Farmaci per dimagrire: a cosa fare attenzione?

Esistono davvero farmaci capaci di far perdere peso? Vediamo come districarsi tra le ambiguità!

Si può dimagrire con i farmaci? La risposta è sì, ma chiaramente la soluzione non è così semplice. Sono capaci di sostituire uno stile di vita sano con annessa attività fisica? Certo che no. Sono quelli venduti senza etichetta né nome? No. Sono privi di effetti collaterali? Sempre no. Sarebbe possibile capirci qualcosa? Forse!

Quando sono indicati i farmaci per dimagrire?

Questi farmaci, propriamente detti, sono valutabili in stato di obesità. L’alternativa è una condizione di sovrappeso, che presenta però delle complicazioni. Per evitare confusione, parliamo di individui con IMC (indice massa corporea) maggiore o uguale a 27. Infatti, l’intento è quello di supportare una serie di cambiamenti, alimentari e nello stile di vita, che rimangono imprescindibili per il miglioramento. Inoltre, le patologie associate (ipertensione, diabete, etc.) a queste condizioni, molte volte rendono difficoltosa l’attività fisica. Nel caso che non si ottengano risultati adeguati, mediante visita specialistica, si considera la terapia farmacologica. Quindi è molto importante un’indagine scrupolosa, per avere un costante monitoraggio e evitare di incappare in brutte situazioni. Questo si aggiunge ad una stima più precisa dei risultati ottenuti e ottenibili.

I principi attivi dei farmaci dimagranti

Come anticipato, passati circa 12 mesi dall’inizio della terapia, in caso di scarsi risultati si può ricorrere al trattamento farmacologico. Le molecole, appartenenti a classi diverse, sono prescritte anche in associazione. A ora, i farmaci approvati in Italia sono tre: orlistat, liraglutide, bupropione/naltrexone. Per la FDA (Food and Drug Administration) per ora sono cinque: orlistat, fentermina/topiramato, bupropione/naltrexone, liraglutide, semaglutide. Vediamo di che si tratta:

Liraglutide e semaglutide

Sono due peptidi che mimano l’azione dell’ormone GLP-1. Il GLP-1 (glucagon-like peptide 1) è un ormone prodotto dall’intestino che stimola la secrezione di insulina e inibisce la secrezione di glucagone da parte del pancreas. Sono entrambi farmaci approvati per il trattamento per il diabete mellito di tipo II (dove inoltre ci sono alcune novità). Agiscono anche sui centri di regolazione della fame (a livello centrale), riducendo l’appetito e aumentando il senso di sazietà. Sono disponibili come iniezione, ma semaglutide ha anche la versione ad uso orale. Gli effetti collaterali più frequenti:

Bupropione/naltrexone

Combinazione: il naltrexone, usato per trattare la dipendenza da alcol e droghe, è un inibitore del reuptake (ovvero blocca la ricaptazione a livello neuronale) di dopamina/norepinefrina. Il bupropione è un antagonista dei recettori oppioidi, usato nella depressione e come aiuto per smettere di fumare. Queste compresse controllano le voglie e i comportamenti da cibo-dipendenti. Gli effetti collaterali includono:

  • costipazione,
  • mal di testa, 
  • insonnia,
  • secchezza delle fauci.

Controindicato in persone con ipertensione, episodi di convulsioni, uso di oppioidi e dipendenza.

Fentermina/topiramato

Altra associazione: la fentermina è un analogo dell’anfetamina, e di conseguenza anoressizzante (sopprime l’appetito), mentre il topiramato è un anticonvulsivante. Molto efficace, ma con pesanti effetti collaterali, che non ha permesso l’approvazione in Unione Europea. Tra questi ci sono: 

  • parestesia (sensazione di intorpidimento o formicolio), 
  • capogiri, 
  • anomalie nel gusto, 
  • difficoltà a dormire
  • costipazione
  • fauci secche.

Orlistat

Inibisce la lipasi pancreatica gastrica e riduce l’assorbimento di lipidi a livello intestinale. Unico a differenziarsi come farmaco su prescrizione (dosaggio 120mg) e OTC (da banco, 60mg). I contro sono:

  • diarrea,
  • flatulenza,
  • steatorrea (elevati grassi nelle feci),
  • dolore addominale.

Può ridurre anche l’assorbimento di vitamine liposolubili (A, D, E, K, per cui sarebbe bene integrare). 

Altra indicazione utile

Nel vasto panorama commerciale, si trova veramente di tutto. Sembra ripetitivo dirlo, ma ancora una volta, occhio alle truffe. La dicitura “perdi grasso facilmente/velocemente” può essere allettante, ma molto insidiosa. Le preparazioni passabili come integratori alimentari spesso contengono molteplici ingredienti, che possono causare seri problemi. Il fatto che sia di estrazione “naturale” non costituisce in alcun modo indicazione di garanzia o efficacia. Come lo stesso Istituto Superiore di Sanità riporta, “gli integratori alimentari sono dei prodotti alimentari che non hanno alcuna indicazione terapeutica per il trattamento di nessuna patologia”. Il rischio sta nella possibile interazione tra sostanze, portando a spiacevoli effetti. 

La loro relativa semplice reperibilità deve far prestare attenzione, soprattutto con terapie in corso. Ci sono molte sostanze, contenute in tali preparazioni, di cui è dubbia l’azione nella perdita o controllo del peso. Tra queste, giusto per rammentarne qualcuna, ci sono stimolanti come caffeina (da caffè, tè, guaranà) o derivati dell’Efedra, che possono condurre a spiacevoli effetti avversi. 

Affidarsi a un parere esperto, in questi casi, fa correre meno rischi e stare più tranquilli.