Chi sono i personaggi famosi con autismo?
I personaggi famosi autistici, del presente e del passato, sono molti e ci dimostrano quanto le neurodivergenze non siano un limite
Autismo e sindrome di Asperger sono spesso collegati a tratti della personalità eclettici e a un talento particolare nel proprio campo. Non per niente oggi si pensa che molti personaggi geniali del passato siano stati autistici, e anche scienziati, attori, musicisti e imprenditori nostri contemporanei appartengono al cosiddetto spettro autistico. Di cosa si tratta? Esiste una differenza fra autismo e sindrome di Asperger? È ormai superato il tabù riguardo a queste neurodivergenze? Vediamo come queste celebrità ne parlano attraverso la loro esperienza personale.
Autismo e sindrome di Asperger: facciamo chiarezza
Ancora oggi la definizione di autismo e sindrome di Asperger non è assoluta: in alcuni casi sono considerati due disturbi del neurosviluppo distinti, mentre in altri come due sfumature dello stesso spettro.
Il primo a descrivere l’autismo è stato lo psichiatra austriaco Leo Kanner nel 1943, delineando quello che poi è diventato lo stereotipo del bambino autistico: silenzioso, solitario, chiuso in se stesso. Ma, come oggi è chiaro, queste caratteristiche non sono le uniche delle persone autistiche e soprattutto appaiono, nella maggior parte dei casi, riduttive.
Già nel 1944, però, il pediatra Hans Asperger (anche lui austriaco) notava anche maniere eccentriche, interessi insoliti e alcuni domini cognitivi di iperfunzione – ovvero una particolare predisposizione in alcuni ambiti. Proprio da lui deriva il nome “sindrome di Asperger”.
Ciò che differenzia la sindrome di Asperger dall’autismo sarebbe quindi, nel secondo caso, il mantenimento delle abilità linguistiche e sociali e un funzionamento cognitivo nella norma; per questo spesso si parla anche di autismo ad alto funzionamento.
La sindrome di Asperger è entrata nel DSM 4 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) nel 1994 come un disturbo pervasivo dello sviluppo – i sintomi, come nel caso dell’autismo, si manifestano fra i 4 e gli 11 anni – mentre nella revisione successiva (DSM 5, 2013) autismo e sindrome di Asperger fanno parte dello stesso continuum, i “disturbi dello spettro autistico”. Il concetto di “spettro” va così a sottolineare la matrice comune ma anche l’eterogeneità delle manifestazioni, sia dell’autismo che della sindrome di Asperger.
Personaggi autistici famosi del passato…
Molti personaggi famosi del passato sono ricordati ancora oggi per il loro eccezionale talento nel proprio campo: Michelangelo Buonarroti, Leonardo Da Vinci, Emily Dickinson, Wolfgang Amadeus Mozart… E un’interpretazione delle testimonianze che li descrivono alla luce delle conoscenze attuali farebbe pensare a una loro appartenenza allo spettro autistico.
Dedicarsi con costanza e in modo assoluto a un interesse specifico è una delle caratteristiche tipiche dello spettro autistico, così come essere particolarmente talentuosi in uno specifico settore. E, se queste postume rimangono comunque “diagnosi” fittizie, le testimonianze che ci sono state tramandate su alcuni aspetti del carattere e del comportamento di questi personaggi sembrano sostenere l’ipotesi che molte personalità geniali del passato appartenessero allo spettro autistico – non solo uomini.
Nonostante in effetti l’autismo sia più diffuso fra le persone di sesso maschile, esiste una storia dell’autismo femminile ancora poco conosciuta, ma raccontata dalla giornalista svedese Clara Törnvall, anche lei nello spettro autistico, nel libro “Autistiche. Donne nello spettro” (Elliott, 2013). L’abitudine di Emily Dickinson di comunicare con le persone da dietro una porta, nonché le tematiche di alcune sue poesie nelle quali descrive la divisione interiore che sente, richiamano per esempio ad alcune delle caratteristiche dell’autismo.
Il geniale fisico tedesco Albert Einstein, che con la sua teoria della relatività ha cambiato per sempre la prospettiva dell’uomo sul mondo, oltre a una personalità eccentrica avrebbe presentato ecolalia, ovvero l’abitudine a ripetere, anche parlando da solo, suoni o frasi, anche questa una caratteristica dell’autismo. L’ecolalia, insieme alle stereotipie motorie, riguarderebbe il 50% delle persone nello spettro autistico.
