Tesla Optimus, il primo robot umanoide di Elon Musk

Tesla presenta Optimus, il primo prototipo di robot umanoide, pensato per prendersi, fra le altre cose, cura delle persone

Robot e uomo

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    Tesla Optimus: il debutto e i dubbi degli esperti

    Durante gli AI Day 2022 di Tesla, è stato finalmente presentato Tesla Optimus, il primo robot umanoide annunciato da Elon Musk più di un anno fa. Le aspettative erano altissime. Lo stesso Musk gli aveva infatti dedicato un’intera sezione all’interno della sua rubrica di “Credere nella tecnologia per un futuro migliore”, confermando come e quanto il progetto Optimus sia diventato una priorità assoluta per la compagnia. Durante l’evento di settembre, sono stati presentati due prototipi: il primo, il più avanzato, realizzato con componenti specifiche dell’azienda e prossimo al lancio, ha salutato il pubblico con un movimento – che per alcuni è apparso incerto – della mano meccanica, per poi essere posizionato sul palco da tre addetti Tesla, in quanto non ancora in grado di camminare da solo; mentre il secondo prototipo, in “fase di sviluppo” e realizzato con un mix di componenti Tesla e di altre aziende, ha camminato autonomamente, seppur in maniera rudimentale. A discapito da quanto affermato da Elon Musk, che prevede di lanciare sul mercato Optimus nel giro dei prossimi 3-5 anni a “meno di 20.000 dollari” – meno del costo di un automobile – sono state molte le critiche e i dubbi sollevati dagli esperti dopo il debutto di Optimus. Melonee Wise, amministratrice delegata della Fetch Robotica, ha evidenziato la presenza di “lacune evidenti” nel prototipo Tesla, sottolineando la rudimentalità delle articolazioni e dei movimenti che appaiono rigidi e, appunto, robotici. Inoltre le affermazioni di Musk secondo cui Tesla sarà in grado di realizzare una macchina autonoma dotata delle capacità fisiche umane in così poco tempo mal si scontrano con l’esperienza e il lavoro di tantissimi esperti del settore che da decenni lavorano per lo stesso obiettivo. Tra questi troviamo la Boston Dynamics, con la sua macchina umanoide Altas o la startup di Agility che, in un video promozionale, ha ripreso il suo robot bipede mentre percorreva i centro metri su una vera pista atletica molto più velocemente rispetto a qualsiasi altro robot testato finora – poco meno di 25 secondi. Nonostante questi notevoli risultati, non si è ancora arrivati nei robot ad un’abilità fisica che eguagli quella umana, pertanto lo scetticismo nei confronti delle affermazioni di Elon Musk risuona più che legittimo, soprattutto a seguito dei risultati raggiunti mostrati durante gli AI Days 2022. Giudizi e opinioni più indulgenti sono state quelle provenienti da Christensen Henrik, noto ricercatore nel campo della IA e della robotica, che ha definito il lavoro di Tesla come “un buon progetto iniziale”, e quella del professore del laboratorio di robotica Grizzle Jissy che ha confermato quanto “passare da un uomo in tuta a un vero hardware in tredici mesi ha dell’incredibile”. Infatti, solo un anno fa, nell’agosto 2021, Tesla aveva annunciato che avrebbe costruito un robot umanoide e sul palco aveva spiegato il progetto presentando un uomo travestito da robot che si era esibito ballando. A un anno di distanza Tesla ha presentato al mondo Optimus. Che sia solo l’inizio di una nuova era umanoide?

    Rischi e vantaggi

    L’AI e la robotica in generale camminano sul filo sottile del paradosso. Se da un lato è possibile far compiere azioni precisissime e di notevole difficoltà ad un robot in un ambiente circoscritto e controllato, dall’altro se vengono a cambiare i parametri della simulazione e si inserisce il robot in un ambiente “reale” si va incontro ad un’alta percentuale di fallimento. Ma il desiderio di alzare l’asticella per progresso è sempre più forte e si attende il giorno in cui le macchine entreranno di diritto a far parte della nostra quotidianità. Tra i molteplici benefici di una possibile nuova era cementata sui robot, si contrappone il rischio sociale che le macchine possano sostituire l’uomo, portando chi ha capacità pari o inferiori rispetto a queste ultime ad essere definitivamente rimpiazzato e restare senza lavoro. Dall’altro lato, un’aspettativa utopica prevede che l’aiuto dei robot porti ad una diminuzione delle ore di lavoro, in quanto le macchine sarebbero impegnate a colmare e soddisfare tutte le nostre necessità primarie, lasciando liberi gli uomini di dedicarsi alle loro effettive passioni e inclinazioni, e di conseguenza ci sia un miglioramento generale della condizione umana, nonché un innalzamento dell’attuale soglia di povertà. A questo ideale si rifà l’obiettivo principale di Tesla Optimus che è quello di creare un umanoide in grado di prendersi cura delle persone, soprattutto di quelle sole e delle più anziane, sostituendole in tutti quei compiti più noiosi, meccanici e talvolta rischiosi e aiutandole in quelle attività e piccole sfide quotidiane, così da rendere loro più facile e accessibile la vita di tutti i giorni. “Forse, in meno di un decennio, le persone potranno acquistare un robot per i propri genitori anziani come regalo di compleanno”, Musk ne è certo.

    Cosa aspettarsi nel futuro prossimo da Optimus

    Se quanto presentato durante gli AI Days è stato solo un prototipo base del progetto Optimus, nella sua versione finale il robot penserà sui 73 kg circa e, oltre ad essere equipaggiato dell’Autopilot – il sistema di assistenza alla guida attualmente presente sulle autovetture Tesla e sullo stesso prototipo – disporrà di una batteria da 2,3 kWh, abbastanza per farlo funzionare una giornata intera. Inoltre l’obiettivo è quello di immettere Optimus sul mercato con un prezzo accessibile sia per le aziende che per il consumatore medio: 20.000 dollari per modello, più o meno il costo di un’automobile. Il loro arrivo cambierà per sempre il significato di essere umani” sostiene Musk. In un mondo utopico l’arrivo dei robot come supporto alla razza umana potrebbe rivelarsi molto utile, specie in quelle situazioni e contesti che prevedono lo svolgimento di compiti pericolosi e nocivi per la salute dell’essere umano. Dall’altro il pericolo è quello di arrivare ad una completa dipendenza dalle macchine e un annullamento dell’interazione uomo-uomo. Immaginate che a servirvi il caffè nel vostro bar di fiducia, ci sia una macchina capace di preparavi il latte vegetale macchiato con cacao e un pizzico di cannella che avete sempre sognato ma incapace di chiedervi “come stai?” o di quei piccoli convenevoli che solitamente scambiamo con le persone che entrano a far parte delle nostre routine e ne dannò il sapore di affezione che conosciamo. Il futuro è tutto da scoprire. E se tutto è potenzialmente buono e allo stesso tempo potenzialmente negativo, non ci resta che confidare nelle intenzioni.

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