavia e componente del Consiglio Superiore di Sanità che ha visto l’uscita della sua prima puntata esattamente due anni fa, poco dopo l’inizio della pandemia Covid. La divulgazione scientifica nel 2022 si può fare anche con i cartoni animati.

Essendo cresciuta nell’era di “Siamo fatti così” -per i pignoli “Esplorando il corpo umano”-  la cosa non mi stupisce affatto, specialmente se si tratta di argomentazioni destinate al pubblico più giovane attualmente in circolazione: i bambini e le bambine.

D’altronde lo sappiamo, per far arrivare un messaggio alle persone a cui è rivolto è essenziale farlo attraverso i canali e le modalità corrette e quindi quale miglior modo di arrivare ai più piccoli e alle più piccole se non tramite una forma di comunicazione a loro familiare come il cartone animato?

Un cartone animato prodotto da Maga Animation Studio, finanziato dal Fondo Integrativo Speciale per la Ricerca del Ministero dell’Università e realizzato dalle Università di Pavia e Vita-Salute San Raffaele di Milano, in collaborazione con il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità, che aveva, e ha come fine ultimo quello di educare bimbe e bimbi affinché possano non solo conoscere, ma fare la loro parte nella lotta contro il Coronavirus.

Un progetto ambizioso che si è avvalso di referenti scientifici di prim’ordine come Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, presidente Iss, il Direttore della Prevenzione del Ministero Gianni Rezza e il virologo del San Raffaele Roberto Burioni.

Leo e Giulia – Noi come voi

Due episodi, usciti a due anni di distanza l’uno dall’altro per trattare la medesima tematica da differenti prospettive: la diffusione di una pandemia. 

In entrambi i cartoni, della durata di poco più di tre minuti, vediamo Leo e Giulia, fratello minore il primo, sorella maggiore la seconda, intenti a parlare di quello che sta accadendo nel mondo.

Nel primo video, uscito durante il primo lockdown, i due protagonisti si trovano in casa: Leo sta disegnando seduto al tavolo della cucina, quando chiede alla sorella come mai le scuole siano chiuse.

Giulia allora spiega al fratellino cosa sia una pandemia e quali sono i comportamenti corretti per evitare la diffusione del virus (lavarsi spesso le mani, starnutire nel gomito, ecc), poi aggiunge “in questo momento non basta” i contagi sono così incontrollati che è necessario rimanere a casa per poter combattere il virus e proteggere le persone più deboli, per questo le scuole sono chiuse, perché anche i bambini e le bambine devono fare la loro parte.

Nel secondo episodio vediamo invece i due fratelli correre per prendere lo scuolabus. Leo è felice di poter tornare a scuola e Giulia gli spiega che il rientro è stato possibile perché le persone si sono vaccinate. Così il piccolo protagonista chiede cosa siano questi vaccini di cui tutti parlano ed è la sorella maggiore che ancora una volta risponde alla domanda, spiegando a Leo come sono nati i vaccini, perché si chiamano così, come funzionano e perché sono così importanti per la nostra salute, in particolar modo il vaccino contro il Coronavirus. Ma Giulia non si ferma solo a questo e racconta al fratellino di quanto i vaccini siano più efficaci se la maggior parte delle persone lo assumono, consentendoci così di arrivare ad ottenere l’immunità di comunità.

La storia di Leo e Giulia non si è fermata solo all’Italia, ma ha avuto una risonanza internazionale: la sua versione doppiata in inglese è infatti  supportata dal programma Horizon2020 della Commissione Europea, dalla Commissione Fulbright, dall’Institute of International Education americano e dalla Società Europea di Sanità Pubblica.

Appare chiaro quindi che un progetto del genere fosse necessario, capiamo il perché.

Educazione sanitaria per la sanità pubblica

A volte per arrivare ai genitori bisogna passare dai figli e dalle figlie. Non è una novità, basti pensare alle pubblicità di case automobilistiche famose, o di importanti aziende del settore immobiliare che da sempre utilizzano una narrazione che include i bambini, che non sono affatto il target di riferimento, ma possono essere una buona leva su cui puntare per ottenere più clienti.

Leo e Giulia potrebbe essere un progetto simile a quelli sopracitati, ma la verità è che non lo è affatto, o almeno non del tutto.

L’uscita del secondo episodio, in particolar modo, non può non essere associata all’apertura delle vaccinazioni anti-covid per la fascia d’età 5-11 anni: sebbene inizialmente ci sia stato un vero e proprio boom di vaccinati, pian piano il numero si è fatto sempre più basso e a oggi, risultano vaccinati meno del 50% degli under 12 (il 3,9% con una dose e il 33,2% con due dosi).

Ma perché, se la vaccinazione è una scelta che spetta ai genitori, creare un cartone per bambini? 

La risposta sta nelle parole dell’autrice di Leo e Giulia, la professoressa Odone:

Considero l’educazione sanitaria un pilastro fondamentale della sanità pubblica e sono convinta che rivolgersi direttamente ai bambini per trasmettere contenuti scientifici sia di estrema importanza. Oltre a riconoscere ai più piccoli il diritto all’informazione” – continua Anna Odone – “possiamo fornire loro gli strumenti conoscitivi necessari per avere un ruolo attivo nel controllo della pandemia, per farsi tramite di promozione della salute in famiglia, e, più in generale per diventare cittadini informati e consapevoli

Informazione, consapevolezza ed educazione, prima di tutto per la loro crescita personale e per il ruolo all’interno della comunità e a seguire, per poter essere veicolo dell’educazione ricevuta nei confronti dei genitori.

Leo e Giulia non è solo un cartone fondamentale per la sanità pubblica, ma è anche un progetto che riconosce che bambini e bambine non vivono in un mondo parallelo a quello degli adulti, ma ne sono parte integrante e, proprio in quanto cittadini e cittadine che saranno “i grandi” di domani hanno il diritto di essere resi partecipi di tutto ciò che accade.

Leo e Giulia – Noi come voi svolge esattamente questo lavoro di condivisione attraverso un linguaggio e un mezzo comprensibile e riconoscibile: un cartone animato di breve durata che si sviluppa in ambienti familiari, così come i personaggi, entrambi riconoscibili poiché coetanei ai destinatari degli episodi. Non è un caso che gli adulti non siano presenti (se non con il ruolo di comparsa) all’interno dei video: il trapasso di nozioni non avrebbe lo stesso effetto se a impartirlo fosse un adulto e questo la professoressa Odone e il team di Maga Animation Studio evidentemente lo sanno bene.