Anche su Mozart, bambino prodigio della musica, genio indiscusso e uno dei compositori più prolifici di tutti i tempi, esistono testimonianze che farebbero pensare a un disturbo dello spettro autistico, come movimenti goffi e impacciati e comportamenti fuori luogo, soprattutto in contesti sociali, oltre a un enorme talento musicale, che lo portò a comporre i primi pezzi addirittura durante la sua infanzia.
Nikola Tesla, inventore, fisico e ingegnere vissuto fra Ottocento e Novecento, presentava un’ipersensibilità ai rumori e alle luci, oltre ad avere un carattere solitario, fobie e fissazioni. Questo lo qualificherebbe, a posteriori, come autistico, ma ciò non gli ha impedito di essere – come tutti gli altri personaggi citati, e non solo – di ispirazione, fino ai giorni nostri.
… e personaggi autistici famosi del presente
Negli ultimi anni si è iniziato a parlare sempre più apertamente di autismo e di disturbi dello spettro autistico, anche sui social, e questo ha contribuito almeno in parte a riconsiderare stereotipi e tabù.
Molti personaggi famosi contemporanei hanno quindi condiviso la loro esperienza con la sindrome di Asperger e con l’autismo, dimostrando ancora una volta come la neurodivergenza non sia per forza un ostacolo insormontabile, ma le caratteristiche che la contraddistinguono possano trasformarsi in una risorsa preziosa per costruire la propria strada e il proprio successo.
Se per la giovanissima attivista climatica Greta Thunberg la diagnosi di disturbi dello spettro autistico è arrivata da bambina, sono in molti ad aver scoperto la propria neurodivergenza solo in età adulta. Nonostante questo ritardo nella diagnosi, sapere di far parte dello spettro autistico è per molti un sollievo, soprattutto perché alcuni comportamenti ed emozioni trovano finalmente una spiegazione. È quello che è accaduto a Susanna Tamaro, autrice nel 1994 del best seller “Va’ dove ti porta il cuore” (Baldini e Castoldi), e diagnosticata solo da adulta.
Ma anche una diagnosi concomitante con i primi sintomi spesso implica un vissuto di grande sofferenza, come è invece accaduto all’attrice americana Darryl Hannah, volto fra gli altri di film kolossal come “Kill Bill” o “Bladerunner”.
Infine, anche grandi imprenditori hanno dichiarato di avere un disturbo dello spettro autistico. Il più noto è Elon Musk (che ha dato alla propria azienda automobilistica proprio il nome Tesla), che lo ha annunciato durante una puntata dello show “Saturday Night Live”, nel 2021. E anche Bill Gates, fondatore di Microsoft, mostrerebbe caratteristiche dello spettro autistico, come tendenza a movimenti ripetitivi, evitamento del contatto visivo e un’estrema riservatezza. Entrambi sono fra gli uomini più ricchi del pianeta.
Convivere con l’autismo
Abbiamo visto come, nonostante non esista più una divisione netta fra autismo e sindrome di Asperger, ma rientrino entrambi nella definizione più ampia di disturbi dello spettro autistico, le loro manifestazioni si differenziano anche in maniera notevole a livello di abilità linguistiche, cognitive e sociali.
Ad oggi non esistono cure, e l’autismo è ormai considerato una condizione che implica un diverso funzionamento del soggetto, non una malattia. Esistono però interventi e trattamenti volti a sottolineare e mettere in luce i punti di forza di queste persone e a migliorare la gestione della comunicazione, della socialità e del comportamento.
Soprattutto se la diagnosi avviene solo in età adulta, infatti, i disturbi dello spettro autistico possono implicare un vissuto di sofferenza che non trova una spiegazione né una soluzione, con conseguenze come disturbi d’ansia e depressione, così come raccontano molti personaggi famosi che attraverso la loro esperienza contribuiscono a diffondere consapevolezza e a superare gli stereotipi.
I personaggi famosi autistici, del presente e del passato, così come quelli affetti dalla sindrome di Tourette, dalla dislessia, dal disturbo bipolare, ci dimostrano quanto queste condizioni, se debitamente comprese e approcciate, possano non essere un limite alla propria realizzazione personale.