Vaccini in farmacia, criticità e conquiste della campagna vaccinale anti covid-19

L’esperienza della farmacia Montebianco di Courmayeur, la prima farmacia in Italia a somministrare il vaccino

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    Nel 2021, la dottoressa Serena Carmina, proprietaria della farmacia Montebianco di Courmayeur, insieme ai suoi collaboratori, si è distinta perché è stata la prima farmacista in Italia a dare il via alle somministrazioni del vaccino anti covid-19 in farmacia. L’abbiamo intervistata e, grazie alla sua esperienza maturata negli ultimi mesi, è stato possibile evidenziare i principali cambiamenti della campagna vaccinale in farmacia, riscontrandone criticità e conquiste per la professione del farmacista.

    La prima farmacia in Italia a iniziare con la campagna vaccinale

    La campagna vaccinale per la farmacia Montebianco di Courmayeur è iniziata sabato 8 maggio 2021, con il sopraggiungere delle prime dosi il venerdì, “siamo partiti per primi per una serie di coincidenze non volute”, spiega la dottoressa, “la Valle d’Aosta si è mossa prima di altre regioni ed essendo in pochi a decidere siamo stati i più veloci. Siamo stati i primi a vaccinare nel weekend ed è stata una coincidenza, una circostanza”.

    Anche se con un po’ di timore iniziale, Serena Carmina non si è tirata indietro, ha accettato la sfida coinvolgendo i suoi collaboratori che si sono apprestati entusiasti a questa nuova possibilità. Ha sostenuto fin dal principio che per i farmacisti è “un avanzamento professionale, un riconoscimento, si apre un nuovo capitolo per quanto riguarda i servizi: è una conquista”.

    Per la prima volta in Italia a livello legislativo, come afferma la dottoressa, “l’atto della vaccinazione di per sé ci è stato riconosciuto”.

    Il percorso di specializzazione per il farmacista vaccinatore

    Come stabilisce l’Accordo quadro tra il Governo, le Regioni e le Province autonome e FEDERFARMA e ASSOFARM, per la somministrazione dei vaccini anti SARS-CoV-2 in farmacia da parte dei farmacisti, le farmacie e i farmacisti aderenti al servizio vaccinazioni hanno dovuto seguire i due corsi FAD proposti dall’Istituto Superiore di Sanità sulla piattaforma Eduiss.

    L’attività formativa teorica è obbligatoriamente implementata da un’esercitazione pratica per l’inoculazione, da tenersi in un hub vaccinale con il tutoraggio di un medico o di un infermiere iscritto all’Ordine o, in alternativa, con il supporto di un farmacista iscritto all’Ordine che abbia svolto in precedenza l’attività di vaccinazione. Come illustra la dottoressa Serena Carmina in modo dettagliato, al corso pratico vengono mostrati tutti i passaggi fondamentali dell’iter di vaccinazione: come valutare la scheda del paziente, come leggere un’anamnesi, quali casi prendere in carico e quali rifiutare, come compilare il modulo di consenso, come preparare il vaccino, come fare l’inoculazione, come prendere in carico il paziente e registrare la vaccinazione sul portale, come controllare gli eventuali effetti collaterali e come agire in caso di reazione avversa del paziente in quei 15 minuti di attesa in farmacia.

    La pratica quotidiana in farmacia

    Il momento della vaccinazione è un momento delicato, è necessario dedicarci il giusto tempo e bisogna acquisire una serie di competenze assodate, come quelle di primo intervento e primo soccorso, utili a gestire un’eventuale emergenza in farmacia. “La vaccinazione deve essere fatta con calma”, afferma la dottoressa Carmina, “anche se ormai è diventata una routine, richiede sempre maggiori accorgimenti”.

    Altra criticità per una farmacia è la necessità di coinvolgere i propri collaboratori in questa “avventura” vaccinale, affinché non ti lascino completamente da solo durante l’iter di vaccinazione. La farmacista ammette che questo percorso è stato possibile anche grazie ai propri collaboratori, che l’hanno aiutata e sostituita quando non poteva esserci in prima persona. Lei stessa riconosce: “i miei collaboratori sono di supporto, sono farmacisti preparati tanto quanto me che mi sostituiscono e sono professionisti in tutti sensi”.

    La campagna vaccinale ha richiesto al farmacista vaccinatore uno sforzo continuo di adattamento in base alle necessità statali, regionali, del paziente e della propria farmacia e, come ci racconta la stessa dottoressa, sono state tante le criticità affrontate in questi mesi: “Abbiamo iniziato subito con AstraZeneca per le prime settimane di maggio 2021, poi dopo qualche settimana si è passati a Moderna. Abbiamo poi eseguito solo i richiami con AstraZeneca, in quanto lo svantaggio di AstraZeneca era il richiamo dopo 12 settimane e, per una farmacia, la programmazione risultava difficile. A maggio bisognava programmarsi già per luglio. I richiami di giugno sarebbero ricaduti ad agosto in un momento in cui la farmacia ha la necessità di dedicare maggior tempo alla clientela per via del turismo”.

    Le difficoltà della campagna vaccinale in farmacia

    Uno dei tanti motivi di titubanza da parte dei propri clienti-pazienti nell’eseguire la vaccinazione nei mesi di maggio e giugno 2021 in farmacia è stato quello di poter fissare l’appuntamento per la seconda dose di richiamo. La seconda dose di richiamo avrebbe interessato il periodo estivo delle vacanze dunque molti clienti hanno rinunciato alla vaccinazione posticipandola dopo le ferie nel periodo di settembre.

    Altro gap è stato quello dell’organizzazione e del coinvolgimento della propria clientela al servizio vaccinazione in farmacia in modo costante. Inizialmente la farmacia era sommersa da tantissime richieste, più di quelle realizzabili, infatti si erano aggiunte ulteriori date per poter accontentare la comunità, che per comodità aveva scelto la farmacia come sede di vaccinazione. Poi, piano piano la richiesta di vaccinazione è diminuita, in quanto non si aveva più una stretta necessità, pur facendo sensibilizzazione al banco della farmacia; i casi di Covid-19 a inizio estate erano in diminuzione e poco distanti si erano aperti degli hub vaccinali che consentivano la vaccinazione tutti i giorni in qualsiasi momento della giornata, cosa non possibile in farmacia.

    Come ci puntualizza la dottoressa Serena Carmina, ogni fiala di vaccino consente di preparare 11 dosi e dunque bisogna organizzare la mattina delle vaccinazioni secondo multipli di 11, tenendo conto di eventuali disdette, avendo sempre sotto mano una lista di riserve in modo tale da non sprecare nessuna dose.

    “Con il sopraggiungere dell’estate”, prosegue la farmacista, “la richiesta di vaccinazione è diminuita e contemporaneamente siamo stati investiti dalla richiesta dei tamponi. Dunque, si è messo in pausa il servizio dei vaccini”. Nel mese di gennaio 2022, la farmacia Montebianco ha ripreso l’attività, con la somministrazione delle terze dosi Pfizer.

    In farmacia anche il vaccino antinfluenzale

    A ottobre 2021, dopo la firma del Protocollo d’intesa tra Governo, Regioni, Province Autonome, Federfarma e Assofarm, è stato inoltre possibile iniziare a somministrare il vaccino antinfluenzale in farmacia per tutte le farmacie aderenti e per tutti quei farmacisti che avessero già avuto un’esperienza pregressa nell’ambito vaccinale. Dopo il superamento di un ulteriore corso FAD – “Campagna vaccinale antinfluenzale 2021-22: focus di approfondimento per la somministrazione in sicurezza del vaccino antinfluenzale nelle Farmacie” – è stato possibile aggiungere questo ulteriore servizio, a cui anche la farmacia Montebianco ha aderito.

    In questo caso, però, la campagna vaccinale per il vaccino antinfluenzale 2021-2022 è partita a novembre 2021, con un po’ più di ritardo rispetto al solito, per poi proseguire ulteriormente in questa farmacia la somministrazione dei vaccini antinfluenzali. La vaccinazione antinfluenzale in farmacia, in base all’esperienza di Carmina, ha riscosso meno successo, in quanto era già possibile effettuare il vaccino antinfluenzale negli hub vaccinali durante la somministrazione della terza dose booster anticovid-19 o presso l’ambulatorio del medico di medicina generale.

    La figura rinnovata del farmacista

    Facendo il bilancio degli ultimi mesi passati, questa esperienza nel suo complesso ha lasciato un segno positivo nell’animo della farmacista Serena Carmina, che non si pente affatto della scelta fatta. Anzi, ha riscontrato nei propri clienti-pazienti un cambiamento positivo nell’atteggiamento e, come dice lei, “i miei clienti si rivolgono a noi in un altro modo, ti considerano un professionista sanitario e non un commerciante sanitario. Noi farmacisti siamo disponibili e accettiamo di buon grado nuovi incarichi, non ci tiriamo indietro. Siamo diventati più importanti e siamo più vicini alle persone.”

    Fonti

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